I dati che emergono dal 2’ Studio sullo stato dell’occupazione nella provincia di Messina elaborato dalla Cgil di Messina, non lasciano certamente spazio a dubbi di nessun tipo, visto che è in netto aumento il tasso di disoccupazione tra i giovani che oscillano tra i 25 e i 34 anni. Naturalmente questo dato porta con se la logica conseguenza di far aumentare il tasso di disoccupazione che nella sola provincia di Messina si è attestato sul 34,6 %, cioè circa 10 punti al di sotto della media nazionale.
Il dato diventa sconfortante se si abbandonano le percentuali e si passa ai numeri complessivi che dicono che nel 2011 hanno lavorato solo 193mila persone su una popolazione di 650 mila abitanti nella sola provincia di Messina.
La provincia mantiene anche il record, sicuramente poco invidiabile, di superare di circa 4 punti percentuali il tasso di disoccupazione nazionale attestato intorno all’8 %.
Di questa analisi a dir poco inpietosa l’unico spunto positivo lo offre il gentil sesso; infatti sono in calo, anche se leggero, le percentuali che calcolano l’inattività e la disoccupazione femminile.
Trovare un’unica spiegazione a questa situazione non è certamente facile e forse nemmeno corretto; visto che vorrebbe dire semplificare, una delle più grandi piaghe sociali che attanaglia il nostro paese e la nostra regione. È però palese che ci troviamo davanti ad una terra che non offre l’opportunità di creare impresa e quindi nuovi posti di lavoro, senza contare che per troppi anni si è visto il settore pubblico come unica fonte di lavoro duratura.
Il quadro preoccupa e non poco il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano che lancia un grido d’allarme soprattutto per i dati sulla disoccupazione giovanile “ciò che deve far pensare – ha dichiarato Oceano – è l’aumento del dato sulla disoccupazione giovanile tra i 25 e i 34 anni cioè quando si finisce gli studi e s’inizia a pensare a formare una famiglia”.
Lo stesso Oceano poi storce il naso davanti alle recenti affermazioni del premier Monti che vede un paese sempre più fuori dalla crisi grazie ai decreti dell’esecutivo “sinceramente faccio fatica a vedere il paese anche solo lontano dalla crisi figuriamoci definitivamente fuori – ha dichiarato Oceano – io credo che la priorità sia la soluzione all’emergenza lavorativa non alla modifica all’art. 18 che non porterebbe a nessun nuovo investimento utile a creare nuovi posti di lavoro”.
Oceano infine ribadisce la propria critica, già espressa sabato durante l’assemblea con le altre sigle sindacali, verso la creazione di quella “cementificazione selvaggia” che ha Messina ha creato un notevole scompiglio “a Messina inoltre – continua Oceano – si è deturpato un grande patrimonio ambientale solo per favorire chi già possedeva un notevole patrimonio, senza però creare nuova impresa e lavoro”.
Antonio macauda