Disperato, l’imprenditore della Locride ha capito che l’unica via di uscita che aveva era denunciare, rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Così ha fatto raccontando i dettagli e riempiendo pagine di verbali contenenti anche i nomi di coloro che lo hanno vessato per anni.
L’uomo, che oggi vive con la famiglia in località protetta e operava nel settore tipografico, ha contribuito all’operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri che hanno fermato 34 persone, di cui tre irreperibili, per associazione mafiosa, estorsione, usura, esercizio abusivo del credito con l’aggravante delle modalità mafiose. Interessi stratosferici quelli che pesavano sulle sue spalle, fino al 15 % mensili e dal 43% al 461% annuali.
L’operazione, come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero De Raho, si basa anche sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Salvatore Agostino e Antonio Femia, che fanno riferimento alle cosche Ursino-Macrì-Jerinò di Gioiosa e Rumbo-Galea-Figliomeni di Siderno.
La denuncia di un solo soggetto usurato ha consentito un operazione di tale portata con un intervento tempestivo.
E’ il Tenete Colonnello della GdF William Vinci a raccontare alcuni particolari emersi dalla denuncia dell ’imprenditore che non potendo pagare gli interessi mensili fu costretto dagli usurai ad accettare fatture inesistenti emesse da persone e società vicine alla cosca, operazioni inesistenti e passive allo scopo di far trarre vantaggio nella denuncia dei redditi per coloro che le emettevano, abbattendo i costi. Ed ancora, l’usurato era costretto ad acquistare automobili e altri beni accendendo finanziamenti dei quali doveva pagare le rate, senza vedere neppure l’ombra dell’autovettura così come dei soldi del prestito.

Cronaca, Cronaca Provinciale
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.