“Per l’INPS sono deceduto”. La scoperta è fatta quando richiesto il Pin per dare un’occhiatina alla situazione contributiva scopre che non potrà mai riceverlo in quanto per i tabulati dell’Istituto Previdenziale era morto nel 2007.
La notizia, un banale errore se si vuol essere semplicistici, è di quella che fa rumore.
Fa sorridere, lascia sconcertati. Fa pronunciare scongiuri e smuove battute macabre mentre esplode su facebook.
Il “defunto” racconta così la storia.
“Scoperta l’impossibilità ed il motivo di non poter ricevere il Pin ho chiamato il numero verde dell’Istituto previdenziale per spiegare la situazione e una gentile signorina un pò loquace mi ha detto: “Mi scusi, ma lei chiama dall’aldilà, perchè a noi risulta che lei è deceduto nel 2007 e noi non possiamo fare nulla per resuscitarla”.
Quindi ha aggiunto: “Se “effettivamente” non è deceduto si rivolga alla sede Inps più vicina, forse loro fanno i miracoli”.
Il nostro impiegato-lavoratore-defunto-vegeto è un ottimista:” Devo aggiungere che sto risolvendo il problema grazie all’ufficio Inps di Sant’Agata di Militello, che si è messo subito a disposizione. Dovrò presentare un’autocertificazione dove “sotto la mia responsabilità” dichiaro di essere vivo”.
Certamente sarà difficile smentire una simile attestazione… basterebbe una foto per dimostrare che, dopo aver finito il turno di lavoro passeggia in bicicletta sul lungomare orlandino, racconta questa storia e incassa le battute di chi lo vede come un bel “47 morto che parla” da giocarsi immediatamente al lotto…
Sorriso amaro…. Storia italiana, mentre dall’altro capo del numero verde dell’Inps all’inizio della chiamata, una voce ti chiede di non chiudere subito la comunicazione per esprimere, alla fine, il tuo gradimento sul servizio offerto.
Amen!
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