– di Saverio Albanese – Un compleanno speciale, quello compiuto oggi, martedì 9 novembre, per il capitano della Juventus Alessandro Del Piero sarà il compleanno del record di gol (ha battuto una settimana fa, segnando contro il Milan, Giampiero Boniperti per numero di reti in campionato, 179 contro 178, e ieri contro il Cesena ha arrotondato a 180), ma potrebbe anche essere l’ultimo con la maglia bianconera. Trentasei anni domani, una carriera da campione in tutti i sensi, costellata di trofei e juventinità. Ieri, è stato singolare vederlo stringere la mano a Sentimenti IV, che di anni ne ha 90, nel corso della cerimonia delle ‘stellè bianconere, allo stadio Olimpico.
CAMPIONE ANCHE D’EDUCAZIONE – Su Del Piero si è scritto tutto, tranne una parola scomoda: fine. Fine del calcio giocato o, anche, semplicemente, fine del suo straordinario rapporto con la Juventus. Ma il calcio-business incalza e il suo ingaggio, pure autoridotto e decurtato nel tempo, è sempre troppo pesante per le casse bianconere, oltretutto in tempi di annunciato fair play finanziario. La Juve, sia pure a malincuore, ci sta pensando, incerta sul da farsi. Lui aspetta, con la solita compostezza. Certo che i suoi 3,5 milioni di ingaggio annuale basterebbero ad acquistare un difensore di rincalzo decente, a gennaio, anticipandoli di sei mesi alla scadenza naturale dell’ingaggio. I dubbi societari sono anche rivolti all’impatto di Alex sui tifosi (un autentico idolo) e sul marketing, perché i gadget con la sua linguaccia dopo un gol vanno ancora a ruba. Se partirà Buffon, il solco sarà ancora più profondo, perché sono loro due gli unici uomini in grado di parlare alla gente con un valore aggiunto di carisma che spesso in passato è stato determinante per il club.
L’UOMO DEI RECORD – I record del capitano bianconero sono ormai diventati un appuntamento fisso per i tifosi e spesso, ultimamente, sono serviti a stemperare nell’orgoglio la delusione per i risultati che non arrivano. Tra le qualità più incisive del campione di San Vendemiano, l’umiltà, altra dote che alla Juventus è servita moltissimo nei momenti più difficili. Una dote che serve assai ancora oggi, perchè Alex si crea sempre nuove motivazioni, anche in una squadra ridimensionata nelle ambizioni rispetto alle tante edizioni di quelle in cui ha giocato e trionfato. La società farà il possibile per evitargli almeno l’amarezza di non tirare nemmeno un calcio nello stadio nuovo, il gioiello della nuova Juventus che guarda al futuro e che assegna grande valore ai simboli storici: più che mai in questo momento, in cui la juventinità è stata ferita dalle vicende di Calciopoli.
LE PAROLE DEL CAPITANO – Sul suo sito ufficiale Del Piero ha espresso i suoi pensieri sulla domenica speciale vissuta prima, durante e dopo la partita contro il Cesena: “Il pre –partita è stato emozionante, la partita ancora di più. Di sicuro sarà una domenica difficile da dimenticare, per me e per la Juventus. Prima, la storia della società, la celebrazione delle stelle che già brillano nella leggenda della Juventus (che emozione essere lì in campo con loro!) e che brilleranno ancor di più nel nuovo stadio, che dalla prossima stagione sarà la nostra casa e custodirà anche la memoria del club. Dopo, la partita. Per nulla scontata, non inganni il divario in classifica tra noi e il Cesena. E’ stata dura, anche perché vale doppio vincere in una situazione non facile come la nostra, a causa delle molte assenze. Sono molto soddisfatto del risultato, della prestazione della squadra e della mia prestazione. È stata una bella domenica, dalla quale mi porto dietro anche l’ennesima grande dimostrazione di affetto del pubblico dell’Olimpico. Grazie per gli striscioni sul record di gol in serie A, che mi sono stati dedicati dalle due curve, grazie a tutto lo stadio. E adesso sotto con la prossima, mercoledì c’è il Brescia e siamo già tutti concentrati su questa partita. Ps. Domani giorno speciale, scatenatevi sulla mia pagina di facebook…”.
ALEX E LA NAZIONALE – L’altro grande amore (calcistico) di Del Piero è sicuramente la Nazionale, alla quale il numero 10 bianconero ha sempre dedicato anima e corpo; ancora adesso, a chi gli chiede se sarebbe disposto a rientrare nel giro azzurro, Alex risponde sempre con le stesse parole, con lo stesso entusiasmo: “Per la Nazionale ci sono sempre!”. Ovviamente è superfluo fare paragoni con altri campioni del calcio nostrano che alla maglia azzurra hanno rinunciato da tempo: ma la grandezza di Alex è sicuramente quella di essere rimasto sempre un po’ bambino, quella di vivere di sogni, di guardare sempre al domani: e per Del Piero la maglia azzurra è sempre stata un sogno, un onore ma anche un onere, tale è la sacralità di cui è ammantata.
Fra le pagine più belle di Del Piero in azzurro si ricorda sicuramente il gol nella semifinale del Mondiale del 2006 in Germania, realizzato proprio contro i padroni di casa: la rete del 2-0, il sigillo che ci ha garantito la finale contro la Francia; anche in finale il buon Alex ha lasciato il segno, calciando uno dei rigori che ci hanno riportato sul tetto del mondo.
Ma ritorniamo adesso al primo amore di Del Piero, quel bianconero che ha ormai impresso a fuoco nel cuore e forse anche nell’anima: ripercorrere pedissequamente tutte le tappe della lunghissima carriera del capitano bianconero sarebbe lunghissimo da fare, oltre che tedioso per chi ci legge; preferiamo quindi procedere per flash, proponendovi una serie di istantanee che sicuramente potrete ripescare nel vostro cassetto dei ricordi, che siate o meno tifosi bianconeri, poiché certe prodezze, certe perle luminose, fanno parte del patrimonio collettivo di ogni appassionato pallonaro: i campioni, gli uomini veri, i signori del calcio, non hanno colori: e Del Piero va annoverato fra questi senza ombra di dubbio.
LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA SUA SUPERLATIVA CARRIERA CALCISTICA – Via con la carrellata di diapositive allora: 4 dicembre 1994, stadio Delle Alpi di Torino, la Juve ha rimontato 2 reti alla Fiorentina e cerca il colpo della vittoria: lancio di Orlando da 40 metri, palla che piomba in area dalle parti di Del Piero, il quale si inarca per cercare e trovare la battuta morbida di collo, che ha disegnato una parabola beffarda che andò ad insaccarsi alle spalle di Toldo, per un gol bellissimo ed importante.
Adesso andremo più veloci con le slide, ve lo prometto, ma la prima era troppo bella per non essere descritta: come dimenticare i “gol alla Del Piero”, di cui qui citiamo quello realizzato al Borussia Dortmund nel settembre del 1995, uno dei primi “alla Del Piero”? Impossibile farlo.
La splendida Champions disputata da Alex proprio in quella stagione che vide la Juventus salire sul trono d’Europa: di Alex vanno citate le monumentali gare ai Quarti di Finale contro il Real Madrid, autentiche gemme che fecero da preludio alla serata magica di Roma.
Come non scrivere delle staffette con Roby Baggio? Quell’ideale passaggio di testimone che il campione di Caldogno faceva più o meno domenicalmente al campioncino di Conegliano, e che poi abbiamo rivisto anche tante volte in azzurro, perché si sa che la qualità costa e va centellinata: per lo meno così ci raccontavano santoni e guru del calcio nostrano all’epoca. Permetteteci di esprimere umilmente le nostre perplessità in merito.
Dobbiamo parlare anche di cose non belle che hanno caratterizzato la carriera di Alex, che forse avrebbe potuto essere anche più luminosa, per quanto appaia comunque difficile, senza l’infortunio dell’8 novembre (sì, proprio un giorno prima del compleanno) 1998: il teatro è lo stadio “Friuli” di Udine, Alex subì una grave lesione dei legamenti e fu costretto a terminare con largo anticipo la proprio stagione.
Ma Del Piero è come l’araba Fenice: rinasce ogni volta dalle proprie ceneri. E così farà gol al Bari nel febbraio del 2001, con una dedica speciale al papà scomparso da poco: un’altra istantanea difficile da scordare, impossibile da non riproporvi.
Breve pausa caffè o thè, fate voi, e poi ripartiamo con la carrellata.
Il gol all’Udinese (Del Piero segnò quello del definitivo 0-2, ndr) in quel famoso 5 maggio 2002, una giornata che resterà per sempre nella storia bianconera e non solo, forse in quella del calcio italiano.
Altro giro altra corsa, altro gol altra dedica: 26 gennaio 2003, l’Avvocato Gianni Agnelli è venuto a mancare da appena due giorni, e Alex decide di dedicargli una prodezza di rara luminosità: il gol messo a segno quel giorno contro il Piacenza è tutto per l’Avvocato, persona cui era legatissimo e che lo aveva ribattezzato “Pinturicchio”.
I rapporti conflittuali con Fabio Capello, tecnico che si dimostrò poco incline a dargli spazio e fiducia, nonostante il fatto che Alex illuminasse sempre ogni scampolo di partita nel quale venne impiegato dal tecnico di Pieris: “Devo gestirlo” diceva lui; a guardarlo correre come un ragazzino ancora adesso sui campi di serie A e d’Europa, permetteteci, ma ci viene da sorridere.
La serie B ed il -17 di partenza dell’estate di calcio poli nel 2006, l’estate “Mundial”: Alex, fresco Campione del Mondo, senza nemmeno pensarci su, sposa nuovamente la Juve e la riporta in serie A con una cavalcata trionfale, andando a regalare scampoli di classe sui campi della periferia pallonara: da Crotone a Frosinone, passando per Arezzo e La Spezia, sempre con la massima umiltà, sempre con la stessa fame, con la medesima voglia di rincorrere un pallone.
Il resto è storia recente, che ricorderete sicuramente meglio di noi: la standing ovation del Santiago Bernabeu il 5 novembre del 2008, dopo che aveva messo a segno la doppietta ammazza-Real, lo consacra una volta di più, anche a livello internazionale come campione e signore del calcio.
La rete contro il Lecce, messa a segno il 17 ottobre scorso lo consacra come bomber assoluto della storia bianconera: un mito assoluto come Boniperti è superato, e per superare un mito, bisogna essere ancora più mito, bisogna essere leggenda…ovvero Alessandro Del Piero…!!!