
BROLO – Avviate le notifiche per le demolizioni e le acquisizioni delle dimore abusive. Sul sito del comune tutte le ordinanze

Quindi a Brolo, da stamani, l’incubo degli ultimi 20 anni diventa realtà, sotto forma di atti ufficiali, di notifiche, di pubblicazione all’albo pretorio del comune.
Ora tutto è pubblico, e i fabbricati, prima indicati, tra voci e chiacchiericci, hanno nomi e cognomi, luoghi e tipologia di utensa e i volti dei proprietari, di artigiani, e i nomi delle imprese a cui fanno capo.
Tutto diventa reale e si scopre che c’è mezzo paese coinvolto.
Un abusivismo di necessità in alcuni casi, che “fa villeggiatura” in altri, consumato magari vent’anni fa, poi divenuto semplicemente burocrazia e ora, nodo che arriva al pettine, caso sociale, dove pochi margini rimangono per poter fare la differenza, e solo il potere politico-legislativo potrebbe, con un colpo di spugna, riazzerare i termini della questione.
Ma qui siamo davvero nel mondo dei sogni.
Il provvedimento delle notifiche era imminente, dato per certo già da qualche giorno.
I nomi degli interessati in maniera ufficiosa circolavano e le unità abitative, a macchia di leopardo, invadono tutto il territorio comunale,k ma fanno discutere, ovviamente, le case entro la fascia costiera di rispetto.
E ora Brolo fa i conti con il suo passato.
Era chiaro che si sarebbe arrivati prima o poi a questo.
C’erano stati carteggi, corrispondenze, una fitta rete di azioni interlocutorie, che scremando i vari attori, erano arrivati ora ad addossare ogni responsabilità, per eventuali omissioni, ulteriuori ritardi, compiacenti silenzi sull’Ufficio Tecnico Comunale.
E mentre, quasi in maniera scaramantica i tanti politici e amministratori aveva omesso di parlarne seriamente, è stato proprio il tecnico comunale, l’ingner Basilio Ridolfo, a prendere in mano la penna e sottoscrivere la decisione, che al di là dei tempi e dei modi è onerosa e grave.
Ed è quella di firmare degli atti che suonano ora come una condanna a morte, l’abbattimento, per stabili, villette a mare, tettoie, coperture, di tutto quanto è stato costruito in barba alla legge, su suoli demaniali, lungo la linea dell’arenile, troppo vicini al mare, con cubature inesistenti, in aree agricole.
Un atto preteso dalla Regione e richiesto anche dalla Procura, alla quale sono arrivate anche le copie di quest’ordinanze.
Una lavoro meticoloso quello istruito dall’Ufficio Tecnico comunale, di ricostruzione e istruzione, caso per caso, pratica per pratica, che in alcuni casi vede insieme quaranta e più documenti, tutti a formate un faldone dove si vede l’iter del procedimento.
Un lavoro che dura ormai da mesi, che è escluso da ogni colpa e che in pratica, radiografando il territorio, monitora la situazione reale.
Quella dell’Ufficio è stata una mera azione consequenziale, (il caso dell’abusivismo edilizo a Brolo parte dagli anni ottanta) dopo che da anni i responsabili dell’UTE leggono sentenze, archiviano ordinanze, chiedono, interrogano, interpellano uffici e dipartimenti regionali per avere delucidazioni, per avere certezze, per avere chiarimenti, per avere definiti i parametri su una situazione ingarbugliata sin dall’inizio.
Ora il fatto è meramente tecnico, le procedure devono compiersi fino all’atto finale che è rappresentato in alcuni casi dallo sgombero e dalla successiva sottrazione della proprietà del bene abusivo dalla conseguente iscrizione dello stesso al patrimonio comunale, in altri dall’abbattimento della struttura.
Così in queste ore 50 ordinanze di demolizione raggiungeranno altrettante ditte, alle quali sarà concesso il termine di 90 giorni per provvedere alla demolizione di quanto abusivamente realizzato, superati i quali in caso di inosservanza, si notificherà il provvedimento di inottemperanza che, per la legge, equivale a titolo per l’immissione in possesso e per la trascrizione del medesimo bene ai registri immobiliari in favore del Comune.
Questi potranno ancora salvare il diritto di proprietà, se procederanno nei tempi assegnati alla demolizione del manufatto abusivo.
Contestualmente altri, circa 80 soggetti, saranno destinatari di ordinanze di sgombero e di acquisizione del bene abusivo al demanio comunale.
A queste ultime ditte, infatti, negli anni precedenti sono stati notificati le Ordinanze di demolizione ed i provvedimenti di inottemperanza e, quindi, per loro il destino è segnato e si materializzerà appunto con l’ordine di sgombero entro 30 giorni (da eseguirsi anche in forma coattiva con l’impiego delle forze dell’ordine) e con la successiva trascrizione del bene nel patrimonio comunale.
Ovviamente i titoliri delle abitazioni potranno far valere i loro diritti, produrre nuovi atti, quando sarà previsto, e per questo l’ufficio tecnico ha già messo a disposizione un ufficio per potere assolvere, rispondendo alle richieste, alla voglia di ulteriori chiarimenti, e prende corpo anche la volontà dell’amministrazione di dar vita ad un incontro pubblico tra le parti.
Alla fine per alcuni specifici casi, ben definitio dalla normativa, la questione passerà al Consiglio Comunale che, caso per caso, dovrà pronunciarsi sulla sussistenza di “prevalenti interessi pubblici” al fine di procedere alla demolizione delle opere o al loro mantenimento anche al fine della loro destinazione alla concessione in diritto di abitazione o, nei casi in cui ciò non sia possibile, allo loro locazione o dismissione.
Il Comune, infatti – previa deliberazione del Consiglio Comunale – può stabilire che le procedure successive all’acquisizione al patrimonio comunale delle opere edilizie abusive possano sfociare:
- nella concessione dell’immobile abusivo – su richiesta del responsabile dell’abuso – in diritto di abitazione dell’immobile;
- nella concessione in locazione degli immobili abusivi che non possono essere concessi in diritto di abitazione;
- nei provvedimenti di dismissione degli immobili abusivi a seguito di un piano di alienazione e valorizzazione immobiliare.
Senza entrare in quest’attimo sul problema etico dell’abusismo edilizio, sul suo aspetto legale, oggi per Brolo, con la consapevolezza che chi costruiva sapeva di non poterlo fare, e in alcuni casi non ha sanato quando avrebbe potuto …. rimane un problema grave problema sociale
L’ingegnere Basilio Ridolfo, su una cosa è chiarissimo: Gi immobili potranno essere utilizzati da chi ne avrà concesso l’uso da parte del consiglio comunale, sempre che – superate le necessarie verifiche e situazione soggettive – ne avranno i requisiti.
Non bisogna, infatti dimenticare che la norma prescrive tassativamente che “la concessione del diritto di abitazione può essere rilasciata purché il mantenimento dell’ immobile non arrechi rilevante pregiudizio alle destinazioni generali di zona previste dagli strumenti urbanistici”.
Un dire chiaro, che riguarda le abitazioni lungo la fascia costiera entro i 150 metri dalla battigia che non hanno mai avuto i requisiti di edificabilità, … lì c’è un evidente problema insormontabile.
Acquisizione e ripristino dei luoghi.
I cocci, ovvero, i costi di quest’operazione, resteranno ai carico dei proprietari. Saranno costi onerosi ci sarà anche amianto da smaltire….
E siamo certi che la querelle diverrà presto oggetto di altri tavoli di discussione, anche all’Ars in quanto Brolo è uno tra i tanti comuni interessati al fenomeno dell’abusivismo edilizio.
Ma ovviamente di sanatorie nessuno, men che mai Rosario Crocetta, il Presidente, vuol sentirne parlare