Confronto consiglieri PD – Sindacati Pensionati. Manca il lavoro e i servizi agli anziani ma i finanziamenti restano inutilizzati
Il cinque virgola uno della popolazione anziana ha più di 80 anni, il 23,3% vive sola e sono quasi in ventimila coloro che presentano livelli diversi di disabilità sino alla non autosufficienza.
Non è una condizione idilliaca quella che i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil di Messina hanno rappresentato al gruppo consiliare del partito democratico per verificare se esistono possibili convergenze tendenti a provocare a Messina una strategia nuova e un profondo salto di qualità nella costituzione di un sistema di protezione sociale che porti all’inclusione delle fasce deboli, alla contrazione delle fragilità e, contemporaneamente, provochi autentico lavoro, trasparenza e legalità.
SPI, FNP e UILP denunciano non solo l’impiego di risorse insufficienti per contrastare la povertà ( il 50% delle pensioni sono di importo al di sotto della soglia della povertà) ma anche la mancanza di trasparenza e legalità, nonché l’incapacità e/o la cinica scelta di negare i servizi assistenziali, per costringere le persone a soggiacere ad un sistema clientelare e di scambio su cui si fondano tante fortune elettorali.
E sulle somme disponibili e non spese, a fronte dell’abbandono in cui versano migliaia di anziani, i sindacati dei pensionati realizzano il primo affondo nei confronti del comune di Messina che, come capofila del Distretto D26 per il piano di zona 2010/2012 è destinatario di finanziamenti per 10milioni (9.927.597)
“Altri distretti nella nostra provincia – affermano – hanno bandito le gare ed affidato i servizi alle imprese sociali vincitrici da un anno. A Messina sono previste 13 azioni. Di esse alcune sono di nuova progettazione, rivolte a fasce deboli prima escluse o destinate a rafforzare servizi importanti fin qui limitati a una utenza ristrettissima.
Tutto il piano non è ancora partito (14 mesi di ritardo) e centinaia di disoccupati e di figure professionali qualificate nonché migliaia di persone in condizioni di bisogno estremo o relativo sono abbandonate alla generosità dei familiari, dei parenti, dei vicini di casa e/o delle associazioni di volontariato.
Al confronto con i consiglieri comunali del PD guidati dal segretario cittadino Grioli ma che ha fatto registrare anche gli interventi di Davide, Contestabile, Calabrò, Tripodo, la delegazione sindacale era rappresentata dai segretari provinciali Locorotondo, Muscolino e Catania e composta dai responsabili delle circa 20 strutture di base della città nelle quali SPI, FNP e UILP registrano oltre 10mila iscritti ( Cugno, Genovese, Marcianò, Priscoglio, Certo, Fotia, Bertulla, Princiotta, Lo Re, Catalano, Federico, Pagano, Falconieri, Zuccarello, Muffari).
Le proposte sindacali, che successivamente saranno verificare anche con gli altri gruppi consiliari, al fine di realizzare il massimo possibile di convergenza da “far pesare” nel consiglio comunale, fra le priorità pongono una diversa politica fiscale e l’elaborazione del bilancio preventivo 2011 in base a criteri di sana amministrazione ed equità.
A sostegno delle loro tesi SPI,FNP e UILP propongono un confronto con i comuni di Verona e Padova dal quale emerge che in quelle città si investe molto di più per sviluppo e lavoro e per il sociale ( vedi allegato
2). A Messina emerge invece un buco inaccettabile nelle entrate straordinarie che è prova di inefficienza ma forse anche di complicità a non scontentare clienti, “amici” ed evasori diversi.
Chiedono l’urgente adozione del Consiglio tributario anche come strumento previsto dalla legge per contrastare l’evasione ( Irpef, Tarsu, ICI, acqua) ancor più a fronte delle minori entrate che a partire da quest’anno si avranno nei trasferimenti dello Stato e della Regione. Far pagare tutti, affermano, può portare all’elevazione della fasce di esenzione, ad esempio per i non autosufficienti e gli ottantenni soli.
Da subito chiedono una “carta dei servizi”. Affermano infatti che a Messina, i pochi servizi esistenti sono…segreti, cioè sconosciuti a coloro ai quali teoricamente sono destinati. E sul tema dell’informazione, come strumento e canale di accesso ai diritti oggi negati, non escludono di meditare di chiedere di essere sentiti dalla Procura della Repubblica come persone informate dei fatti.
In conclusione i sindacati chiedono che a Messina cresca un terzo settore autentico, fatto di economia sana, competitiva, ad alto livello qualitativo e a forte tasso occupazionale, che non sia legato solo agli appalti pubblici ma che offra anche strutture sociali e servizi di protezione a tutti i cittadini.
Questi servizi – affermano – dovranno essere garantiti per i poverissimi; per tutti gli altri invece dovranno essere legati alla compartecipazione degli interessati, ciascuno in base alle proprie possibilità.
Una vera rivoluzione cioè nel modo di intendere il no profit destinato nel tempo a creare migliaia di autentici posti di lavoro qualificato e di offrire un livello di protezione che faccia guardare con serenità a chi entra nella terza e quarta età.
Il gruppo consiliare del partito democratico ha mostrato di condividere l’impostazione sindacale e di volersi misurare su questa scommessa. Le parti hanno convenuto di voler effettuare progressive verifiche anche legate all’elaborazione del previsionale 2011