L’assemblea popolare “Azzeriamo il Pdl”, voluta e organizzata dai circoli Quo Usque Tandem e Catilina – Morgana, doveva rappresentare un definitivo regolamento dei conti dopo le cocenti sconfitte elettorali del mese scorso e lo scoppio dell’ormai nota “vicenda liparota”.
Che in casa Pdl ci sia ormai un diffuso malessere è un po’ il segreto di Pulcinella, sarebbe sbagliato però credere che questo malessere sia creato solo dalle ultime debacle elettorali.
Gli esponenti del partito sono ormai delusi da una dirigenza che, soprattutto a livello locale, fanno sempre più difficoltà a creare consenso nei confronti di un centrodestra che sembra aver raggiunto i minimi storici dal 1994 ad oggi.
La richiesta d’azzeramento dirigenziale ai vertici del partito, portata avanti dal Circolo Quo Usque Tandem, si è manifestata sabato mattina presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina.
L’invito a partecipare all’assemblea era esteso anche al coordinamento provinciale del partito, quindi anche al sindaco Buzzanca, che però non ha partecipato vista la presenza in riva allo stretto dell’Ambasciatore russo per la presentazione di una statua che raffigura l’impegno della Marina militare russa durante i soccorsi per il terremoto del 1908. Però come si dice in questi casi “lo spettacolo deve andare avanti” ed infatti i componenti del Quo Usque Tandem hanno ribadito e analizzato i perché di una sconfitta che, a loro dire, era già annunciata.
Protagonista indiscusso della giornata è stato Francesco Rizzo, l’artefice della “vicenda liparota”, che con entusiasmo afferma la forza dei suoi valori criticando la pochezza concettuale espressa dal partito negli ultimi tempi “io sono sempre stato di destra e voglio continuare ad esserlo – ha affermato Rizzo – né tantomeno mi posso vergognare del mio percorso politico nell’MSI prima e in Alleanza Nazionale dopo.
Piuttosto sono preoccupato se l’ospite d’onore del congresso provinciale del Pdl è Scilipoti, cioè la vergogna della politica italiana e siciliana, sono preoccupato se al mio posto a Lipari si preferisce candidare come sindaco un vecchio democristiano di sessantaquattro anni, ormai ritirato a vita privata da quindici, che ascoltava gli abitanti di Alicudi sul problema dei trasporti, per poi andare via con l’elicottero privato.
Questo – ha poi continuato Rizzo- vuol dire che si è perso il contatto con la gente e con le piazze.
I grillini non fanno niente di straordinario se non andare casa per casa a parlare con i cittadini e mi dipsiace perché rabbrividisco al pensiero che possa vincere l’antipolitica, perché la politica è il mio sangue e la mia anima”.
Per Rizzo l’azzeramento e il rinnovo del partito non può prescindere “da un Congresso provinciale dai contenuti più incisivi e con una vera e propria partecipazione dal basso attraverso il meccanismo delle primarie, ciò che più di quindici anni fa hanno fatto Alemanno e Storace a Roma, quindi la sinistra non ha inventato nulla”.
Altrettando incisivo è stato l’intervento del presidente del Quo Usque Tandem Piero Adamo, che ha puntato il dito sulla vicenda dell’Autorità Portuale “il nostro non è un fatto solo giovanilistico ma, principalmente, un discorso per il futuro della città – ha dichiarato Adamo – la vicenda dell’Autorità Portuale è emblematica, con tutto il rispetto per l’Ammiraglio De Simone, ma la sua nomina è contraria ad ogni norma legislativa visto che le preferenze delle amministrazioni locali erano altre.
Ormai – affonda il colpo Adamo – siamo davanti al fallimento di una classe dirigente che si è soltanto curata il proprio orticello, con il serio rischio di consegnare tra un’anno la città in mano al cetrosinistra”.
La lacerazione in senno al Pdl sembra ormai insanabile e di cocci da raccogliere sembrano essercene sempre di meno.
Sarà curioso adesso attendere la pronta risposta dei vertici ad una così impietosa analisi da parte della base, sempre che non si debba tagliare il nastro di qualche statua.
Antonio Macauda