manifesto spettacolo albertazzi
Per l’attore novantaduenne l’incontro con questi due grandi artisti argentini non è una novità, anzi.
«E’ il mio terzo spettacolo dedicato a Borges e Piazzolla-racconta Albertazzi – e uno di questi lo portai nel ’97 allo Spasimo. S’intitolava “Verba tango” e in quell’occasione c’era la bravissima Giuni Russo, con la sua voce bellissima, in una produzione siciliana».
TeatroAnticodiTindari
E’ stato Albertazzi a coinvolgere Mariangela D’Abbraccio in questo nuovo progetto.
L’ha fortemente voluta, dopo averla sentita cantare in napoletano  nel suo ultimo disco.
«Tra noi c’è un’intesa scenica particolare, è rimasta un’affinità elettiva – continua l’attore, che nel frattempo continua a girare l’Italia col suo storico “Le memorie di Adriano”, vicino al traguardo delle mille repliche – stavolta avevo voglia di affidare alla sua voce così originale, da  vera cantante, le melodie e i tanghi di Piazzolla che Borges ha amato tanto, riuscendo a ricrearli e a reinventarli.
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Gioia e sensualità, tango e versi metafisici e visionari, Borges era un profeta, una sorta di Omero cieco, che però sapeva vedere lontano e trasformava in universale ciò che toccava.
Io ho tradotto parti che canta Mariangela, e poi ci sono le poesie, il suo amore per Dante, l’Aleph, quel punto magico da cui si vede tutta l’esistenza fuori dal tempo».
Protagonista della parte musicale rimane appunto la D’Abbraccio.
Con lei sul palco si intrecciano anche sentimenti e percorsi di vita.
Con il maestro di Fiesole è legata da un percorso fatto di sentimento e di arte e con lui ha recitato in “Dannunziana”, “Il ritorno di Casanova”, “Svenimenti” di Cechov, con Francesco Tavassi, che li dirige, oggi è divide la sua vita anche fuori dal palco.
«Giorgio mi ha formato e lanciato come attrice e questo progetto inaspettato ha sicuramente un valore speciale – racconta la D’Abbraccio – credo che abbiamo trovato la formula giusta. Lui entra nella musica e io nei versi, per un viaggio molto fluido, poco didascalico e particolarmente ricco di emozioni. E nel finale lui farà quasi rivivere Borges, scavando in profondità per restituire il suo mondo più intimo.
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Oltre alle ballate più famose, ci sarà spazio per un testo scritto insieme da Piazzolla e Borges, “Alguien le dice al tango”, che è un poco il simbolo di questo spettacolo su due grandi autori che hanno avuto tante cose in comune».
Poi, sabato scorso, la presenza “ingombrante”, sul palcoscenico naturale del Teatro Greco di Tindari, di una magica luna, che inondava tutta la scena.
Ecco si può parlare di Magìe.
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Le parole di Borges diventano musica attraverso la voce  e i versi delle ballate di Piazzolla si riempiono di significanti emozioni.
Eccellenze del teatro italiano.
E poi il tango di Piazzolla con i suoi strappi, le struggenti sospensioni, la sensualità di una musica che domina completamente il tempo e lo reinventa a ogni esecuzione.
Gli interpreti – cantante e musicisti – si cercano in un’intesa di emozioni e suggestioni e si esprimono dando corpo e anima.

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E non si sente l’assenze di tangheros o altro … la scena è essenziale. E’ giusta. E’ quella lì.

Le opere di Borges e di Piazzolla rese vive da un grande attore capace di trasformare in musica ogni parola, da un’attrice il cui canto è denso di appassionata interpretazione.

Non serve altro.

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Narratore, poeta e saggista, Borges è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele  del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, dove, come afferma Claudio Magris, si manifesta “l’incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto”.

Piazzolla, è stato un riformatore del tango e strumentista d’avanguardia, è considerato il musicista più importante del suo Paese e in generale tra i più importanti del XX secolo.

Per le sue commistioni di tango e jazz fu il catalizzatore di pesanti critiche rivolte al nuevo tango dai puristi del genere, che lo definirono el asesino del Tango (l’assassino del Tango).

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Il nuevo tango di Piazzolla è diverso dal tango tradizionale perché incorpora elementi presi dalla musica jazz e fa uso di dissonanze e altri elementi musicali innovativi che non venivano utilizzati nel tango tradizionale.

Tra le musiche eseguite: Balada para un loco – Che Tango Che – María de Buenos Aires – Balada para mi muerte – Oblivion – Los paraguas de Buenos Aires – Rinascerò – Vuelvo Al Sur – Vamos Nina – Années de solitude – Libertango.

Poi il bis, e ancora in scena gli attori, gli applausi ed il pubblico che non voleva lasciare i gradoni del teatro.

Una serata unica. Peccato chi se l’è persa.

locandina tindari teatro definitiva agosto 2015