BROLO – Un “grande” laboratorio politico
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BROLO – Un “grande” laboratorio politico

TRA CONTRADDIZIONI, APERTURE a 360° E ABBRACCI ASFITTICI, BROLO VIVE UN MOMENTO POLITICO TUTTO DA STUDIARE

Giusto qualche osservazione, per parlarci di sopra.

Benvenuti nel grande laboratorio politico di Brolo, un caleidoscopio di alleanze improbabili, almeno sulla carta, impossibili e giochi di posizionamenti contraddittori.

Un teatro politicamente dell’assurdo direbbe qualcuno distante dal clima della politica locale, ma che qui sembra tutto regolare e fattibile soprattutto sotto il profilo umano e che vede Lega, PD e Fratelli d’Italia intrecciarsi in un groviglio inestricabile, dove molti in consiglio comunale – ma non tutti – sono rimasti attratti dal canti delle sirene tentatrici ed hanno la tessera leghista in tasca, pur rinnegandola e dove il confine, politicamente parlando, si sfuma fino a dissolversi.

Del resto la storia politica di Brolo non è nuova a questi connubi alternativi. Già ai tempi della “Spiga” e poi negli anni a venire, democristiani, repubblicani, socialisti, e comunisti sono stati a braccetto mentre a Roma e Palermo erano su barricate contrapposte.

Ma torniamo all’oggi.

Bisogna dire che in questo scenario – Lega, PD e Fratelli d’Italia – vestono vari ruoli, ma c’è da osservare anche altri attori, come Maria Vittoria Cipriano, in quota Democrazia Cristiana, con aspirazioni ad aver altri spazi, sotto l’egida di Cuffaro,  e gli stessi confini tra FdI e Forza Italia sono molto permeabili.

Ad esempio

La recente nomina di Giuseppe Miraglia ai vertici di Fratelli d’Italia a Brolo ha dato un accelerata allo strato di confusione: Miraglia, già consigliere comunale d’opposizione, ora si ritrova a rappresentare istituzionalmente il partito della Meloni. Questo, in un contesto che vede Fratelli d’Italia sia in giunta – con Nuccio Ricciardello, uomo di vertice del partito in provincia, vicino all’assessore Elvira Amata – che all’opposizione e che in consiglio comunale ha anche qualche tesserato come per fare un nome, Nino Bonina, che ha dato esempio di aver la schiena dritta in più occasioni.

Fratelli d’Italia a Brolo per alcuni potrebbe sembrare un paradosso politico, ma sembra che la linea del partito non dovrebbe piegarsi ad alcun diktac, vedi le ultime interrogazioni consiliari presentate e che non fa sconti con la posizione politica del sindaco, Giuseppe Laccoto, vicino a Nino Germanà. Il sindaco oggi è tra i personaggi politici più influenti in provincia, ai vertici del comprato della sanità e all’Ars rappresenta proprio con il centrodestra.

Si può dire che – con Pino Galluzzo, Elvira Amata e Bernardette Grasso –  Laccoto rimane tra “volti”  più quotati e visibili dei politici tra Messina e Tusa.

Ma se si deve parlare di un vero corto circuito – che comunque non sembra assolutamente incidere sul ritmo dell’amministrazione sempre in crescendo di questi tempi –  questo si trova nella composizione della giunta (ma non è una novità).

Il sindaco Giuseppe Laccoto, come dicevamo esponente di peso della Lega siciliana, si trova a governare con un vicesindaco del PD, l’avvocato Carmelo Ziino, –  un rapporto di stima e amicizia che viene da lontano e che li ha visti insieme tra i marosi che hanno animato negli anni il partito democratico – che sino a qualche mese fa è stato lo storico segretario locale del partito. A completare questo quadro dai colori surrealistici, ecco Amedeo Arasi, assessore e altro esponente del PD, legato all’area giovanile del movimento.

Un magma interessante anche per la lucidità politica e la correttezza intellettuale di diversi soggetti che dovrebbe essere, a Brolo, la base di un vero e proprio laboratorio di dialogo e confronto, anche nell’intercettare finanziamenti regionali a 360°, ma che potrebbe rischiare di dar vita a corti circuiti e di trasformarsi in un coacervo di interessi, con abbracci soffocanti più che costruttivi i futuri scenari politici.

Le contraddizioni non mancano, e la politica locale che al momento non sembra ridursi a un esercizio di equilibrismo tra convenienze e opportunismi allora potrebbe veder saltare il banco su scenari, anche prossimi, di chiamate al voto.

In questo scenario chi ci guadagna davvero? E, soprattutto, chi rappresenta chi?

Brolo si candida così a diventare il simbolo atipico della politica fluida, dove le ideologie evaporano davanti alla logica degli accordi della politica locale.

In questo scenario, gli elettori restano a guardare, sempre più distanti dalla politica, disorientati da simboli ormai vuoti di contenuto, forse convinti di essere davvero rappresentati dai singoli “nomi” ma lontani dal palazzo, distanti da quelle scelte che dovrebbe vederli pronti a dir la loro come per esempio il dibattito sul nuovo strumento urbanistico che nel silenzio di tutti è ad un passo dall’approvazione.

Un tempo, non molto lontano, Brolo era animata dal dibattito sul fare. Un dibattito portato avanti da movimenti e associazioni… ma era un tempo molto lontano, speriamo che questo fluire della politica amalgamata possa dare spazio a reali confronti sul fare.

 

28 Marzo 2025

Autore:

redazione


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