– di Cesare Pellegrino –
Dopo la rottura di un argine, ora sembra che stia diventando una vera e propria inondazione che potrebbe travolgere i vertici dell’autostrada siciliana, il CAS, il suo sistema di manutenzione della rete viaria, le responsabilità e le omissioni di una gestione che pare vanta anche uffici\appartamenti in pieno centro storico a Roma, con vista sulla fontana di Trevi e relativa macchina blu con autista al seguito, sempre nella capitale, e che poi non trova i fondi per gli ordinari interventi.
Peccato che ci siano voluti sette morti in sette giorni.
Una tragedia umana.
Il Comune di Castell’Umberto, in maniera provocatoria, ma urbana, ha proposto al Cas di essere autorizzato a ripulire, con propri mezzi e uomini, anche con l’intervento dei volontari, le bande catarifrangenti che delimitano la careggiata e che sopratutto in galleria, quando sono sporche di smog e polvere, non assolvendo al loro compito tecnico, diventano inutili e pericolose.
Una provocazione pesante anche perchè Castell’Umberto è lontana dallo svincolo di Brolo, suo naturale imbocco sulla A20, ma che vede molti suioi residenti utilizzare quotidianamente quella via di collegamento da e per Messina.
Una provocazione che dovrebbe essere condivisa da tutti i sindaci della provincia e sopratutto da chi ha un ruolo nello stesso Consorzio.
Intanto dopo la presa di posizione di Teodoro Lamonica, de “Un’altra Storia” e del sindacalista siangrese della Cgil, Enzo Caputo, e della responsabile della Confconsumatori,Carmen Agnello ( vedi articolo precedente), anche il segretario generale della Filt Cgil, Pino Foti, denuncia di come i 70 milioni di euro dalle risorse del Fas per gli anni 2007/2013 previsti specificamente per la messa in sicurezza delle autostrade siciliane sono stati sottratti dal Governo nazionale alla Sicilia ed al meridione destinandoli altrove.
Sulla questione interviene anche Nino Pizzino, responsabile della Camera di Lavoro di Capo d’Orlando, che punta il dito sulle gravissime condizioni della rete viaria autostradale, delle sue interruzioni e dei doppi sensi di marcia, ed afferma “Solo dopo le tragedie ci si rende conto dello stato delle cose – osserva Pizzino – Le colpe gravissime di chi era preposto ad intervenire e non lo ha fatto, e di chi ha operato per sottrarre risorse, sono sotto gli occhi di tutti, così come è difficile non accorgersi che i siciliani ancor oggi continuano a pagare il prezzo di un vergognoso scontro politico, per il quale tutto è fisiologico anche la vita umana. Confidiamo nell’accertamento delle responsabilità da parte degli organi inquirenti, ma chiediamo al contempo che la deputazione nazionale e regionale esca dall’ambiguità e rivendichi nei confronti dei governi risorse urgenti e aggiuntive per la messa in sicurezza delle nostre arterie”
In questo vociare, che diventa sempre più forte, si sveglia anche la Provincia, lo dimostra la richiesta, inoltrata da un gruppo di consiglieri, primo firmatario Maurizio Palermo di IdV, tesa alla convocazione straordinaria del consiglio provinciale per dibattere sulle condizioni in cui versano sia la Me-Pa che la Me-Ct.