– di Claudia Lentini –
“Il blues è il modo migliore per parlare della sofferenza, della gioia e della verità” (Muddy Waters), per me il Blues è una forza dirompente che apre porte nascoste, insospettate vie dell’anima che, liberando le paure, fanno spazio all’emozione.
Che cos’è il Capo d’Orlando in Blues? – E’ una cosa che da sempre consumiamo, un evento che, qualunque sia la caratura degli artisti sul palco, ci richiama da ogni istanza individuale, stringendoci in un abbraccio emozionale difficile da spiegare. E’ il blues.
E’ una strana alchimia, fatta di percorsi personali che, passo dopo passo, si intersecano con la voglia di lasciarsi andare, di farsi trapassare dalle note, dodici battute che inebriano, confondono e, silenziosamente, intimamente, vivificano emozioni sopite, spesso oltraggiate dal quotidiano, meglio ancora, insospettate. E’ il blues.
E’ un amante tenero, appassionato, sensuale, ma anche forte e totalitario, una romantica carezza, un amore insperato, una violenta lusinga, un cocente tradimento, una bastonata, un’ingiustizia insanabile, un bordello traboccante di vita, un uomo rubato, amato, nudo.
This is the blues.
Il blues è libertà di dire in modo sempre diverso, di interpretare la medesima canzone ogni sera in modo diverso, aggiungendo nel solo questo o quell’umore, questa o quella privata emozione.
Il blues è tante cose, tante persone, soprattutto tanti sentimenti, padre putativo di tanti generi musicali che da esso hanno tratto origini e forza, è voglia di ballare e di piangere, è ironia e doppio senso, è ammiccamento malizioso, è voglia di fare l’amore.
Potrei parlare di schiaviù, deportazioni dall’Africa, di campi di cotone, di come venisse impedito ad un popolo perfino di cantare, salvo poi accorgersi che la musica cadenzava il lavoro procurando maggiori profitti, potrei parlare di violenza, sopraffazione, di classe inferiore, di umiliazioni, di Chicago e della sua memorabile protesta, di autobus riservati, Cotton Club, di quartieri francesi, di Black Power, di 12 battute, dobro, delta, cittadino, rurale.. potrei, ma non sarebbe mai abbastanza ed allora un’ultima cosa sul blues, Howlin Wolf in un’intervista ebbe a dire: ” è proprio quando ti senti un dannato che pensi al blues…”.
This is the blues!
Howlin Wolf:
“A lot of people wonder “What is the Blues?”, I hear a lot of people say “The blues, the blues”…but I want to tell what the blues is…when you’ve got no money, you’ve got the blues, when you’ve got no money to pay your house, when you steal, you’ve got the blue…when you have got no money and can’t pay your house, you can’t pay your food, you damn should got the blue…’cause you think an evil…in that time you think an evil you think about the blues…”
“Molte persone si chiedono ‘Cos’è il blues?ì, sento molte persone dire “Il blues, il blues” ma voglio dire cos’è il blues…quando non hai soldi, hai il blues, quando non hai soldi per pagarti casa, quando rubi, hai il blues…quando non hai soldi e non puoi pagarti casa o da mangiare, dannazione dovresti avere il blues…perchè ti senti un dannato, è proprio quando ti senti un dannato che pensi al blues…”
Uno speciale ringraziamento a Rosa Maria Mistretta per la sua preziosa collaborazione.