Dai Giovani una lezione: l’abilità di crescere insieme, di andare oltre a quelle che sono le differenze nonostante le così dette differenze culturali.
A margine dell’incontro tra i giovani brolesi con i loro coetanei islandesi, lituani, e turchi, che si è concluso qualche giorno fa a Brolo sul tema della multi religiosità, riteniamo opportuno pubblicare il testo dell’intervento di Maria Pia Uberti, madre attenta di Gabriele, un tra i tredici giovani che ha partecipato all’incontro.
Un intervento che sintetizza, anzi va avanti e oltre, gli stessi valori e obbiettivi del meeting promosso dall’Eurodesk di Brolo.
Parole che guardano avanti con ottimismo e che certamente lasciano spazio a spunti di riflessione importanti.
“Ciao a tutti,
Sono la mamma di due ragazzi, ma vedervi qui, di fronte a me, mi fa sentire come se fossi mamma di tutti voi e, in quanto mamma sono orgogliosa delle mie figlie e dei miei figli perché loro, cioè voi, siete il mio futuro, il futuro della gente della mia età.
Quando vi vedo tutti qui insieme interagire come in una famiglia, sento che avete sicuramente imparato più di quanto noi potessimo insegnarvi: l’abilità di crescere insieme, di andare oltre a quelle che sono le differenze fra voi, di divertirvi insieme, nonostante le così dette differenze culturali.
Le differenze non esistono per dividere la gente ma, come un portafoglio pieno di banconote di paesi diversi, le differenze servono per arricchire la nostra società estesa l’umanità.
Accettate il mio consiglio: non sprecate questa possibilità unica di imparare a vivere insieme, perché è qualcosa che non potremmo insegnarvi noi in un secondo momento.
La mia generazione è cresciuta in una società chiusa, in una nazione chiusa che temeva ciò che proveniva da fuori.
Da voi ci aspettiamo che viviate un nuovo progetto, l’Europa unita, nel quale incontrerete nuove sfide ogni giorno, sfide che potrete superare solo se sarete in grado di interagire pacificamente con il vostro prossimo, a prescindere dal colore della sua pelle, dei suoi occhi, della lingua che parla, dei modi in cui venera il proprio Dio.
E vedendovi qui così, mi sento molto fiduciosa del fatto che avrete successo”.