‘Creare un legame responsabile che obblighi le istituzioni a scegliere le persone migliori, senza condizionamenti’ con questo spirito il Gruppo 29 febbraio invia una nota sul Blind Recruitement al primo cittadino orlandino
LETTERA APERTA SULL’ADOZIONE DEL SISTEMA DI “BLIND RECRUITEMENT” PER L’INDIVIDUAZIONE SUL TERRITORIO DELLE PROFESSIONALITA’ UTILI A MIGLIORARE L’AZIONE AMMINISTRATIVA.
Egregio Sig. Sindaco,
il Gruppo 29 febbraio è un comitato spontaneo di cittadini, attivi nella promozione della cultura e della azione politica.
Impegnati nella ricerca di nuove e più efficaci forme di interazione tra cittadinanza e istituzioni, tramite la promozione del confronto, della conoscenza e delle idee. Il tentativo è quello di creare un legame responsabile che obblighi le istituzioni a scegliere le persone migliori, senza condizionamenti.
In questa ottica abbiamo valutato il sistema di “BLIND RECRUITMENT”già in uso nei paesi anglosassoni, sia nel settore pubblico che privato, che consiste nella valutazione, da parte di chi offre l’incarico, di curricula indicanti gli studi, i precedenti incarichi, le esperienze maturate ma non il nome, il sesso o l’età del candidato.
In tal modo si favorisce, una scelta libera da pregiudizi, ad esempio sull’età o sul sesso, liberandosi anche delle possibilità di influenza che la conoscenza diretta del candidato implica, anche inconsciamente, che possano incidere in maniera determinante sulla selezione.
Siamo consapevoli delle difficoltà delle P.A. e della struttura normativa sull’argomento nel suo complesso ma siamo altresì consapevoli che in ogni occasione dove una valutazione secondo principi di BLIND RECRUTEMENT puo’ essere fatta o integrata nella selezione, non puo’ che essere un elemento positivo, un segnale che ritorni fiducia a chi ha confidato in una discrezionalità nelle valutazioni legata principalmente alla qualità.
E’ su quel legame di dipendenza, parzialità e subalternità del lavoro rispetto ai gestori delle selezioni pubbliche, tramite gli strumenti della pubblica amministrazione, che risiede quel matrimonio insano che non consente a persone che meriterebbero spazio, lavoro e il giusto rispetto, di avere le stesse possibilità di partenza.
In Italia la prima esperienza di questo genere è stata tentata dalla Consigliera comunale Emily Clancy, che Paolo Paparone ha intervistato per noi e il cui racconto invitiamo a leggere sulla pagina facebook del GRUPPO 29 FEBBRAIO.
Noi pensiamo che questo sia un grande tema. Immaginiamo un’amministrazione più neutra che si impegni, anche sperimentando questo sistema, a valutazioni su basi sempre più oggettive.
Rimanendo in attesa di sua risposta, in attesa di valutazioni di merito sulla volontà da parte Sua e della Sua Giunta di accogliere la Nostra proposta o avviare un confronto, cogliamo l’occasione per porgerle distinti saluti.
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