Per Cobas, alcune domande necessitano risposte
I Cobas esprimono tutta la loro preoccupazione in seguito agli esiti dell’incontro voluto dalla S.E.U.S. s.c.p.a., tenutosi in data 12/09/2024, presso i locali dell’azienda, siti in Piazza Ottavio Ziino, in cui sono stati discussi: temi riguardanti l’erogazione dei buoni pasto e relative modalità, inerenti le annualità 2018/2021.
Pur apprezzando lo sforzo di trovare soluzioni condivise, sforzo tra l’altro adottato con serietà e onestà unicamente da parte dei rappresentanti Cobas, gli stessi, oltre a rammaricarsi, esprimono profonda delusione al cospetto dell’arbitrarietà, supportata dalla connivenza di altre sigle sindacali, nei confronti di alcuni accordi raggiunti, sulla cui legalità si esprimeranno nelle sedi opportune gli organi preposti che i Cobas, prontamente, in difesa dei diritti dell’intera categoria e non solo dei propri iscritti, si sono riservati di attivare, in particolare: il recupero del credito di ore (che l’inetta capacità gestionale di S.E.U.S. s.c.p.a ha generato), in sede di conciliazione, nei confronti del lavoratore, mediante trattenuta delle cifre spettanti dei buoni pasto, e con ulteriore nota, se lo stesso credito dovesse considerarsi non estinto, tramite addebito in busta paga, nei limiti della capienza stipendiale.
I Cobas invitano S.E.U.S. s.c.p.a. a riconsiderare urgentemente i punti in contenzioso e a riaprire il confronto alla ricerca di una soluzione legale che tuteli i diritti e gli interessi dei lavoratori, pur consapevoli che il dado è stato tratto.
E’ realtà il malcontento che da tempo serpeggia tra gli autisti/soccorritori dipendenti S.E.US., quesiti da prima sussurrati da pochi, adesso vengono posti a gran voce: come è possibile che in Italia, una terra di martiri, che hanno dato la vita in nome della democrazia, della giustizia e della libertà, possano sussistere esempi di slealtà, cattiva gestione, illegalità, perpetrati nei confronti dei lavoratori, permessi col tacito consenso e addirittura avallati da chi dovrebbe tutelare il lavoratore ed è stato scelto per perseguire tale missione, come mai nell’universo sindacale la voce che ancora una volta si erge a cercare di far ragionare un’azienda sorda all’insofferenza dei propri dipendenti e quella dei cobas?
Alcune domande abbisognano di risposte, molti lavoratori le hanno trovate, anche perché palesi, i Cobas in virtù di tali risposte impugneranno ogni arma che la costituzione italiana permette in difesa della dignità della categoria che si onora di rappresentare, armi che puntano con esonerabile giustizia alla cattiva gestione e alla politica del tornaconto personale che ad oggi imperversano ai vertici della S.E.U.S. s.c.p.a.
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