Carmelo Galipò – E’ diffamante dire che Capo d’Orlando è sede di un mandamento mafioso
Dal Palazzo, Politica

Carmelo Galipò – E’ diffamante dire che Capo d’Orlando è sede di un mandamento mafioso

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Con un’interrogazione inviata al Sindaco, Presidente del Consiglio Comunale ed ai Capigruppo consiliari del Comune di Capo d’Orlando Carmelo Galipò, consigliere comunale del gruppo Insieme per Cambiare chiede tra l’altro alla redazione di Limes di rivolgere le doverose scuse alla Città e invita il sindaco ad attivarsi per la tutela dell’immagine della città

Il consigliere comunale, rammentando che il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino veniva crudelmente ammazzato in via d’Amelio a Palermo insieme ai suoi cinque agenti della scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), barbaro assassinio che seguiva quello avvenuto pochi mesi prima e che aveva spezzato la vita a Giovanni Falcone, sua moglie e alla scorta evidenzia che la comunità locale  volle intitolare ai due Giudici palermitani, il luogo simbolo del dibattito politico culturale ed amministrativo di una comunità; l’aula consiliare Falcone e Borsellino.

Oggi, quello sdegno e denuncia diventa rabbia per il cosiiglire Galipò, che intende interpretare l’animo dei suoi concittadini, allorquando, proprio nel giorno della commemorazione del giudice simbolo dell’antimafia, legge su un noto mensile del gruppo l’Espresso, la nota che individua Capo d’Orlando quale sede di un mandamento di Cosa Nostra.

La notizia è datata ottobre/2013, ma è ancora visionabile online al seguente link “http://www.limesonline.com/i-mandamenti-di-cosanostra/53794”, con tanto di mappa dei mandamenti mafiosi siciliani, tra i quali il mandamento di Capo d’Orlando.

Da qui, una sorta di tam tam mediatico, ha determinato – evidenzia Galipò –  che anche altre estate giornalistiche blasonate, hanno ripreso la notizia.

Limes, del resto è una rivista “seria” e accreditata, si occupa di geopolitica, fin dal 1993, anche delle tematiche più importanti inerenti agli assetti politici interni ed esterni.

Per Galipò questa volta,  con questa pubblicazione, “commesso una gaffe che ha dell’eclatante, affrontando un tema delicato, come quello delle guerre di mafia che hanno afflitto il nostro territorio negli anni Novanta, con una certa superficialità. Si fa riferimento, nel caso specifico, a una “mappa” dei mandamenti mafiosi siciliani, tra i quali spicca un fantomatico mandamento di Capo d’Orlando affiliato alla Cosa nostra catanese. È risaputo che quando agli inizi degli anni Novanta, alcune famiglie mafiose hanno tentato di allungare i propri tentacoli verso la fiorente economia orlandina, estorcendo quanto più possibile a commercianti e imprenditori locali costoro si sono rifiutati di sottostare alle pretese delle suddette famiglie, creando un importante precedente nella lotta alla criminalità organizzata. È opportuno sottolineare che questi clan erano basati altrove e che sicuramente Capo d’Orlando non era il centro di comando delle loro attività ma semplicemente una realtà vittima dei loro loschi affari”.

Alla luce di questi fatti, Galipò “trova decisamente offensivo che la prestigiosissima Limes abbia, in modo così superficiale, mappato Capo d’Orlando come sede di un inesistente “mandamento”, infangando la reputazione di una città che ha avuto il primato di aver ispirato migliaia di imprenditori e commercianti alla ribellione contro il racket. Detto ciò, e considerato che questa brutta storia ha di certo arrecato, e continuerà a farlo, grave nocumento per la nostra Città, interroga il Sig. Sindaco per sapere se non ritiene opportuno proporre ogni opportuna azione a tutela degli interessi della nostra Città, nei confronti di quanti hanno permesso la pubblicazione dell’articolo in questione, intimando l’immediata rettifica dello stesso e chiedendo un congruo risarcimento per i notevoli danni d’immagine arrecati dalla persistente diffusione della citata mappa sul web, circostanza che non fa altro che reiterare all’infinito la condotta lesiva. Auspico che sia il Consiglio Comunale tutto ad unirsi nella difesa dell’immagine della nostra comunità, che davanti al fenomeno mafioso ha sempre e solo dimostrato aperta ostilità, esigendo attraverso una richiesta formale le doverose scuse dalla redazione di Limes”.

 

20 Luglio 2015

Autore:

redazione


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