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Oggi quindi tutti a Messina per decidere il futuro, anche se molti pensano già al “grande centro”.
Per Basilio Ridolfo non è così.
“O si riparte o me ne vado”, non ha mezze misure.
Ci ha messo la faccia, si è impegnato, con coerenza, ricucendo strappi, cercando di evitare fughe in avanti, senza lasciar nulla indietro, pagando lo scotto di amicizie, oggi scomode, ma mai ripudiate, per coerenza, per correttezza prendendo le distanze da modi “del passato” di gestire uomini, cose e affari di politica.
Il suo ruolo era chiaro, far traghettare il partito azzoppato da sconfitte elettorali, dalle irruzioni delle magistratura, da divisioni interne, verso un punto di unità, creare una strategia politica che mancava e oggi più che mai indispensabile guardando ai nuovi appuntamenti elettorali, non facili, di Milazzo, Barcellona,
Nessuno parla di resa dei conti o ultima spiaggia ma certamente quella di oggi sarà un riunione che diventa anche un punto di partenza.
Nulla sarà più uguale.
Di questo ne sono certi in tanti.
Questo pomeriggio Ridolfo deciderà anche se mollare tutto, buttare la spugna, ma non è sua abitudine, oppure raccogliere i cocci di un partito frantumano, e non per colpa sua, da ricostruire per andare avanti.
Ma questo non può farlo da solo e neanche semplicemente con gli attestati di stima che riceve quotidianamente, dagli incoraggiamenti verbali … la solidarietà politica oggi deve diventare concretezza, altrimenti è il vuoto pieno di nulla.
Senza la collaborazione di tutti Ridolfo oggi potrebbe lasciare.
Lo spera l’ex segretario cittadino Grioli che chiede l’azzeramento del partito e la convocazione del congresso straordinari.
Lui ha altre idee ma anche altre sconfitte da elaborare.
Di certo Basilio Ridolfo ha ancora carte da giocare, si rende conto che la deriva del partito, anche in termini di perdita di consenso è grave, ma probabilmente chiederà tempo… con un crono-programma impegnativo in grado di recuperare consensi, fiducia, credibilità e soprattutto unità.
Ma questo deve essere accettato e condiviso da tutti.
Pesa ancora la vicenda di Francantonio Genovese, ma soprattutto la sconfitta elettorale nel capoluogo.
Ridolfo non vuol essere il capro espiatorio di situazione non “sue”.
Grioli darà battaglia.
I renziani storici, per bocca di Francesco Palano Quero chiedono la convocazione dell’assemblea provinciale subito, e il congresso comunale straordinario a giugno.
Felice Calabrò è attendista.
Oggi lui è critico nei confronti di Ridolfo, lo vorrebbe più presente… ma non è in grado di offrire alternative e si guarda intorno.
Zitti quelli della deputazione nazionale e regionale.
Nessuna presa di pozione ufficiale.
Solo sms, telefonate, suggerimenti, incoraggiamenti a destra e manca.
In questo vuoto restano – purtroppro – i protagonisti della scena.
Troppo comodo per un Pd messinese pronto a scaricare tutto su chi ha lavorato sodo, da solo, senza rendersi conto che ormai paragonarlo al Titanic non sarebbe un grande sforzo intellettuale.