La nota della UIL Messina sulla chiusura della sede Inps di Barcellona P.G..
“promesse tradite, cittadini ingannati”
A nulla sono servite le rassicurazioni, gli annunci e gli impegni solenni assunti pubblicamente da rappresentanti istituzionali e politici: la sede INPS di Barcellona chiuderà definitivamente il 1° giugno 2025. Lo ha denunciato con forza il segretario generale della UIL Messina, Ivan Tripodi, che non ha risparmiato parole dure nei confronti di chi – a suo dire – ha “preso in giro un intero territorio”.
“I reiterati, solenni e roboanti impegni formali, assunti pubblicamente soltanto qualche mese fa, si sono sciolti come neve al sole”, ha affermato Tripodi. “Non è mai stato adottato alcun atto amministrativo per modificare la delibera n. 137 del Cda INPS del 18 dicembre 2024, che ha segnato la sorte della sede barcellonese”.
Una decisione che penalizza un intero comprensorio
La chiusura della sede INPS – che serve non solo la città di Barcellona Pozzo di Gotto, ma anche numerosi comuni del comprensorio tirrenico e collinare – rappresenta, secondo la UIL, “un colpo durissimo per l’utenza, i lavoratori, i pensionati e per il diritto all’accesso ai servizi pubblici”.
“Le promesse del sindaco, dei parlamentari locali e persino di qualche sottosegretario di Stato si sono rivelate parole al vento. Cittadini e lavoratori sono stati illusi”, ha dichiarato il sindacalista. “La chiusura non è una prospettiva, è una realtà. E una realtà dolorosa”.
Un appello in extremis all’INPS nazionale
Nella parte conclusiva del suo intervento, Tripodi ha rivolto un appello diretto al presidente dell’INPS, l’avv. Gabriele Fava, e all’intero Consiglio di amministrazione dell’Istituto, chiedendo di annullare in extremis la delibera di dicembre.
“Si tratta di un atto necessario per evitare di depauperare ulteriormente Barcellona, la seconda città della provincia di Messina. Un territorio intero viene penalizzato da una scelta che avrebbe potuto – e dovuto – essere scongiurata”.
Dura accusa alla politica: “Venditori di fumo”
Ma le parole più pesanti sono state riservate ai rappresentanti istituzionali e ai politici che, secondo Tripodi, hanno alimentato false speranze nella cittadinanza:
“La credibilità di certi personaggi è ormai pari a zero. I fatti – duri e appuntiti come chiodi – parlano chiaro e sbugiardano i tanti venditori di fumo che hanno dimostrato inconsistenza e inadeguatezza”.
Una battaglia per i diritti e la dignità
La UIL conclude il proprio intervento richiamando l’attenzione sulla necessità di difendere i presìdi territoriali fondamentali per la cittadinanza, in particolare in aree periferiche e già penalizzate dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi pubblici.
La chiusura della sede INPS di Barcellona si configura come un simbolo negativo del divario crescente tra centro e periferia, tra promesse politiche e realtà, tra diritti proclamati e servizi negati.