Impegnata nel sociale, insegnante, conosce la città e ne vive tutte le problematiche come madre, lavoratrice, cittadina. Il suo impegno in politica e nella “città sociale” nasce dall’esigenza – unica – di aiutare chi soffre: dal disoccupato all’anziano solo, dal giovane drogato all’aiuto alle famiglie, dai disabili senza voce nella società ai talenti in essa nascosti. E’ stata designata assessore ai servizi sociali, ma si occuperà se eletta anche di pubblica istruzioni e “sviluppo” donna con Antonio Giudice, oltre gli schieramenti e senza barriere.
A Gela la conoscono tutti.
Si muove bene tra i banchi di scuola e nei quartieri, crede nell’associazionismo e nella democrazia, soffre per la mancanza del dialogo costruttivo tra le gente ed il palazzo, ancora si indigna, e s’immagina una Gela, la sua città, come un polo attrattivo di turismo, cultura e socialità.
Da ventitré anni insegna.
Un lavoro fatto con passione e impegno che la porta spesso a toccare con mano il “ventre molle” del disagio giovanile, delle famiglie che non arrivano a fine mese, della mancanza di spazi dove aggregare, far sport.
Spazi mai pensati e che rendono orfana l’esigenza del bisogno di svago, tempo libero, del confronto, dove le famiglie possano ritrovarsi.
Cura i rapporti interpersonali, sulla sua bacheca di facebook spesso cita Gandhi, Martin Luhter King e Madre Teresa.
Sono le frasi, i momenti di riflessione che poi diventano motivo di discussione, insegnamento, in classe o per la strada.
Sorride a chi le chiede perchè la scelta di far politica ora.. e a quei “ma chi te lo faceva fare” risponde “Se non ora quando -, aggiungendo – Gela ha bisogno di risposte adesso, di gente con idee, che vuol mettersi in gioco, spendersi disinteressatamente per la collettività- Gente corretta e onesta.
Gela ha bisogno di riprendere a splendere, di creare posti di lavoro, di non aver nè clientele nè essere vassalla dei potente di turno.
Mi piace scommettere sul futuro dei miei figli, mi piace lottare per le mie idee, mi piace questa città e la sogno zeppa di giovani felici, sereni, piena di lavoro, non più grigia”.
Lei insegna applicando l’ABA cioè “l’analisi applicata del comportamento” che si propone come una tecnica pratica fondata sull’osservazione e la registrazione del comportamento inadeguato allo scopo di apprendere nuove abilità comportamentali, e questa volta diventando seria commenta” Sono regole … quelle che anche a Gela mancano da sempre”.
Cattolica, crede nella grande forza della fede, ma non ne fa nè barriere nè trincee.
“Oggi lo scambio intereligioso, il confronto, l’abbraccio ecumenico è un punto di partenza. Gela la sua integrazione l’ha vissuta nei secoli, è una città aperta, libera, senza ghetti e questa è la risposta a chi oggi vuol dipingerci come i nuovi razzisti”.
Tiziana Vella ha una famiglia che l’ha appoggiata in questa avventura, al suo fianco c’è Giuseppe, il marito che è un avvocato, tre figli a cui dedica spazi, tempo e attenzioni… “scendo in politica, quella attiva – lei è anche sindacalista nel suo istituto – anche per loro che sono giovanissimi, per tutti i ragazzi gelesi per i quali desidero un futuro migliore, ricco di certezze, senza spettri legati ai viaggi della speranza per trovar lavoro, per studiare, per non morire”.
Poi parlando di sè aggiunge : “Amo la povera gente; ripudio il detto che il fine giustifichi i mezzi; il mio impegno in politica nasce dall’esigenza unica di aiutare chi soffre: dal disoccupato all’anziano solo, dal giovane drogato all’aiuto alle famiglie, dai disabili senza voce nella società ai talenti in essa nascosti”.
Ha un programma elettorale, il suo “fare”, concreto, preciso: “Vorrei che il mio mare e la mia spiaggia rimanessero nel cuore di chi ama la natura; Vorrei che ogni pianta parlasse di benessere cittadino; Vorrei che le strade diventassero lo specchio nel quale rifletter la nostra immagine e che ogni uomo, donna, bambino cessassero di vivere inseguendo il tempo, e vorrei che i cittadini diventassero i protagonisti della nostra martoriata città; Vorrei regalare alla mia gente un sogno e per quello vivere, cosi nell’obiettivo di Sicilia autonoma, dove cielo, sole, terra e mare facciano da sole , insieme ai servizi erogati, il gioiello del mediterraneo. Vorrei un città senza barriere nè fisiche nè mentali; Vorrei una città piena di Cultura, piena di Librerie dove ci sia spazio per la Creatività, la Musica e per l’Arte, di cui Gela è piena”.
E poi conclude… “Vorrei che Gela divenisse il paese delle piazze“.
Un sistema di collegamento dal centro alla periferia, dove attraverso spazi pensati per l’incontro, per il confronto, per la cultura e la legalità, la nostra cittadina divenisse non come ora simbolo “del profondo sud” ma del “Sud del riscatto”.
“Quindi – dice concludendo – per tutto questo, la scelta di correre con Antonio Giudice mi è sembrata la cosa più naturale da fare. L’unica per poter dare a questa “mia” città la possibilità di un riscatto, lontano da Crocetta, dalla mafia, dai bisogni che imbrigliano le libertà, senza droga e malcostume, senza povertà, e guardandomi intorno, guardando a questa splendida lista, fatta da giovani, donne,uomini che hanno coraggio, penso che il mio sogno possa diventare realtà, condiviso e condividibile da tutti”.
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