
Vennero sospesi dall’esercizio pubblico, da un minimo di un mese ad un massimo di undici mesi, dopo l’inchiesta, nello scorso aprile, che divenne, per un rimbalzo mediatico, un caso nazionale.
L’accusa prima a carico di ventitré persone ora rimasta in capo a 18 di questi è quella di truffa aggravata e continuata ai danni del comune e di false attestazioni. Si spazia dalle assenze ingiustificate all’omesso controllo.
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