A volte anche la celebrazione di un ventennale di un omicidio diventa un’occasione per non farsi dimenticare, per farsi vedere, per essere quegli ospiti scomodi agli occhi delle Autorità.
Sarebbe piaciuto a Beppe Alfano scrivere di loro, di questi suoi concittadini, quasi vicini di casa, dimenticati, giocati nelle maree, anzi nel fango, delle promesse, delle vuote parole, che oggi, muti, sono lì, intorno alla piazza, in un silenzio che urla, affidando la loro rabbia, la loro delusione, il lorio sgomento, ma anche la loro dignità rivendicata, ad un cartello.