Giornalisti nel mirino: Fnsi e Ordine prendono posizione
La tutela della libertà di stampa torna al centro del dibattito dopo gli attacchi subiti da due giornalisti in contesti diversi ma ugualmente preoccupanti. La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ha denunciato con fermezza la crescente mancanza di rispetto nei confronti della categoria, sottolineando come episodi di aggressione verbale o fisica contribuiscano a un clima sempre più ostile nei confronti dell’informazione.
«Una tiratina di capelli di qua, un “pezzo di m” di là e all’informazione si continua a mancare di rispetto», ha dichiarato Alessandra Costante, segretario generale della Fnsi, mettendo sullo stesso piano l’episodio che ha coinvolto la giornalista Lavinia Orefici di Quarta Repubblica e l’attacco verbale rivolto da Giovanni Donzelli a Giacomo Salvini de Il Fatto Quotidiano.
Anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ha preso una posizione netta, evidenziando come questi episodi non siano isolati, ma il sintomo di una tendenza più ampia: «Il nostro compito è quello di garantire innanzitutto il diritto dei cittadini ad essere informati. La simpatia è un requisito che si richiede ad altri mestieri».
Le reazioni dell’Fnsi e dell’Ordine, tuttavia, non sono arrivate con la stessa tempestività per entrambi i casi.
Se la condanna delle parole di Donzelli nei confronti di Salvini è stata immediata, ci sono voluti tre giorni perché si levassero voci critiche contro il gesto dell’ex premier Romano Prodi, che aveva afferrato per i capelli la giornalista Lavinia Orefici.
Un ritardo che non è passato inosservato e che ha acceso il dibattito sulla reale equità nella difesa della libertà di stampa.
Resta il dato di fondo: il giornalismo italiano è sempre più bersaglio di attacchi, segno di una tendenza che mina il diritto fondamentale dei cittadini a un’informazione libera e indipendente.