E’ questo in sintesi il dire del Presidente dell’Ance – l’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Messina – Giuseppe Ricciardello, che prendendo spunto dall’attuale campagna elettorale messinese evidenzia problematiche e punti di crisi di un comparto – quello edile – che assicura occupazione ed economia, ma disegna anche, con ottimismo, la città che vorrebbe che sia
Ricciardello, amministratore della Ricciardello spa e presidnete dell’Ance Messina, al quale la Gazzetta del Sud, il giornale della città, dedica, nell’edizione del 12 maggio, un’ampio spazio con una lunga intervista argomenta il suo dire in articolati passaggi che toccano sia la “cementificazione” subita da Messina, ma anche delle potenzialità che le potrebbe offrire un’opera come il ponte e punta il dito anche sulla zona Falcata “nel disegno della Messina che verrà può e deve essere utilizzata quasi come un laboratorio della riqualificazione, sia intercettando i finanziamenti europei, che favorendo investitori esterni” e per lui sia il il quartiere Fieristico o la ex Sanderson sono luoghi di futuro sviluppo.
Per l’imprenditore brolese, ai vertici dell’Ance, il rilancio economico e sociale della città, che coincide con la ripresa dell’intero territorio provinciale, deve transitare attraverso una nuova visone del terziario, del turismo e del commercio, “purtroppo i finanziamenti per le infrastrutture che consentirebbero l’afflusso dei turismo di massa un sistema di trasporti moderno sono bloccati da norme che impediscono gli investimenti pubblici”.
Per lui “il caso emblematico è quello del Ponte sullo Stretto, un’opera di ingegneria unica in ambito mondiale ridotta solo a specchietto per le allodole in periodo elettorale e simbolo dell’inerzia della classe dirigente e politica del nostro Paese».
Nella sua agenda di incontri, ovviamente l’Ance ha previsto quello con i vari e tanti candidati sindaci di Messina e con qualcuno l’ha già fatto, come evidenzia Ricciardello che dice: “Abbiamo iniziato con il prof. Dino Bramanti, che, per primo, ha avuto la sensibilità di contattarci, ma già è stato imitato da altri due esponenti politici e presto completeremo il quadro delle occasioni di confronto con i sette aspiranti al ruolo di primo cittadino, per capire quali sono i loro programmi mirati a dare impulso all’economia cittadina e di tutto il territorio.
Abbiamo già una piattaforma di richieste e di proposte della nostra associazione, innanzitutto per far sì che i milioni di euro sbandierati da anni nei vari Masterplan e Patti divengano gare d’appalto e possano dare ossigeno al nostro settore.
Quando, nel mese di ottobre 2016, venne l’allora premier Matteo Renzi in città per firmare il Patto, abbiamo segnalato la presenza di progetti inseriti in quell’elenco che facevano già parte di altri finanziamenti, con alcune opere addirittura già consegnate, mentre persiste l‘enorme problema dell’assenza di progetti esecutivi, che di fatto, ha impedito di avviare l‘iter per l’assegnazione.
Partire da questo – evidenzia l’imprenditore – per mettere in circolo i milioni di euro del Masterplan sarebbe già un primo importante impulso all’edilizia pubblica, da sempre traino di quella privata e dell‘economia“.
Giuseppe Ricciardello, parlando della città e del suo territorio riconosce come in alcuni casi si sono registrate brutture e insediamenti a dir poco avventati, ma questo per lui non giustifica “l’ostracismo nei confronti dell’edilizia privata. imperante ormai da troppo tempo.”
Per questo secondo i vertici dell’Ance “Occorre dare la possibilità di intervenire nel campo delle ristrutturazioni e della rigenerazione urbana di ampie porzioni del territorio degradate, favorendo iniziative di partenariato pubblico privato, come accaduto in altre parti d’italia. Gli strumenti legislativi e fìnanziari esistono, basta utilizzarli con criterio e concretizzando operazioni sostenibili da tutti i punti di vista”.
Non è morbido con l’amministrazione Accorinti quando parla degli ultimi strumenti urbanistici varati dalla giunta. “Sulla cosiddetta variante di salvaguardia, siamo rimasti spettatori, anche attoniti, delle vicende, a volte paradossali, legate all’iter di redazione ed all’approvazione negata in Consiglio Comunale. Si è parlato di variante Salvacolline, ma la legislazione in vigore impedisce già qualsiasi ulteriore insediamento massiccio nelle colline e ci auguriamo che la prossima Amministrazione operi in direzione dello snellimento di procedure burocratiche assurde in epoca di rivoluzione digitale, ponendo le condizioni per una nuova creazione di edilizia di qualità”.
E guardando ad una Città proiettata verso il futuro per Pippo Ricciardello un posto di riguardo nella progettazione urbana deve spettare alla zona Falcata, e non solo a questa, infatti evidenzia che “Nel disegno della Messina che verrà può e deve essere utilizzata quasi come un laboratorio della riqualificazione, sia intercettando i finanziamenti europei, che favorendo investitori esterni – aggiungendo – Non esiste solo la Zona Falcata, ma a Messina sarebbe indispensabile agire anche in altre aree da restituire alla fruizione pubblica o all’iniziativa privata, come, ad esempio, quelle militari o ferroviarie da dismettere in pieno centro o il quartiere Fieristico o la ex Sanderson, per citare solo alcuni casi eclatanti.
Da decenni vediamo questi ambiti preziosissimi, inclusi nei libri dei sogni di progettisti o esponenti politici, diventati sempre più emblema del degrado generale e della pigrizia mentale che, purtroppo, sembrano essere una caratteristica di questa città avviluppata nella crisi senza intravvedere nessuna via di uscita.
Senza uno sforzo collettivo, purtroppo, da mettere in atto al più presto da parte di tutte le forze sociali, economiche e Politiche, il futuro sarà sempre più cupo”.