Il disastro che ha colpito questa cittàci ha segnato per sempre: tanti hanno perso amici, familiari, persone anche solo incontrate in una quotidianitàfatta di relazioni e contatti umani. A tutti loro vorremmo consegnare il nostro abbraccio e la nostra vicinanza e dire che tante e tanti stanno concretizzando questa solidarietàin piccole e grandi azioni: la raccolta di alimenti, il coordinamento dei volontari, il sostegno all’organizzazione degli aiuti.
Sentiamo crescere un senso di rabbia per una tragedia che non è frutto del caso, della sfortuna e delle forze della natura. Quanto accaduto è la conseguenza del malgoverno del territorio, fatto a pezzi da anni di saccheggi, di umiliazione dell’interesse collettivo a vantaggio di piccoli e grandi interessi privati. Alle speculazioni si aggiunge l’irresponsabilitàdi chi sapeva e non ha fatto nulla. Che il nostro territorio sia sottoposto a grave rischio idrogeologico è cosa nota da decenni. Non sono mancate denunce circostanziate e ricche di dati sulla gravitàdella situazione rimaste però inascoltate. Si continua invece a tollerare l’abusivismo edilizio; a modificare i piani regolatori per favorire amici generosi – vedi inchiesta Oro Grigio – o a far finta di non vedere quando si smantellano pilastri autostradali – vedi Boccetta – per lasciar passare mezzi d’opera; quando si progettano discariche ed inceneritori sul greto di torrenti ed in ZPS; quando si immaginano megacentri commerciali in cave di sabbia o nel torrente Zafferia, e addirittura grattacieli al Tirone.
Senza la cultura della prevenzione ogni nubifragio, ogni incendio, ogni scossa di terremoto rischia di essere una strage. Senza la prevenzione che viene dalla buona politica, la protezione civile è destinata ad essere solo organizzazione dei soccorsi. Chiamiamola dunque Soccorso civile, non Protezione. Per questo è indispensabile evitare in ogni modo che coloro i quali hanno avuto fino ad oggi la responsabilitàdel governo del territorio siano anche investiti del compito di risanarlo.
Compito primario della politica, a questo punto, è evitare il ripetersi di comportamenti che sicuramente porteranno a nuovi disastri. Perciò l’assemblea invita i messinesi ad interrompere questa assoluta follia e chiede con forza:
le dimissioni del Sindaco, del Presidente della provincia, e degli assessori provinciali e comunali all’ambiente e territorio e protezione civile;
l’immediato avvio di interventi utili a mettere in sicurezza il territorio reperendo i fondi necessari anche attraverso il definitivo accantonamento dello sciagurato progetto del Ponte .
la demolizione di tutte le costruzioni abusive, comprese quelle sanate e/o previste dalle troppe, pericolose varianti al PRG , se a rischio idrogeologico;
la verifica della compatibilitàgeologica per tutti i cantieri edili in città, con particolare attenzione a quelli aperti in prossimitàdei torrenti e sulle colline;
la sospensione del PRG e l’elaborazione di un nuovo piano ispirato a migliorare la qualitàdella vita dei cittadini e non a tutelare gli interessi degli speculatori;
il blocco immediato di tutti i PRUSST in attesa del nuovo piano regolatore.
L’integrazione della commissione di valutazione del rischio idrogeologico con personalitàindiscusse appartenenti alla comunitàscientifica e con tecnici indicati dalle associazioni ambientaliste.
E’ necessaria a questo punto una risposta democratica e di massa della popolazione messinese, capace di tradurre il dolore privato di tutti noi in conoscenza politica ed in indignazione collettiva.