Si conclude un’articolata vicenda giudiziaria che vedeva sul banco del tribunale, prima di Patti e poi di Messina, una coppia brolese (ormai ex).
Assoluzione perché il fatto non sussiste per il reato di calunnia.
Così ha deciso il giudice messinese ponendo fine alla “lite” tra ex coniugi di Brolo.
l’assoluzione dell’uomo
In primo grado l’ex marito era stato condannato, a seguito della denuncia dell’ex moglie, a due anni e due mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e tentata violenza sessuale poi la Corte d’appello di Messina riformò la sentenza assolvendo l’uomo (aspetto prioritario sotto il profilo giudiziario della vicenda). Questo intanto aveva denunciato l’ex moglie per calunnia e falsa testimonianza costituendosi parte civile
L’avvocato Massimiliano Fabio (nella foto), difensore della donna insieme all’avvocato Emanuele Belligno Todaro, da sempre ha ribadito l’estraneità della donna ai fatti contestati.
la svolta del Gup
La donna fu prima prosciolta dal reato di falsa testimonianza, ma il gup ritenne che aveva commesso il reato di calunnia disponendone il rinvio a giudizio.
Nel corso dell’istruttoria dibattimentale è emerso che la sentenza assolutoria emessa dalla Corte di Appello di Messina non evidenziò alcun elemento di falsità in merito alle dichiarazioni della brolese al punto che il giudice monocratico del tribunale di Patti Edoardo Zantedeschi, accoglimento la tesi difensiva, ha ritenuto di assolvere la signora perché il fatto non sussiste.
Annullata anche la costituzione di parte civile.