Ci incontriamo davanti ad una birra io e Roberto, così, come si fa tra persone che vogliono giusto raccontarsi qualcosa, che non hanno la pretesa di mettere su un appuntamento ufficiale per cavarci un’intervista studiata a puntino. Ci raccontiamo la nostra Genova, i progetti, le rinunce e i percorsi, ma soprattutto ( noi che siamo giovani entrambi) ci raccontiamo con atteggiamento consueto e abitudinario, la difficoltà di un futuro incerto nel nostro paese e quella ancora più forte di riuscire a sostentarsi con l’arte, a vivere del proprio lavoro.
Roberto Brundu viene da Oristano e vive a Genova da otto anni, qui ha frequentato l’Accademia di Belle Arti dove ha studiato pittura e dove è cresciuto in consapevolezza, maturando la stessa visione che oggi lo porta, sia come artista che come uomo, a lasciare la città per tornare alla sua isola, la Sardegna. In questi anni genovesi Roberto ha fatto diverse mostre, tra cui la collettiva “Start” al Museo di S.Agostino e una personale a Cervu Ligure, e stretto collaborazioni con pittori e fotografi, da cui nasce tra le altre cose il progetto di un’esposizione al castello di Nervi, “…anche se Genova non è per natura una città facilissima agli scambi e alla socialità mi ha comunque lasciato qualcosa, oggi però sento di dover chiudere una parentesi con questo luogo e tornare a casa”.
Un passaggio umano prima che artistico dunque, come in ogni percorso che si rispetti ( creativo e non), a segnare il primo passo della maturità, quel punto in cui hai già chiuso qualche cerchio ma sei pronto ad aprirne altri. La stessa consapevolezza Roberto Brundu sembra averla acquisita anche nelle sue scelte artistiche e nel suo percorso creativo. Mi racconta dei suoi primissimi passi da artista, i primi lavori come writer negli anni dell’adolescenza e il suo diploma in scultura all’istituto d’arte. “Nonostante abbia poi preso la strada della pittura, credo che resterò sempre uno scultore in fondo, persino i miei docenti riconoscevano questa inclinazione verso la scultura, nonostante l’abbia tralasciata per qualche tempo, penso che non la abbandonerò mai”. Poi arriva l’amore per il Surrealismo corrente della quale approfondisce ed esplora ogni aspetto leggendo pressappoco tutto quello che su di essa è stato scritto. L’influenza di questa ricerca lo segna fortemente: ancora oggi nei suoi lavori è possibile rintracciare alcuni rimandi ai temi della pittura surrealista. Col passare del tempo e i numerosi input provenienti dalla formazione ( non solo accademica), nel percorso di Roberto Brundu si apre pian piano un altro ” periodo”, quello della curiosità per l’umano e per le sue espressioni mentali e fisiche. Da questo momento l’artista non perderà più l’interesse per l’umanità, passando infatti per suggestioni e modi differenti in un percorso che va dal personale all’universale, Roberto continua comunque a osservare gli umani e le loro fattezze, che siano grottesche o esasperate, mitiche o spirituali. Questa direzione appare da subito ben chiara alla ricerca di Roberto, eppure vendere l’arte non è facile e tanto per iniziare nemmeno proporla: ” In una già difficile condizione di mercato, il lavoro dell’artista diventa più faticoso di quanto si pensi, le gallerie ti chiedono un’identità definita e precisa, un marchio vero e proprio che possa segnare le tue opere – dice Roberto- questo può fortemente mettere in crisi un processo produttivo e creativo”.
Dopo un periodo di pausa dalla produzione artistica tra 2012 e il 2013 Roberto torna a dipingere e introduce anche la nuova formula dell’illustrazione di piccolo formato, più immediata e in molti casi più vendibile, ci dice. In questi ultimi anni si fa sempre più forte l’interesse verso lo studio della psiche umana e un’attenzione via via più marcata per i significati piuttosto che per la forma. Passando per la filosofia di matrice Junghiana e approfondendo lo studio dei miti classici, la ricerca di Roberto Brundu approda pian piano verso un’altra visione, quella simbolista. Tutta la sua ultima produzione attuale ruota intorno al simbolismo e alla ricerca dei suoi elementi nelle diverse culture del mondo, alla sua correlazione con la dimensione spirituale e psichica, alla riproposizione del mito classico e della natura umana. C’è più forza e più incisività rispetto agli anni precedenti, un uso del colore più acceso e vivace dentro una visione più esplosiva e articolata del cosmo umano in cui proliferano e si rivelano creature antropomorfe e simboli della vita. Se prima la curiosità per l’uomo e le sue forme era specchio di una ricerca personale e intima, dentro la quale l’artista riversava il proprio percorso individuale, oggi questo interesse traduce una vera e propria intenzione, quella di guardare all’umanità con occhi nuovi e universali, in una visione che includa il se come parte del tutto.
In attesa di ospitare le sue nuove opere sulle pagine di Direzioni ostinate e contrarie, di seguito una raccolta dei lavori di Roberto Brundu.
e in molti casi più vendibile, ci dice. In questi ultimi anni si fa sempre più forte l’interesse verso lo studio della psiche umana e un’attenzione via via più marcata per i significati piuttosto che per la forma. Passando per la filosofia di matrice Junghiana e approfondendo lo studio dei miti classici, la ricerca di Roberto Brundu approda pian piano verso un’altra visione, quella simbolista. Tutta la sua ultima produzione attuale ruota intorno al simbolismo e alla ricerca dei suoi elementi nelle diverse culture del mondo, alla sua correlazione con la dimensione spirituale e psichica, alla riproposizione del mito classico e della natura umana. C’è più forza e più incisività rispetto agli anni precedenti, un uso del colore più acceso e vivace dentro una visione più esplosiva e articolata del cosmo umano in cui proliferano e si rivelano creature antropomorfe e simboli della vita. Se prima la curiosità per l’uomo e le sue forme era specchio di una ricerca personale e intima, dentro la quale l’artista riversava il proprio percorso individuale, oggi questo interesse traduce una vera e propria intenzione, quella di guardare all’umanità con occhi nuovi e universali, in una visione che includa il se come parte del tutto.
In attesa di ospitare le sue nuove opere sulle pagine di Direzioni ostinate e contrarie, di seguito una raccolta dei lavori di Roberto Brundu.
Valentina Siligato