L’incontro – ha detto il primo cittadino, Veronica Maria Armeli – fa parte del programma informativo sull’operato dell’amministrazione ed è anche un momento di confronto sulla gestione della vita amministrativa per renderlo trasparente e poter anche acquisire critiche o osservazioni utili al buon andamento della cosa pubblica.
Chianetta :-“La portata di due importanti sorgenti a Monte della Contrada Sfaranda si è ridotta – ha detto – di circa l’80%. E, come se non bastasse, anche il pozzo Solicchiata registra cali considerevoli. Tascone:- Abbiamo aumentato la raccolta degli indumenti usati presso l’Area ecologica e intensificato le giornate dedicate al ritiro degli ingombranti. Nel corso dell’incontro infine il sindaco ha attenzionato sia il Cineforum del centro, attualmente chiuso che la strada di fondovalle la cui importanza è fondamentale per frenare l’emorragia demografica del paese
L’acquedotto comunale “brucia” ogni anno centinaia di miglia di euro dal bilancio comunale per pagare l’energia elettrica necessaria al sollevamento dell’oro blu dal pozzo “Solicchiata”, scavato a valle nelle immediate adiacenze della fiumara di Sinagra. Poi, con l’ausilio di pompe di rilancio, l’acqua arriva fino alla parte più alta del paese, a circa 600 metri di altezza.
Di questo e della raccolta dei rifiuti hanno parlato – a San Giorgio, nel locale cineforum in un incontro con i cittadini – il sindaco Veronica Maria Armeli e gli assessori ai rami Massimo Chianetta e Valentina Tascone per spiegare, rispettivamente, cosa si sta facendo per fronteggiare la magra di acqua che sta attanagliando tutta la Sicilia e come è strutturato il servizio di raccolta.
L’incontro pubblico con i cittadini, cui seguiranno altri – ha detto sostanzialmente la Sindaca – fa parte del programma informativo sull’operato dell’amministrazione ed è anche un momento di confronto sulla gestione della vita amministrativa per renderlo trasparente e poter anche acquisire critiche o osservazioni utili al buon andamento della cosa pubblica.
A parlare di acquedotto è stato l’assessore Chianetta che, per garantire la corretta distribuzione dell’acqua, non dorme di notte. “La portata di due importanti sorgenti a Monte della Contrada Sfaranda si è ridotta – ha detto – di circa l’80%. E, come se non bastasse, anche il pozzo Solicchiata registra cali considerevoli.
Ciò, ovviamente, ha delle ripercussioni sull’erogazione spicciola, anche se si sono limitati al massimo i disagi.” E, di fatto, malgrado la minore portata delle due sorgenti e della scaturigine a valle, non si sono registrati significative problematiche e ciò malgrado in alcuni casi, in ossequio alle direttive sanitarie, il sindaco si è visto costretto ad emanare delle ordinanze restrittive (problema ad oggi superato), che hanno vietato temporaneamente il consumo dell’acqua in alcune contrade del paese. Le ordinanze – ha sostanzialmente detto Armeli – visti i risultati delle analisi, andavano fatte e mantenute il tempo necessario per ovviare all’inconveniente.
Abbiamo comprato una macchina per la clorazione e si prevede di acquistarne altre.” I costi esosi in bolletta – aggiungiamo noi – sono da sempre una costante, dovuta proprio all’enorme dislivello che deve superare l’acqua per arrivare poi, per caduta, nelle case. E, se in origine gran parte dei costi dell’energia elettrica veniva coperto con i fondi del bilancio regionale, nel tempo ciò non è stato più possibile, facendo venire al pettine tutti i nodi tipici di una rete adduttiva che pesca molto a valle, anche se è pur vero che l’acqua si accumula maggiormente nelle parti basse.
Nel tempo, per mitigare il problema, si è cercato di scavare nuovi pozzi a monte e, per quasi una settimana, decenni fa si è avuta l’impressione che si fosse raggiunto l’obbiettivo, allorquando una trivellazione in contrada Vecchiuzzo riversò acqua al fiume per le vie del paese per rivelarsi poi, purtroppo, solo una conca di acqua sotterranea presto esaurita. Altri tentativi, nel tempo, hanno interessato la rete adduttiva: il controllo telematico delle perdite, che non diede grossi risultati per la natura stessa del terreno, e il rifacimento di vari tratti con nuove tecniche, che permisero di diminuire le perdite di rete. Insomma, l’acquedotto umbertino è sempre stata la pecora nera di ogni amministrazione e onore e merito all’assessore al ramo che, dell’assicurare la distribuzione, ne ha fatto una scommessa personale, coadiuvato ad hoc da una ditta esterna, in vero abbastanza presente. Altro argomento è stato la raccolta dei rifiuti che, comunque, viene assicurata decentemente, aiutata anche dalla scelta – ha detto l’assessore Tascone – di fare più raccolta degli indumenti usati presso l’Area ecologica e di intensificare le giornate dedicate al ritiro degli ingombranti.
Questo, ovviamente, ha un costo ampiamente ripagato. Inoltre, l’ambiente ringrazia perché si riduce il rischio che ingombranti ed abiti vengano dispersi nell’ambiente stesso.
Fin qui, l’assessore.
Il sudicio “vezzo” di creare vere e proprie discariche abusive (per carità, non solo nel territorio di Castell’Umberto) è, però, duro a morire e i “fiori del male”, figli di tante mentali “zone grigie”, fioriscono velenosi lungo le strade e dietro la vegetazione. Che fare? Sanzionare a più non posso e sputtanare i vandali potrebbe essere una soluzione. Non si può aspettare di ridurre le nostre belle montagne, “Svizzera siciliana” a pattumiera. Nel corso dell’incontro infine il sindaco ha attenzionato sia il Cineforum del centro, attualmente chiuso che la strada di fondovalle la cui importanza è fondamentale per frenare l’emorragia demografica del paese.
Enzo Caputo