Nelle carte dell’inchiesta che ha portato agli arresti di ieri relativamente ai contributi europei per l’agricoltura ) l mafia dei pascoli”, si scope quanto fastidio ha creato il “protocollo Antoci” al malaffare.
Cosi scrivono i Magistrati di Caltanissetta nell’ordinanza di custodia cautelare:
“Gli interlocutori commentavano, con tono polemico, la recente modifica normativa introdotta nell’ambito delle contribuzioni agricole che prevede l’introduzione del Certificato Antimafia. In tale conversazione si fa riferimento al c.d. Protocollo Antoci. Tale protocollo è stato recepito nel nuovo Codice Antimafia il 27.09.2107”.
Antoci commenta “Ecco quando ti rendi conto che il tuo lavoro dà buoni frutti. Avanti…Insieme”.
Così, giusto per dire.
Il comunicato a riguardo di Giuseppe Antoci
OPERAZIONE DDA CALTANISSETTA TERRE EMERSE NEI COLLOQUI DEI BOSS IL RANCORE PER ANTOCI
Antoci: “E’ ormai una costante. Il loro rancore per me una medaglia”
Il giorno dopo gli 11 arresti operati dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta al Comando del Colonnello Andrea Antonioli e coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia retta dal Procuratore Amedeo Bertone, vengono rese note le prime carte dell’indagine.
In queste, si evidenzia chiaramente il disappunto dei boss per il Protocollo di Legalità, oggi legge dello Stato, ideato e voluto da Giuseppe Antoci.
Il Boss Rodolfo Virga e i ras dei parchi, nelle intercettazioni telefoniche, dimostrano tutto il loro rancore per le richieste sempre più pressanti ricevute e se la prendono soprattutto con il Protocollo che ha preso il nome dall’ex Presidente del Parco dei Nebrodi. Rodolfo Virga, per esempio, in un dialogo intercettato dice: “I me soci… chiddi sunnu tutti… comu si dici… puliti e ponnu fari i cosi… ma io nun ni fazzu chiù dumanni di contributi…”
“Ormai è una costante – dichiara Antoci oggi Presidente Onorario della Fondazione Nazionale Caponnetto – trovare improperie ed insulti contro
di me negli atti di indagine che negli ultimi anni hanno consentito di assicurare alla giustizia, grazie al lavoro di Magistratura e Forze dell’Ordine, tanti mafiosi che lucravano sui terreni e sui Fondi Europei per l’Agricoltura e nonostante tutto ciò mi provochi paura e preoccupazione, non posso non considerare il loro rancore come una medaglia”.
“Mi sento però tranquillo. Ho al mio fianco le Forze dell’Ordine e la Magistratura, unitamente a tante persone per bene che non mi fanno mancare il loro affetto e il loro aiuto. Nonostante tutto vado avanti, con la consapevolezza dell’odio che cova contro di me negli ambienti mafiosi, ma assolutamente certo che altri giorni arriveranno dove ancora noi saremo qui a celebrare l’ennesima vittoria dello Stato e altri, invece, saranno svegliati alle luci dell’alba e assicurati alle patrie galere. Rispondo così ai rancori e all’odio di cosa nostra” – conclude Antoci .