Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigiano
Babylon, Cultura

Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigiano

stancampiano falegname brolo

Inventò  ”Cecilia”, realizzò il grande portone della Chiesa Madre di Brolo negli anni settanta – oggi sostituito da un orrido quanto anonimo ingresso – gli arredi del castello e quelli sacri della chiesa di Piana, e poi persiane e mobili  per tante case di una Brolo che cresceva, ma soprattutto era un artista, intarsiatore, estroso e inventivo.

vincenzo stancampiano colore

Vincenzo “Santuncione”, nome ereditato dal padre, aveva bottega in un vico, a ridosso di piazza Mirenda.

Aveva lavorato dai cugini Raffaele e Giuliano, una tra le prime falegnamerie industriali dei Nebrodi, e ancora prima, da ragazzo andava a imparare il mestiere presso i vecchi ariginai del legno di Brolo.

Ma Vincenzo aveva un”quid” in più che lo rendeva diverso… professore.

Curioso, appena smesso il “faddale” che evitava che i trucioli gli arrivassero sin dentro le tasche, si “apriva” al mondo. Amava la politica, era per anni stato consigliere comunale, ai tempi di Saro Lione, entrando a far parte – lui proveniva dall’allora giovane Movimento Sociale – della segreteria locale della Democrazia Cristiana.

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Seguiva lo sport, le gare di go kart, la motonautica ed alla fine anche il calcio, ma soprattutto  amava divertirsi con la famiglia che si allargava sempre più. Alla fine c’erano 7 nipoti e 2 pronipoti con figli, generi e moglie a farlo sorridere sino all’ultimo.

Lui viveva per loro, e a loro dedicava il suoi ultimi lavori artistici.

Infatti chiudendo la bottega, per uno che amava il legno, lo conosceva, ne  sapeva riconoscere duttilità e pregi, era rimasto l’amore per l’intarsio. La sua passione.

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L’ultima opera, è rimasta ancora da rifinire,  ma fanno bella di mostra di se, nel suo laboratorio, i quadri della tante stazioni della Via Crucis, tutti con essenze di legno diverse, come quelle “dell’ultima cena”. Questo è un quadro esposto in mostre e incontri, che da il segno della sua maturità di artista e la passione che sapeva infondere per il tipo di artigianato da lui scelto.

Vincenzo era ed è rimasto un artigiano vero, anche in una Brolo che cambiava rapidamente. Nelle sue parole c’era sempre, quando si raccontava, la passione per un mestiere antico che il suo gusto del bello continuava a mantener vivo e innovare.

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Vincenzo quel mestiere l’aveva “respirato” fin dall’infanzia, poi era passato al restauro, alla creatività inventando negli anni “novanta” il blocco cucina\mobile “Cecilia”.

cecilia stancampiano

Qui, senza cader nella tentazione delle linee moderne, aveva utilizzando legno massello invecchiato, incorporando le innovazioni degli elettrodomestici nel tempo, in un  corpo-mobile che sapeva  di antico. Un vero e proprio pezzo di arredo\funzionale che ancorava le sue tradizioni estetiche nel gusto dell’ottocento siciliano, poi detto anche arte povera.

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Un successo di critica e di mercato; e così si arredarono residence e complessi alberghieri come il “Principe Umberto “ di Messina.

Per Vincenzo venne quindi il tempo della sperimentazione dell’intarsio. Un settore molto specifico che unisce varie esperienze: intagliatori, intarsiatori, ebanisti. Prima per gioco, – le scacchiere per i salotti degli amici – poi per hobby, quindi per lavoro, sempre con grande passione artistica.

Vincenzo Stancampiano per definirlo è stato falegname è professionista del legno.

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E’ andato via poche settimane fa – era della classe ’38 – e Brolo perde un altro pezzo del suo “tesoro” di tradizione e sapienza.

Mancherà anche il rumore della falegnameria che non era mai luogo qualsiasi, ordinario.

Attrezzi, pianali, pezzi di legno sparsi un po’ ovunque, lavori completati e lavori da completare.

Un lavoro umile, fatto anche di odori, chiodi e colle. Un lavoro umile dove tutto era utile e pragmatico.

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Un  mestiere che come quello del ciabattino, del meccanico, del “banniaturi”, dell’arrotino ha rappresentato quel patrimonio che si conserva ora solo nei ricordi.

E tra le pagine dei ricordi, pensando a Vincenzo, emergono e si mettono in fila le vecchie falegnamerie di Brolo, quelle sparite, locali inghiottiti da nuovi negozi o rimasti chiusi con i vetri ancora opachi di polveri e segatura. Oltre a al capannone, a Brolo c’erano anche quella di Giovannino “Chiavino” Gasparo a via Trieste, e recentemente quelle di Toscano, di Occhipinti e di Ziino si sono chiuse, ma non può mancare il ricordo “du Traini” e di Rosario Scaffidi Domianello, con la sua falegnameria  all’angolo di via Trento, e poi ancora dell’altro Scaffidi, di nome Giovanni, con la bottega all’incrocio di via Libertà, che poi diventa fioreria, quella con la gebbia sotto ed in ultimo quello di don Nino Scarvaci, maestro nel far le persiane,e che aveva bottega nei cantinati di casa sua all’angolo della via Dante.

stancampiano al lavoro

Altre fortunatamente “funzionano” ancora: Gasparo, Santoro e Bertino per esempio, ma di quella Brolo artigiana da ricordare quelle nelle contrade – a Piana  il buon Nino Bruno detto “Pirrotta”, e quella di Filippo Agnello, appena iniziava la contrada che allora era ben distinta dal resto del paese, a Lacco lavorava Saro Damiano, a Iannello opera ancora Giuseppe Busacca Dolleo e con queste emerge anche tanta maestria e conoscenza della professione, ma anche la certezza, che mancando i ragazzi a bottega, gente che vuol imparare – dimenticando che restauro e recupero saranno termini importanti per un futuro occupazionale –  questa tradizione si sta perdendo, e andrà via.. come Vincenzo.

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Anche Vincenzo entra, a ragione, nella rubrica “Brolesi” che “scomunicando” ha riservato  parlando e narrando dei fatti, dei luoghi e degli “Uomini” di Brolo … per chi vuole passarsi il tempo basta cercare in archivio, emergeranno ricordi, passioni, sogni… aspettiamo le vostro foto i vostri suggerimenti per raccontare, insieme, la vita “vissuta” del paese, prima che la memoria che va via la cancelli per sempre.

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Alcuni titoli

 

  1. STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
  2. Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
  3. STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare
  4. SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
  5. RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
  6. Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
  7. Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
  8. NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
  9. Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
  10. LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
  11. LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
  12. DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
  13. DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
  14. CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
  15. CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
  16. CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
  17. BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
  18. BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
  19. Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
  20. BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
  21. BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ!  ( storia dei bar di Brolo)
  22. BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco
  23. BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
  24. BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
  25. BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
  26. BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
  27. Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
  28. Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
  29. Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
  30. BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
  31. BROLESI – Tra ironia e amarcord
  32. Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
  33. BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
  34. BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
  35. BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
  36. Brolesi – Morire per un lavoro.
  37. BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
  38. BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
  39. Brolesi – La buona pesca
  40. Brolesi – La Bidella
  41. Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio  Napoli
  42. BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
  43. BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
  44. BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
  45. BROLESI – E loro andavano all’Università
  46. BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
  47. BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
  48. BROLESI – “Reverendi”
  49. Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
  50. Brolesi – “Peppinello”
  51. Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
  52. Assenze – Ciao Giovanni.
  53. Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
  54. ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
  55. AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
  56. A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
  57. PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
26 Agosto 2015

Autore:

redazione


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