Agricoltura – Accolto come raccomandazione odg di Rinaldi (PD)
Comunicati Stampa

Agricoltura – Accolto come raccomandazione odg di Rinaldi (PD)

L’Assemblea regionale siciliana ha accolto ieri, come raccomandazione, l’ordine del giorno, presentato dal vice Capogruppo del Partito democratico all’Ars Franco Rinaldi, che “impegna il Governo regionale ad adoperarsi per una rivisitazione della direttiva comunitaria” che obbliga a smaltire come rifiuti ordinari paglia, sfalci e potature nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso, e “ad avviare nel più breve tempo possibile sul territorio regionale un monitoraggio delle varie emissioni pericolose che inquinano il nostro ambiente”.

“In assenza di mezzi e spesso di centri di conferimento idonei – afferma Rinaldi, che aveva già presentato in merito un’interrogazione a settembre – tale normativa sta creando notevoli problemi alle piccole e medie aziende agricole siciliane”.

“Pur rimanendo la tutela dell’ambiente un dovere indiscutibile – prosegue il deputato del PD – la normativa, così com’è, rischia seriamente di danneggiare le nostre campagne, poiché i residui di potatura che per millenni sono stati bruciati dagli agricoltori nel proprio terreno, adesso debbono essere smaltiti adeguatamente e, pertanto, raccolti e trasportati nei centri di raccolta, con costi e disagi immaginabili, soprattutto  per i terreni impervi ed ubicati in zone irraggiungibili dai mezzi meccanici, com’è la zona nebroidea in particolare, nella quale non ci sono nemmeno adeguati centri di conferimento”                                                                                                                               

“Si tratta di situazioni obiettive che possono indurre verosimilmente molti proprietari ad abbandonare definitivamente l’agricoltura e a lasciare incolti i propri terreni, con l’ulteriore consequenziale pericolo che a bruciare, nel futuro, non siano solo paglia e sfalci, ma alberi e boschi interi, per via degli incendi che si potrebbero sviluppare – conclude –  sempre più numerosi a causa della mancata pulizia dei terreni”.

                                    
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELL’ORDINE DEL GIORNO

L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

PREMESSO che:

•    centinaia di lamentele giungono da parte di contadini ed agricoltori sul divieto introdotto dalla direttiva comunitaria n. 2008/98/CE di bruciare nelle campagne i residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale, la cui combustione si configura come illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile penalmente con l’arresto;

•    in particolare, la direttiva comunitaria citata e recepita dal Decreto Legislativo n. 205 del 3 dicembre 2010 il cui art. 13, modificando l’art. 185 del D.Lgs. 152/2006, stabilisce che paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi…, se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l′ambiente o mettono in pericolo la salute umana debbano essere considerati rifiuti e come tali debbano essere trattati;

•    di conseguenza, chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 e’ punito con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro, se si tratta di rifiuti non pericolosi;

•    ciò significa che le stoppie, gli sfalci e i residui di potatura che per millenni sono stati bruciati dagli agricoltori nel proprio terreno, adesso, per via della direttiva CEE in oggetto, essendo stati classificati alla stessa stregua dei rifiuti, debbono essere smaltiti adeguatamente e, pertanto, raccolti e trasportati nei centri di raccolta, con costi e disagi immaginabili, soprattutto per i proprietari di terreni impervi ed ubicati in zone irraggiungibili dai mezzi meccanici, com’è la zona dei Nebrodi, in particolare;

CONSIDERATO che:

•    si tratta di situazioni obiettive che possono indurre verosimilmente molti proprietari ad abbandonare definitivamente l’agricoltura e a lasciare incolti i propri terreni, con un ulteriore consequenziale pericolo che a bruciare nel futuro non siano solo paglia e sfalci, ma alberi e boschi interi, per via degli incendi che si potrebbero sviluppare sempre più numerosi a causa della mancata pulizia dei terreni;

•    per di più, in alcune zone del territorio regionale, come nella zona dei Nebrodi non esiste alcun centro di conferimento, per cui  è praticamente impossibile, anche per chi lo volesse, agire nel rispetto della legge;

•    la normativa si riferisce a qualunque residuo vegetale e quindi anche l’erba tosata nel prato davanti casa, o i rametti  delle rose e delle siepi del proprio giardino sono considerati rifiuti speciali che non possono essere bruciati, né essere conferiti nei cassonetti,  ma devono essere portati nei centri  di raccolta, pena l’arresto (da tre mesi a un anno) o l’ammenda (da 2.600 euro a 26.000 euro);  

RITENUTO che:

•    sia giusto e doveroso da parte delle istituzioni locali, regionali, nazionali e comunitarie tutelare l’ambiente dalla cui salubrità dipende la salute dei cittadini;

•    tuttavia, la normativa in oggetto rischia seriamente di danneggiare le nostre campagne e trasformare in potenziali criminali decine di migliaia di persone;

•    in verità, le declamate ragioni ambientali invocate legittimamente a sostegno della norma, consistenti nell’evitare l’inquinamento prodotto dai fumi della combustione, non appaiono, tuttavia, del tutto convincenti se si considera che il fuoco era un elemento perenne delle nostre compagne ed in ogni casa e sui terreni circostanti vi erano dei focolari permanentemente accesi quando l’aria era molto meno inquinata rispetto ad oggi e,  quindi, non è certamente con il divieto di far bruciare rami e foglie secche che si combatte l’inquinamento, ma occorrerebbe, invece, focalizzare ben altre emissioni;

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

•    ad adoperarsi per una rivisitazione della normativa comunitaria, attraverso un intervento presso il Governo nazionale che ha recepito acriticamente la direttiva comunitaria n. 2008/98/CE per far valere nelle sedi istituzionali competenti le problematiche di una norma che provoca, tra l’altro, un pericoloso scollamento tra i palazzi del potere e i cittadini;

•    ad avviare nel più breve tempo possibile sul territorio regionale un monitoraggio delle varie emissioni pericolose che inquinano il nostro ambiente.

(9 novembre 2011)

RINALDI        

AMMATUNA        

BARBAGALLO        

GALVAGNO

10 Novembre 2011

Autore:

admin


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist