Bisognerebbe restituire a Capo d’Orlando l’atmosfera di curiosità e di voglia di conoscenza, di novità, che ha caratterizzato la mostra “Vita e paesaggio di Capo d’Orlando” degli anni ’70 per capire ed apprezzare uno spettacolo teatrale come Ubu Opera ispirata alla più celebre Ubu le roi di Alfred Jarry. Portata sulla scena da un’èquipe formata da esperti del settore, Roberto Salemi e Riccardo Sivelli, regista l’uno e scenografo l’altro nonché direttori artistici, invitati per la realizzazione del progetto di formazione curato dal delegato alla cultura Giacomo Miracola, ha avuto come protagonisti giovani che hanno partecipato al primo corso di teatro sociale.
Il laboratorio si è posto diverse finalità tra i quali quello di fornire loro un primo approccio alle discipline artistiche che gravitano intorno alla realizzazione di uno spettacolo di teatro. ed infine, a tre mesi dall’avvio del progetto, è stato presentato al pubblico.
La scelta di Piazza Matteotti ha avuto l’intento di rendere partecipi, di allargare, di unire più cittadini, coinvolgerli in quello che, più che di rappresentazione, ha avuto significato come evento- novità, apertura verso forme di comunicazione culturali più rispondenti ai bisogni dei giovani e della società attuale.
Ali di folla si sono mosse lateralmente al palcoscenico, creando nel complesso un clima di partecipazione rumorosa, corale, proprio come si conviene in un’agorà siciliana durante una serata all’aperto in piena estate.
Sapiente la finzione scenica, adattata e adottata con un vernacolo burlesco e tragi-comico; la trama rivista e rivisitata sui nostri luoghi comuni, sul nostro modo di essere e di caratterizzarci come siciliani.
Perfetta la tecnica della recita, acquisita a livello di professionisti; rilevante l’interpretazione e la presenza scenica dei protagonisti principali, sottolineata e animata da quella dei figuranti minori che hanno completato una scenografia dinamica, a contatto con il pubblico.
Ambiziosa nelle finalità, questa iniziativa non si è proposta come esperienza isolata: l’amministrazione comunale vuole provare a piantare nel tessuto culturale della nostra città un piccolo seme nella speranza che, attraverso il riconoscimento del suo valore formativo e della sua efficacia sociale, possa diventare una presenza costante negli anni, e trasformarsi da esperienza “una-tantum” a centro di formazione artistica e teatrale stabile.