CARA PRESIDE – … si scusi con i suoi Alunni, con i ragazzi dell’Alberghiero, con le scuole di Montagna, con i “Contadini”, con la Scuola!
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CARA PRESIDE – … si scusi con i suoi Alunni, con i ragazzi dell’Alberghiero, con le scuole di Montagna, con i “Contadini”, con la Scuola!

L’ingiusto balzello economico, la giusta protesta,  la dignità di un Contadino, l’invettiva fuori luogo di un dirigente scolastico, questo ed altro per andare oltre al fatto di cronaca che è diventato virale.

Maiores nostri virum bonum cum laudabant, ita laudabant, bonum agricolam, bonum colonum. Amplissime laudari existimabatur, qui ita laudabatur. Mercator autem strenuus studiosusque rei quaerendae putatur, verum, ut supra dixi, periculosus et calamitosus. At ex agricolis et viri fortissimi et milites strenuissimi gigni videntur, maximeque pius quaestus stabilissimusque consequitur minimeque invidiosus, minimeque male cogitantes sunt qui in eo studio occupati sunt.

A scrivere è Catone, ai tempi di Roma antica, più o meno duecento anni prima della nascita di Cristo, ed il suo De agricultura che è il più antico libro di prosa latina a noi giunto. Frasi che permettono di apprezzare la rude ma potente efficacia della sua prosa, dei “suoi protagonisti”, del pensiero, della sua arte, fatta di rettitudine e passioni.

Lui scriveva “I nostri antenati, quando lodavano un uomo onesto, lo lodavano in questo modo, “buon contadino, buon colono”. Si riteneva lodato nel modo più solenne, chi veniva lodato così” e aggiungeva “Del resto tra i contadini sembra che nascano sia uomini molto forti, sia soldati molto valorosi, e si ottiene il guadagno più onesto e più stabile e per niente odioso, e non sono per nulla superbi quelli che sono occupati in questo tipo di attività”.

Non la pensava di certo così la dirigente del Seguenza, uno dei licei storici di Messina che con una frase infelice, fermata su un video «rubato» da uno dei tanti  ragazzi riuniti in assemblea e fatto circolare sui social, usa quel termine “contadino” in maniera se non spregevole, certamente diminuitivo.

Lilia Leonardi, infatti, sbotta arringando i suoi alunni, al termine di una serie di considerazioni  con una frase ingiusta, pesante, arrogante… “voi non siete figli di contadini” parlando di economia domestica, del poter o non poter pagare una” tassa” alla scuola definita un rimborso spese dovuto al Liceo che li ospita e che “non è di montagna”.

Roba da pazzi.

Ma per meglio comprendere riportiamo tutto il contesto.

La dirigente, agli studenti che chiedono da giorni l’abolizione del contributo ‘volontario’ di 75 euro a famiglia da versare ad inizio anno (di cui 25 servirebbero come «rimborso spese che la scuola sostiene per pagare il gasolio», nonché per i libretti delle giustificazioni e l’assicurazione), fa notare prima che, in fondo «50 euro corrispondono a un caffè a settimana».

Ma poi  la Leonardi,  per sostenere le ragioni di quel contributo che per tutte le scuole italiane non è ormai più volontario da tempo, e anzi spesso costituisce la linfa indispensabile per gestire attività extrascolastiche e piccole manutenzioni, si fa scappare la frase infelice: «Abbiamo fatto i conti. Io sono certissima che le vostre famiglie si possono permettere di pagare questi 50 euro, perché questa è una scuola di alto prestigio, non è come le scuole di montagna, voi non siete figli di contadini».

Un’affermazione d’altri tempi che stona ancor di più in quel liceo da sempre “proletario”, che a Messina faceva la differenza con quelli dei “fighetti”. E dove l’essere contadini, venire dai quartieri diventava motivo d’orgoglio, quasi rivendicare una “classe sociale” da difendere.

Ma Lei prima aveva detto forse qualche cosa ancor più fuoriluogo, discriminando un’altra scuola:

«Non dovete parlare come i ragazzi di un professionale ricordatevi che siete liceali» aggiungendo poi, a microfoni spenti, a mò di giustificazione: «È importante che padroneggino la lingua italiana si dovranno confrontare su scala nazionale quando usciranno da qui, l’Invalsi ci sta addosso. E quello che dicono i dati delle rilevazioni nazionali è vero: i ragazzi che studiano ai professionali sono eccellenti nelle proprie materie di indirizzo ma spesso non padroneggiano la lingua italiana e non amano la matematica. Posso dirlo con cognizione di causa perché prima del Seguenza ero dirigente di un istituto alberghiero».

Ed i riferimento è quando a Capo d’Orlando dirigeva dal Merendino l’istituto Alberghiero di Brolo.

E la polemica, giustamente è servita.

Brutta storia, brutto esempio.

Ci vuol subito un punto chiarificatore, osiamo dire delle pubbliche scuse, chiare, un segnale di rispetto  per gli  studenti, che non devono trovarsi in disagio o vergognarsi  domani per quanto detto dalla loro dirigente.

Un punto di chiarimento sulla dignità dei contadini, iconizzati, anche in tanti film, dal neorealismo, all’attualissimo e recente “Il popolo che manca” o al meno recente “Il mondo degli ultimi” o negli indimenticabile “l’Albero degli zoccoli” o il primo “Novecento”. Contadini dalla grande dignità, orgoglio e voglia di alzare la testa.

Brutta pagina di una scuola che a volte, nonostante grandi esempi, a volte scivola in una deriva qualunquistica e autoritaria, che si allontana dalla realtà ed al colloquio preferisce il soliloquio del potere. Una scuola che umanamente deve chiedere, al momento scusa, e confrontarsi, perchè di trincee ne abbiamo viste tante.

E arriva il commento del dottor Costantino Angelo Fabio, Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza del Comune di Messina. «Mi domando se noi genitori, adulti, operatori siamo all’altezza di questa nuova generazione, di questi ragazzi a cui stiamo lasciando ancora meno di quello che la nostra generazione ha ereditato. Guardo il video del Seguenza – scrive il Garante – e più che le parole dell’adulto mi colpiscono le reazioni di sottofondo dei ragazzi. “Ma che vuol dire? Ma cosa sta dicendo, ma si rende conto?” e poi la contestazione. Di quel video salvo solo le voci dei ragazzi che ci danno ancora speranza e ci insegnano che prima o poi costruiremo un mondo senza discriminazioni ed ingiustizie. Ieri ha perso un certo tipo di scuola, adultocentrica e sorda ai reali bisogni dei ragazzi; ieri come oggi vincono i ragazzi coraggiosi, puliti, giusti. Grazie ragazzi del Seguenza per l’insegnamento che ci avete lasciato e perché ci avete indicato che la strada della vera Umanità è ancora percorribile ma solo accanto a voi».

 

 

12 Dicembre 2019

Autore:

redazione


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