Nel Mediterraneo del XXI secolo non servono più le navi pirata per tenere in ostaggio equilibri geopolitici: basta un aeroporto militare in Sicilia e qualche aereo-spia capace di scrutare il mare in cerca di “presenze sommerse”.
È quanto emerge dall’ultimo approfondimento del giornalista Antonio Mazzeo, tra le voci più attente e critiche del giornalismo indipendente italiano sui temi della militarizzazione del territorio, delle strategie USA-NATO e del ruolo sempre più centrale che la Sicilia gioca — spesso suo malgrado — nelle crisi internazionali.
Antonio Mazzeo, messinese, è giornalista, insegnante e attivista per la pace, autore di numerose inchieste su basi militari, traffici d’armi e politiche securitarie nel Mediterraneo. Con uno stile rigoroso ma accessibile, Mazzeo ha saputo nel tempo farsi interprete di un giornalismo che va oltre la superficie delle dichiarazioni ufficiali, scavando nella logistica, nei flussi militari e nei “non detti” strategici.
Il suo blog e le sue collaborazioni con testate come Il Manifesto, PeaceLink e Pressenza sono oggi un punto di riferimento per chi vuole comprendere cosa accade davvero dietro le quinte della geopolitica militare.
In questo nuovo reportage, l’autore solleva interrogativi cruciali a partire da una fonte insospettabile e tecnica come ItaMilRadar: aerei-spia “Poseidon” decollati da Sigonella hanno solcato lo spazio aereo tra Israele, Libano e Gaza nei giorni più caldi dello scontro con l’Iran.
Coincidenze operative o segnali di un coinvolgimento USA già in atto, con la base siciliana al centro delle operazioni di sorveglianza e — potenzialmente — di supporto?
E mentre nel silenzio mediatico italiano si assiste all’arrivo in Europa di oltre 20 aerei cisterna americani, Mazzeo ci ricorda che Sigonella non è solo un aeroporto, ma un nodo strategico globale, da cui passa non solo il traffico aereo ma il futuro stesso del ruolo dell’Italia nei conflitti che scoppiano a migliaia di chilometri di distanza.
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