Con voto segreto l’Ars ha approvato un subemendamento dell’opposizione che cancella le città metropolitane dalla riforma delle Province. Dai banchi dell’opposizione sono partite urla di gioia. Il subemendamento, firmato dai deputati di Forza Italia, è passato con 40 voti a favore, compresi quelli dei 5stelle. Le città metropolitane, dunque, spariscono, dalla riforma delle Province.
Abbiamo smontato la riforma sul nascere con un duplice risultato a nostro avviso positivo per tutti i siciliani – spiega Marco Falcone, primo firmatario del subemendamento – Da un lato abbiamo impedito che si potessero istituire le città metropolitane, che puntavano solo a intercettare i fondi del Pon. Se riforma deve esserci, vogliamo che sia armonica e funzionale allo sviluppo degli stessi territori, senza penalizzare e impoverire ulteriormente le aree interne. Se poi Crocetta ci rimane male perchè aveva tenuto insieme la maggioranza sulle promesse fatte in campagna elettorale non è una questione che ci riguarda. Questa è l’ennesima sconfitta politica. Nel caso di Catania, ancora una volta il presidente ha tradito le aspettative”.
“Al contempo – continua Forzese – abbiamo voluto mettere dei paletti alla riforma, chiedendo che non potessero essere costituiti più di nove liberi consorzi, tante quante sono le Province. Su questo passaggio la maggioranza è andata ulteriormente in confusione”.
“Dopo avere ascoltato in aula l’assessore Valenti sui decreti di nomina dei commissari delle Province avevamo percepito il malessere di pezzi del centrosinistra, almeno una dozzina di parlamentari – spiega Nello Musumeci – Avevo chiesto alla Presidenza dell’Ars di sospendere i lavori per qualche minuto per convocare i capigruppo alla luce di questa novità. Ma è stato deciso di andare avanti, è il voto che cancella le città metropolitane dimostra che non esiste la maggioranza”.
Subito dopo il voto dai banchi della commissione Affari istituzionali, il presidente Antonello Cracolici (Pd) ha urlato “bravo… bravo” verso la Presidenza dell’Ars. A quel punto Ardizzone ha sospeso i lavori, dopo pochi minuti ha riaperto la seduta parlamentare comunicando il rinvio a domani della seduta. Prima che il presidente Giovanni Ardizzone mettesse ai voti il subemendamento, Cracolici ne aveva chiesto l’inammissibilità in quanto l’aula poco prima aveva votato contro un altro subemendamento, della lista Musumeci, che prevedeva la soppressione dell’intero comma 2 dell’articolo 1. La norma è stata comunque messa ai voti ed è passata sostenuta dal voto segreto.
Nel documento, lungo e articolato, vengono illustrate dai deputati Ioppolo, Musumeci e Formica le ragioni dell’incostituzionalità del testo sulle province. In sintesi, dopo avere richiamato la giurisprudenza della Corte Costituzionale e citato la più autorevole dottrina giuridica, “se il disegno di legge proposto dal Governo fosse approvato, si violerebbe la Costituzione riguardo ad almeno due principi. Il primo attiene al fatto che la Costituzione Italiana ha previsto, riconoscendo e promuovendo le autonomie locali, che lo Stato fosse articolato territorialmente in province e non in liberi consorzi di comuni”.
“Il secondo profilo – aggiungono – riguarda la illegittimità costituzionale del sistema di elezione indiretta degli organi di rappresentanza degli enti territoriali. Avendo riconosciuto agli stessi, secondo quanto proposto dal Governo regionale, ampie funzioni programmatorie, organizzative e gestionali e quindi dal carattere propriamente “politico”, non si può che prevedere che gli organi di rappresentanza siano eletti direttamente dai cittadini, in applicazione di un sacrosanto principio di democrazia a cui tutta la nostra Costituzione è ispirata.
Ma il presidente dell’Ars Ardizzone specifica: “Le città metropolitane non sono state bocciate, perché la norma che le istituisce è all’articolo 7 della riforma delle Province che stiamo esaminando. Il subemendamento votato in aula riguarda le modalità, in sostanza adesso le città metropolitane fanno parte dei Liberi consorzi, dunque con questo voto si danneggiano i piccoli comuni. È un pasticcio, dovrà essere posto rimedio. Ora occorre riflessione non possiamo tornare in aula a occhi chiusi”.

Comunicati Stampa