Intervista di Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista all’artista Andrea Scanarini, il quale – nella presente chiacchierata – ha ammesso di essere esclusivamente istinto…
Buongiorno Andrea! Vorrei chiederti subito come, quando e da quale motore interiore ha avuto origine il tuo viaggio nelle arti visive. “Ciao Giulia, il mio rapporto con l’arte è nato e prosegue fin dall’infanzia. Essa è sempre stata il mezzo con cui liberare quello che ritengo sia il mio cosiddetto lato oscuro”.
Da piccolo, chi desideravi diventare “da grande” e che bambino sei stato? “Quando ero bambino, ero particolarmente introverso e poco proiettato al futuro. La mia vita è sempre stata più legata all’istintività, che non al progettare. Paradossalmente questa “libertà” mentale mi ha lasciato libero appunto di agire senza limiti”.
Se dovessi assegnare una canzone e un colore alle fasi più rilevanti della Sua esistenza finora, quali assoceresti a ciascun periodo? “Non ho mai identificato la musica con i momenti della mia vita, soprattutto perché tendo ad ascoltarne davvero tanta (nonostante negli ultimi anni io sia rimasto focalizzato, per più tempo, solo su pochi progetti) …ma, comunque, sicuramente “Re Mida (Piano Solo)” di Lazza ha finito per legarsi a un momento molto particolare per me”.
Cosa rappresenta per te l’Arte, il disegno e i manga in particolare? Qual è cioè, a tuo avviso, il loro potere nonché principale pregio e valore? “I manga e l’arte hanno un forte dualismo, per me. Li amo e li curo al punto da arrivare a odiarli e a causarmi burnout – dovendo così abbandonarli per un certo periodo e poi ricominciare, ogni volta, daccapo. Potrei definirli <<la mia fine e il mio inizio>>. Da lettore, invece, credo che abbiano il forte potere di veicolare sensazioni e significati in maniera unica (anche per la loro derivazione culturale)”.
Quale ruolo ti sembra che giochi e quale dovrebbe avere l’immagine, l’estetica, nella società attuale e nel veicolare il significato in campo artistico (ad esempio nei videoclip musicali) ma non solo in questo? “Parlando strettamente del mondo musicale, penso che l’immagine sia complementare – sia nell’estetica, sia nei significati – ai brani… tant’è che molte opere di arte visiva divengono protagoniste delle copertine di album molto famosi. Purtroppo il lavoro sull’identità degli artisti è ancora lungo e tortuoso, perché si tende a identificare tutto come “esercizio di stile” e non come vero e proprio progetto a sé stante: questo porta, inevitabilmente, a sottovalutare l’identità dell’artista stesso che spesso è poco più di una menzione nei credits (quando va bene)”.
Quando ascolti, leggi, osservi un creativo cosa ti impressiona positivamente ed entusiasma maggiormente? Vi è qualcuno al quale guardi con stima e con cui vorresti collaborare – e, in caso affermativo, per quale specifico motivo? “Ho il terribile difetto di non guardare troppo gli altri artisti e non ho mai compreso se ciò sia un bene o se sia un male per la mia arte, tuttavia una cosa che è in grado di colpirmi è la capacità viscerale con cui per l’appunto taluni artisti sono in grado di legarsi a un’opera in particolare. Un esempio pratico, nei manga, è quello dello scrittore e fumettista Go Nagai con <<Devilman>>”.
Tu, insieme a Roberta Trocchia, hai creato il manga originale “Il potere del Farfastrello” in occasione dell’uscita del cd X2 di Sick Luke. Ebbene, ci racconti un po’ di questo volume e della sua genesi? “Il volume è nato in maniera del tutto casuale. Luke ci ha contattati in seguito a una fan art pubblicata sulla nostra pagina e da subito vi è stato entusiasmo all’idea di creare un’opera a volumi (in principio pensavamo a una serializzazione). L’inizio è stato travagliato e ha visto diverse revisioni, curate sia da noi che da Luke step by step. A un certo punto proprio Luke ha avuto la trovata geniale di allegare, in una deluxe apposita, il volume al disco (rendendolo autoconclusivo) e dunque, da lì, ha avuto origine il manga che tutti hanno avuto tra le mani”.
Hai l’impressione di essere più istintivo oppure razionale-concettuale nella tua arte? “Assolutamente ritengo di essere SOLO istinto e questo è un brutto animale da tenere in gabbia quando si tratta di progetti con scadenze”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare quanto sono fondamentali nel tuo vivere e in che misura ispirano e veicolano o meno la tua creatività? “I ricordi giocano un ruolo fondamentale nell’esprimermi. Le sensazioni che ho provato in determinati momenti della mia vita, sono le stesse che cerco di trasmettere a chi osserva le opere che realizzo. Nonostante sia l’istinto a portarmi a decidere il tempo e l’organizzazione secondo cui lavorare, ho dovuto imparare a educarmi nel gestire tutto nel miglior modo possibile al fine di rispettare ogni scadenza”.
Qual è il tuo pensiero a riguardo della tecnologia e dei social [clicca qui https://instagram.com/daytona_shuriken?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo Instagram di Andrea Scanarini], del loro uso e tu con quale finalità li utilizzi?“Ho idea che i social siano un’arma a doppio taglio, perché tendono a essere <<quantity over quality>> – causando un cortocircuito incredibile nei processi artistici. L’ideale sarebbe riuscire a coniugare il proprio personaggio al contenuto che porta, ma è uno step a cui non sono ancora arrivato (nonostante lo stia pianificando)”.
Prima di salutarci, vuoi anticiparci qualche chicca in anteprima inerentemente ai tuoi prossimi progetti? “Per questioni contrattuali, non posso rivelare molto rispetto a progetti futuri… ma qualcosa vedrà la luce molto presto!”.