ANNIVERSARIO – I 50 anni di Telefono Amico Messina
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ANNIVERSARIO – I 50 anni di Telefono Amico Messina

– di Corrado Speziale –

 Al Monte di Pietà si è svolta la prima giornata celebrativa dei cinquant’anni di Telefono Amico Messina, organizzazione di volontari che con impegno, attenzione e sensibilità fornisce ascolto attivo e dialogo telefonico sulle problematiche personali di ciascuno, con garanzia assoluta dell’anonimato. Il presidente dell’associazione Ennio Marino: “Bisogna sconvolgere i luoghi comuni che portano all’emarginazione di alcuni strati della società”. Assieme al suo intervento, quello dello psicoterapeuta Giovanni Amato e dell’avvocato Davide Bottari. Abbinata al convegno, la mostra collettiva con opere di Bruno Samperi, Maria Abbadessa, Lucia Allegra e Francesca Interdonato.

 090-5731839. “Pronto, Telefono Amico… Ciao, grazie perché in questi anni siete stati presenti nella mia vita… Mio figlio si droga e non so a chi rivolgermi… Ho ricevuto una bella notizia e vorrei condividerla con voi…. Ho paura che scoppi la terza guerra mondiale…. Grazie, perché rispondete sempre… La gente è cattiva… Mi hanno tradito tutti…Ho scoperto di essere stata adottata…”. Questi e tanti altri messaggi degli utenti, che potrebbero essere estesi all’infinito, uniti in una striscia disposta sul pavimento, accoglievano gli ospiti al Monte di Pietà, in occasione del convegno che ha aperto la ricorrenza dei 50 anni di Telefono Amico a Messina. Un’occasione importante non solo per celebrare un compleanno d’eccellenza, che richiama mezzo secolo di attività di volontariato e umanità, ma per fare un bilancio, rilanciare l’attività e migliorarsi ancora, alla luce delle trasformazioni di una società in costante divenire, con le sue irrefrenabili problematiche e complessità. Soprattutto, nei programmi per i suoi 50 anni, Telefono Amico Messina ha colto l’occasione per presentare il suo nuovo progetto rivolto ai giovani, “Voci di genere: Ascoltare, Comprendere, Agire. Percorso di consapevolezza sulla Violenza di Genere con Telefono Amico”, che vedrà momenti di condivisione con la cittadinanza il prossimo 30 ottobre al Palacultura e il 13 dicembre a S.M. Alemanna, data esatta della nascita dell’associazione a Messina nel 1975, che da lì in poi ha contato centinaia di volontari propensi all’ascolto di migliaia di persone in difficoltà. Oltre 10 mila contatti annui sono una realtà straordinaria, un patrimonio da custodire su cui argomentare e rilanciare. Promosso, in tal senso, il prossimo corso di formazione, su cui si stanno raccogliendo le adesioni di nuovi volontari e volontarie. Chiamando al numero telefonico 3501620340 o scrivendo a telefonoamicomessina@gmail.com è possibile chiedere informazioni.

Una voce amica, senza alcuna conoscenza fisica, arricchita dal senso della gratuità, in piena riservatezza, è uno strumento salutare, senza preconcetti e luoghi comuni. In fondo, l’incontro di due voci senza volto connesse nel dialogo e nell’empatia, può cambiare l’esistenza di chi vive momenti difficili.

Il convegno è stato organizzato con il patrocinio della Fondazione Messina per la Cultura, della Città Metropolitana di Messina e del CESV, con il contributo della BBC La Riscossa di Regalbuto, la cui vicinanza all’associazione è stata testimoniata dalla responsabile di filiale Antonella Ballarino.

Il convegno. “In questi 50 anni abbiamo contribuito a rendere accessibili famiglie sul tema dell’ascolto, scorporandolo dalla comune accezione del sentire. L’ascolto è cosa ben diversa, coinvolge i sensi ed entra nell’anima. L’atteggiamento non direttivo dei volontari, non proponendo soluzioni che intaccherebbero la libera scelta di chi chiama, è determinante”, ha detto il presidente di Telefono Amico Messina, Ennio Marino, che ha relazionato su “La storia e l’impegno cinquantennale dell’associazione, il ruolo cruciale dell’ascolto nel benessere individuale e sociale”. “Il servizio proposto tramite telefono è anonimo, aconfessionale e non direttivo. La chiave di volta – ha proseguito Marino – risiede nell’ascolto attivo mediante il quale i suoi effetti catartici, liberatori, favoriscono il deflusso dell’ansia accomunata ad una visione più nitida dell’accaduto”.

L’intervento dello psicoterapeuta Giovanni Amato verteva su “L’amore possibile – Esperienze e violenza di genere”. “Al Telefono Amico si rivolge una persona in difficoltà, che attraversa un momento di fragilità. Riconoscere la propria fragilità non fa piacere, anzi, talvolta suscita vergogna. Riconoscere un momento di fragilità psichica è una botta all’autostima alla propria identità”. Su quest’ultimo concetto si è particolarmente soffermato, declinandolo su varie forme: “L’identità di una persona è l’insieme delle caratteristiche, dei tratti, comportamenti, esperienze e relazioni che la rendono unica, differenziandola dalle altre. L’identità di genere è esteriore, l’identità psichica è interiore ed è un’altra forma di identità, non è fissata in manera rigida, è l’identità appresa, che riguarda il modo in cui l’individuo costruisce sé stesso come membro nei gruppi sociali”. Un raffronto: “L’identità sessuale può essere diversa dall’identità psichica. Va tutto bene fin quando l’identità sessuale, quella biologica, coincide con l’identità psichica e con l’identità appresa. Uno stato di disagio comincia nel momento in cui l’identità psichica non coincide con l’identità biologica”. Gli aspetti dell’identità. “Sono quattro, diversi l’uno dall’altro – specifica Amato – la fusione o identificazione, l’imitazione, l’individuazione, l’interiorizzazione. Non si basta mai a sé stessi. Un soggetto è sempre aperto al mondo. La nostra identità si costruisce attraverso un doppio movimento: avvicinarsi per trovare amore e prendere le distanze dagli altri per affermare la propria differenza”. Un passaggio sul patriarcato: “È fondato su un pregiudizio. Tutto ciò che producono e pensano gli uomini è più importante di ciò che fanno, pensano e sentono le donne. Fin dall’infanzia si comunica e si trasmette ai piccoli di sesso maschile questo tipo di impostazione”. Le risultanze: “Un prototipo di maschio eroico e duro che non comunica le proprie emozioni”. Dunque, l’amore: “L’unica maniera utile, sana per amare, è quella che si esprime attraverso una condizione di accettazione positiva, incondizionata, cercando di comprendere l’altro o l’altra senza giudizio, con capacità empatica”. Il dramma dei femminicidi: “Siamo agiti da forze di cui non siamo consapevoli. Il primo passo è acquisire consapevolezza, quale che sia lo scenario che fa da sfondo alla propria vita. Famiglia, società o rapporto di coppia, bisogna riconoscere la propria sofferenza perché qualcosa possa cambiare”.  Il senso dell’incontro: “È qui che si inserisce il servizio silenzioso e discreto come Telefono Amico, perché in certi momenti qualcuno che ci ascolta senza giudicarci, cercando di mettersi nei nostri panni, può essere d’aiuto”.

La relazione dell’avvocato Davide Bottari: “Attività progettuali di Telefono Amico Messina, legate alle tematiche della parità e alla lotta contro le disuguaglianze di genere”. Il progetto Voci di genere: “Rappresenta un impegno concreto di Telefono Amico Messina per contribuire alla sensibilizzazione sull’uguaglianza di genere. Alla conquista della consapevolezza di sé e al controllo sulle proprie scelte. Non è una semplice iniziativa, bensì qualcosa di più esteso, una visione, un ponte gettato verso una società più giusta e consapevole.  Il focus è rivolto ai giovani, studenti universitari e delle scuole di primo e secondo grado”. L’obiettivo: “Non creare spettatori ma agenti di cambiamento. I giovani saranno chiamati ad acquisire una maggiore consapevolezza delle forme di violenza e discriminazione di genere”. Cosa propone: “Sviluppare empatia verso le vittime assieme a una comprensione più profonda delle dinamiche relazionali complesse. Essere in grado di identificare i segnali di allarme e la violenza subita, sapere come intervenire e a chi rivolgersi. Imparare a comunicare in modo efficace e rispettoso, evitando linguaggi e comportamenti che perpetuino stereotipi e discriminazione”.

Infine, i versi di Ennio Marino letti da Ermelinda Lazzaro: “Parlare è scoprire sé stessi in uno specchio. In fondo è facile provare ad amare prima che il cuore ti diventi vecchio. Il dolore si scioglie all’improvviso scoprendomi compagno noto e antico. Ho avuto per fortuna il sorriso e la scoperta di un ascolto amico”.

17 Luglio 2025

Autore:

redazione


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