Ufficialmente non se ne parla. Anche se, nella giornata di ieri, in prefettura a Messina si è parlato anche di questo: un piano di evacuazione per sfollare l’isola di Stromboli.
Mobilitati, sulla carta, sia Marina militare che compagnie di navigazione private.
C’è il rischio che la situazione a Stromboli possa precipitare.
D’altro canto, sia i vulcanologi sia gli stessi politici, si rendono conto che “la situazione a Stromboli potrebbe evolversi nel modo peggiore.
Dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza.
Di certo – assicurano gli esperti – la nostra materia non è scientificamente perfetta, però, è anche vero, che i segnali che riceviamo non sono del tutto rassicuranti. Speriamo che la situazione possa rientrare”.
Dal canto suo, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni si affretta a dire che “pur se la situazione è sotto controllo, ho delle obiettive difficoltà.
Visto che è stato revocato lo stato di emergenza a Stromboli già alla fine dell’anno scorso, non sappiamo come poter impiegare i fondi per le emergenze. D’altra parte, non ho nemmeno la possibilità di poter impedire l’accesso al cratere.
Certamente non posso chiudere l’isola, ci andrebbe di mezzo l’economia dell’intero arcipelago. Pertanto – continua Giorgianni – ho bisogno che chi di competenza mi dia delle disposizioni precise. Non possiamo essere abbandonati soprattutto in questi momenti”.
C’è anche da sottolineare che proprio qualche ora fa a Stromboli si è verificato un altro crollo.
In buona sostanza, la lava ormai accumulata da anni ha bisogno di “trovare una via d’uscita”.
Il che, potrebbe significare che ha bisogno di altri varchi, altri spazi che probabilmente, potrebbero (ma il condizionale è d’obbligo) aprirsi in qualche costone dell’isola. In effetti, il vero pericolo è proprio quello.
LUIGI BARRICA http://palermo.repubblica.it/