ANALISI SULLA RIVA DEL LONGANO – L’anima di un progetto per evitare l’effetto domino
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ANALISI SULLA RIVA DEL LONGANO – L’anima di un progetto per evitare l’effetto domino

Se si dovesse ricominciare a pensare che la politica, vecchio stile, dovesse riproporsi quale effetto boomerang di questi anni senza sostanza e tornare ad impadronirsi del controllo del territorio, attraverso l’attività predatoria del consenso elettorale, non andremmo molto lontano.

Dopo la politica che controllava si è passati, difatti, nel corso degli anni a quell’antipolitica che minacciava stravolgimenti risolutivi e migliorativi, che poi non ci sono stati.

Se la ribellione ha assunto ed assume un significato rilevante, questo avviene sol perché reagisce ad un malcostume fatto di mediocrità e corrompimenti a vario titolo del tessuto sociale.

Difatti troppe complicità hanno condotto ad innumerevoli giustificazioni del nulla di fatto o dell’effetto nocivo di tante e raffinatissime intelligenze, che, come Giulio Andreotti, impersonavano un conservatorismo senza tradizione (ovvero senza radici ed idealità nobili), ovvero di coltivazioni di vizi che hanno pervaso lo scenario politico, senza meritevole prospettiva per un nuovo modo di fare governo.

Certo il contesto bipolare in cui si misuravano a distanza oriente e occidente, USA e URSS, conduceva, inevitabilmente, ad un sistema bloccato, impossibilitato a costruire alternative credibili sia per gli impegni internazionali, che per la politica interna che si traduceva in una contrapposizione storica nel, cosi definito da Giorgio Galli, bipartitismo imperfetto (DC/PCI).

 

Oggi siamo invece in uno scorcio storico in cui, passati ad una dialettica multipolare, la politica di governo declina la gestione degli affari del mondo senza eserciti, ma con una forza dirompente attraverso modalità infernali delle dinamiche tecnologiche (vedi: sistema degli algoritmi) e della natura che si ribella mediante virologiche visioni da laboratorio.

Oggi appare chiaro che il mancato controllo elettorale non è altro che lo specchio di un maggiore controllo delle menti che devono uniformarsi ed omologarsi passando dal mercato elettorale ad essere occasione di pirateria nel mercato dei consumi e della finanza di algoritmi creati appositamente per essere meglio controllati.

Così i territori, anche nell’ambito locale, subiscono ricadute nefaste che non li vede più al centro dell’interesse generale, ma solo momenti per costruire occasionali interessi da custodire gelosamente e gestire corporativisticamente.

Così il privatissimo gioco si impone alla dimensione pubblica. In siffatta maniera l’ennesima e terribile esperienza porta ad eventi costruiti per limitare ulteriormente la libertà di pensiero e per disseminare il dibattito pubblico di pericolosi momenti di riduzione delle libertà.

Ogni cittadino così risulta smarrito di fronte alla voluta confusione che genera annichilimento, paure e divisioni distruttive. La risposta delle comunità appare ancora di là da venire, giacchè, dilapidato il senso di appartenenza, la comunità, in quanto impersonificazione di un destino coeso e comune, rimane un’entità astratta, che ancora non intravvede una linearità chiara nel percorso intrapreso.

Di contro le classi dirigenti frutto non di appropriate selezioni ma di episodico ed occasionale ‘randagismo politico’ non riescono ad intercettare una cultura di riferimento, delle idee coordinate ed impostazioni coerenti, sì da subire una sorta di regia eterodiretta, che mira solo, con incoscienza e ferocia, banditismo ed indolenza, a soggiogare i tanti che, da uomini liberi, intenderebbero essere padroni del proprio destino.

Ebbene, come direbbe Alberto Arbasino, nelle attenzioni e nelle dimenticanze, il pubblico dello spettacolo, come ai tempi della fine di Aldo Moro, si mostrerà spietato nei riguardi dei cialtroni, millantatori e giocolieri da circo mediatico, come Beppe Grillo. Di fronte a ciò solo la credibilità di nuove personalità e l’autorevolezza della loro effettiva caratura può invertire la china che, con effetto da piano inclinato, procede inesorabilmente verso il basso, senza facili soluzioni per arrestare il fine corsa.

(Rino Nania / 30 giugno 2020)

30 Giugno 2020

Autore:

redazione


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