BARCELLONA – Di male in peggio?
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BARCELLONA – Di male in peggio?

Dopo 8 giorni è stata ufficializzata la squadra per condurre l’amministrazione attiva della città di Barcellona Pozzo di Gotto.

I nomi scelti risalgono tutti a tempi andati, tranne Paterniti e Dottore.
Credo che il parto non sia stato indolore, tuttavia la quadra assume una sua coerenza: i tre vincitori di riferimento Calderone, Galluzzo e Catalfamo hanno scelto secondo modalità pragmatiche ed elettoralistiche e, di conseguenza, provano adesso a dare il ritmo alla gestione risolutiva dei problemi presenti in città.
Solo con una declinazione oculata nell’operato si può evitare di ricadere in quel marasma confusionario e velleitario della gestione precedente, dove non c’era il Re ed il Regno era gestito in modo random, senza visione strategica e solo per fini piccolo-clientelari.
Oggi è tempo di organizzare risorse e fissare nuovi obiettivi.
A cominciare dalla macchina burocratica a cui bisogna dare una guida e soprattutto mettere in moto una valorizzazione dei dipendenti meritevoli.
Sul fronte contabile ci dovrebbe essere una sicurezza in Paterniti, di lunga esperienza e di indubbio valore.
Il resto poggerà soprattutto sul modo di gestire l’attenzione ossia mettere a frutto un’intelligenza che sappia leggere tra le carte e tra le relazioni tra interni ed esterni al palazzo, onde evitare complicità strane e soprattutto garantire la trasparenza nella gestione delle risorse erariali.
L’attenzione ci vorrà nelle manutenzioni, ci vorrà sui sinistri stradali, ci vorrà nell’accelerazione delle pratiche, sia esse autorizzatorie e/o concessorie, e tutto questo distinguendosi nel far osservare limpidità ed efficienza.
In questo quadro un’attenzione spiccata va rivolta agli ambiti innovativi: digitalizzazione, capacità progettuale per poter intercettare finanziamenti e soprattutto in grado di esaltare la vitalità commerciale barcellonese, rendendo flessibili gli orari di apertura e chiusura, il decoro urbano e una diffusa sensibilità civica.
Questi passaggi iniziali potrebbero servire a qualificare da subito una realtà in cui un riordino diffuso possa elevare la percezione di quanti si attendono maggiore civiltà ed un passo diverso da quelli compiuti dai predecessori.
Di certo la città merita una ripartenza, si deve giocare un’altra chance, affinché non perda del tutto la speranza.
Certo alcune figurine ripetute non forniscono alimento per coltivare e sperare in un’inversione di passo, tuttavia la speranza è l’ultima a morire, laddove la politica necessariamente dovrà tornare, con umiltà, a dare il meglio di sé.
Vedremo chi sarà il valore aggiunto di una coalizione che avrà come limite la disomogeneità culturale, una percepita discontinua capacità di lavoro e soprattutto si dovrà giovare di poche esperienze reali possedute.

 Gianni Amato

 

13 Ottobre 2020

Autore:

redazione


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