Un “magico” Giovanni Renzo con pianoforte e orchestra quello visto e ascoltato al Teatro V.E. di Messina venerdì scorso.
Con “Musiche per pianoforte e orchestra” il pianista messinese ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera artistica in un viaggio poetico che ha incantato la platea. Nella prima parte proposti brani “piano solo” tratti da Infanzia e Racconti per Pianoforte, con una straordinaria versione de L’amour est oiseau rebelle della Carmen di Bizet, improvvisata in chiave jazz per il teatro. Seconda parte “pianoforte e orchestra”, con la suite tratta da La Distanza della Luna, che ha fatto sognare il pubblico in teatro.
L’evento è stato dedicato a Orazio Corsaro, apprezzato musicista messinese scomparso Venerdì mattina. Come preludio proposto un brano scritto da quest’ultimo assieme a Giovanni Renzo, che lo ha ricordato così: “Un grande musicista, una persona per noi indimenticabile”.
Racconti in musica, dentro un viaggio che vale una carriera fatta di note che accompagnano passioni, sogni e progetti artistici. Il tutto animato da quella poesia che unisce l’artista al suo pubblico. Ma, soprattutto, dall’infinito amore per il pianoforte.
Giovanni Renzo, Venerdì sera, sentiva l’impegno che lo aspettava: salire da protagonista sul palco del Vittorio Emanuele per la prima volta nella doppia veste di musicista e direttore artistico. E il risultato si è visto dai lunghi applausi che il suo pubblico gli ha riservato e dai commenti che si sussurravano: “Ci ha fatto sognare…”
Egli, salito sul palco, non ha perso tempo: due minuti al piano dedicati a Orazio Corsaro, musicista, compositore ed etnomusicologo, che al Teatro V.E. era stato maestro di palcoscenico e direttore di scena, scomparso nella mattinata. Un preludio con un pezzo scritto da loro due, insieme. A seguire, il suo ricordo con voce commossa: “Un grande musicista, una persona per noi indimenticabile. Dietro la sua barba si nascondeva una persona buona, dolce, un grande artista a cui il Teatro di Messina deve molto”.
A partire da lì, per tutta la serata, Giovanni Renzo si è dedicato al suo piano in modo intenso, introspettivo e al tempo stesso comunicativo tra sé e la platea, riuscendo in modo straordinario in quella narrazione che il pubblico si attendeva, soprattutto nella rivisitazione e nell’interpretazione di se stesso. Operazione non facile, davanti alla platea della propria città, che l’ha visto, passo dopo passo, crescere e affermarsi fino ad approdare ai grandi palcoscenici.
Così, il pianista-compositore messinese, appassionato d’astronomia e di tanto altro, ispirato come sempre, per un’ora e mezza ha riscaldato il cuore del pubblico, giunto in teatro per condividere un sogno in musica, apparso subito evidente.
Dopo il preludio, un gesto di riconoscenza agli operatori del V.E.: “Questo teatro ormai per me è una seconda casa, in virtù dell’affetto dimostrato dalle persone che qui ci lavorano, con cui ho un ottimo rapporto”, ha detto Renzo prima di sedersi al suo pianoforte. Dopodiché, via al concerto.
Nella prima parte proposti brani “piano solo” tratti da Infanzia e il pubblico entra nell’atmosfera della serata: L’Aria di Giugno, datato 1986, esteso, delicato e ben articolato, in linea con il suo titolo; Tango, un omaggio ad Astor Piazzolla, in un divenire dolce, forte, intenso e passionale; la suite Cenere, realizzata per l’omonimo film muto, unico che vide sul grande schermo Eleonora Duse, il cui regista, in arte Febo Mari, era di origini messinesi. L’interpretazione è in quattro intensi, bellissimi movimenti: una ballad; un jazz con accompagnamento sui bassi e articolazioni sulla tastiera; un pezzo che va sul classico e man mano si accende in modo energico; il rientro sul primo tema dai toni caldi. Applausi!
Era il 1989, quando Giovanni Renzo fu chiamato da un giovane Ninni Bruschetta per le musiche di uno spettacolo teatrale che tra gli attori comprendeva Maurizio Puglisi. I tre, a distanza di 25 anni, si ritrovarono insieme a tirar su il Teatro V.E., che negli ultimi anni aveva conosciuto l’oblio: nell’ordine, direttore artistico di musica, prosa e presidente dell’Ente. A dir poco straordinario quel brano, che Renzo al tempo ha improvvisato per adattarlo alle scene: una variazione de L’amour est oiseau rebelle, della Carmen di Bizet, un intrecciarsi di jazz ed emozioni, dove si nota l’arte di chi ha frequentato i seminari jazz di Siena con Enrico Pieranunzi e la sessione estiva della Berklee School di Boston, che si tiene a Perugia, per Umbria Jazz.
Il brano è inserito nell’album Racconti per Pianoforte, 2010, che comprende anche quello che seguirà: Il Colore del Grano, che renderà nuovamente soft l’atmosfera in sala.
Seconda parte con l’orchestra: direttore Giuseppe Paratore, flicorno solista Giuseppe Ruggeri. Come previsto, è giunta l’ora della suite più attesa: La Distanza della Luna, opera ispirata alle Cosmicomiche di Italo Calvino, scritta da Renzo nel 1996 e riedita nel 2007, che ha trovato varie applicazioni, attraversando vari cartelloni fra teatro e danza. Memorabile l’interpretazione a Taormina Arte, per la voce di Arnoldo Foà.
Stavolta Giovanni Renzo l’ha adattata in sette parti, tutte pregevoli, con l’orchestra a far da base sinfonica e solisti come flicorno, arpa e flauto che hanno incrociato le proprie note con quelle del pianista, in un’alternanza di musiche che hanno regalato bellezza ed emozioni all’intera platea.
Dopo il lungo applauso finale, l’abbraccio al pianista fuori dalla sala da parte di amici e appassionati. Tra le persone che si sono congratulate con lui, anche la neo – assessora comunale Daniela Ursino, che dal primo Maggio assumerà la delega alla Cultura.
Corrado Speziale
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