LE ARANCE NON RACCOLTE di SALVATORE FERLITA
Questa antologia è il frutto di una scommessa: quella di ridisegnare il panorama letterario siciliano, “immolando” i mostri sacri, gli autori più o meno canonizzati.
L’autore, che da anni esplora le riserve aurifere più nascoste della scrittura immaginativa isolana, in questo volume allinea i profili critici, nell’intreccio indissolubile di vita e opere, di scrittori poco noti o misconosciuti, i relativi apparati bibliografici, e una selezione delle pagine più significative, recuperate da romanzi, racconti o saggi: ne viene fuori un novecento italiano – sub specie siciliana – delle occasioni perdute, degli appuntamenti mancati.
Un ricco potenziale manomesso dalla storia, spesso crudele e imprevedibile, del gusto e della società, che si agglutina inestricabilmente con quella della letteratura, ma anche viziato dalla vocazione all’eremitaggio di molti degli autori qui contemplati, da una sorta di “smania” dell’insuccesso.
Sono frutti, questi messi a disposizione del lettore, rimasti attaccati all’albero, lasciati distrattamente o colpevolmente marcire; sono spesso però “arance” amare, il cui succo è un concentrato della storia isolana, dei suoi guizzi improvvisi e delle sue rovinose cadute, delle fulgide speranze tradite da un’ irrimedibile metafisica.
Se poi si prova ad integrare le carte dei narratori e dei saggisti noti con quelle che compongono questa antologia, a dar corpo all’esercito degli scrittori siciliani.
Il risultato ottenuto parlerà chiaro: nell’isola più estesa del Mediterraneo, l’inchiostro del ventesimo secolo ha trovato terreno fertile sino quasi all’inverosimile.
( recensione del libro )
______________________
“Le arance non raccolte” di Salvatore Ferlita è un’antologia sugli scrittori siciliani del ‘900, che dà rilievo e importanza alla cosiddetta letteratura minore.
La metafora, implicita nel titolo, contiene un preciso riferimento della scrittura isolana, identificandola con il frutto per eccellenza della Sicilia, anzi ne esalta la preziosità.
“Sono frutti messi a disposizione del lettore – scrive Ferlita – rimasti attaccati all’albero lasciati distrattamente o colpevolmente marcire; sono spesso però arance amare il cui succo è un concentrato della storia isolana dei suoi guizzi improvvisi e delle sue rovinose cadute, delle fulgide speranze tradite da un irredimibile metafisica”.
La Sicilia ha molti grandi autori conosciuti da tutti e molti altri, non siciliani, che hanno scritto sulla Sicilia, perciò, forse, vale la pena ripercorrere la verità nell’intreccio indissolubile di vita e opere che ci è raccontata dai minori da troppo tempo in ombra, da troppo tempo lasciati nell’ indifferenza.
L’antologia in questo senso propone dei possibili percorsi di lettura i cui testi sono ancorati a un luogo, la Sicilia, a un certo modo di intendere la vita, e praticare la scrittura.
Se il lettore prova ad integrare le carte dei narratori dei saggisti noti con quelle che compongono l’antologia degli autori minori, potrà sperimentare un’idea più profonda e possibile della Sicilia, più ricca di sensibilità, più vicina e più sentita rispetto alla propria identità.
(a cura della biblioteca e pinacoteca di Capo d’Orlando)
_________________
SALVATORE FERLITA
Nato a Palermo nel 1974, è assistant professor di letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi Kore di Enna.
Collabora, in qualità di critico letterario, a “La Repubblica” – edizione siciliana – e alla rivista mensile “Segno”.
Ha scritto, tra l’altro, ” L’ironia mio vizio mia allegria. L’esperienza poetica di Basilio Reale” (Salvatore Sciascia editore, 2003)“I soliti ignoti” (Dario Flaccovio,2005), “Sperimentalismo e avanguardia” (Sellerio, 2008), “Novecento futuro anteriore. Saggi di letteratura” (Di Girolamo, 2009) e “Contro l’espressionismo. Dimenticare Gadda e la sua eterna funzione” (Liguori, 2011).
Per il gruppo editoriale Kalòs e per l’editore Di Girolamo dirige rispettivamente le collane “Carte segrete” e “Il Monocolo”.
Salvatore Ferlita, anche se molto giovane, è oggi considerato uno dei maggiori critici letterari siciliani che sta scavando a fondo nei meandri poco frequentati della letteratura per portare alla luce scrittori ritenuti minori e che invece meritano un posto di tutto rispetto nel mondo letterario italiano ed europeo.
“Come critico, Ferlita – scrive Massimo Onofri – è uno scrittore vero e proprio, uno che crea, che da vita a chi ne ha poca, che illumina le parti della scena poco evidenti, che aiuta il lettore a scegliere”.
Lo ha fatto con il libro “I soliti Ignoti”. Lo fa ancora con questa nuova opera “Le arance non raccolte – Scrittori siciliani del Novecento”.
Nel libro il professore Ferlita fa le sue considerazioni sugli autori, scrive le bibliografie e porge al lettore alcune pagine significative delle opere degli autori trattati. In questo modo i lettori hanno la possibilità di orientarsi nel mondo letterario dove molto spesso prevalgono gli interessi editoriali e molto raramente i veri valori della cultura e della letteratura.
“Nel sottobosco si trovano i frutti migliori e noi dobbiamo saperli cogliere anche grazie a critici letterari seri ed onesti come Salvatore Ferlita”. Così scrive Gaspare Agnello.