COMITATO PENDOLARI S. AGATA PALERMO – L’annosa questione del sistema ferroviario in Sicilia
Cronaca Regionale

COMITATO PENDOLARI S. AGATA PALERMO – L’annosa questione del sistema ferroviario in Sicilia

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato pendolari S. Agata -Palermo – Punta Raisi, circa la questione, che ormai si protrae da tempo, del sistema ferroviario siciliano. Di seguito il documento.
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Al Signor Ministro Infrastrutture e Trasporti

On. Altero Matteoli

Al Sig. Presidente della Regione

On. Raffaele Lombardo

Al Sig. Assessore Regionale ai Trasporti

On. Nino Strano

Al Sig. Dirigente Generale Dipartimento Reg. Trasporti

Avv. Giovanni Lo Bue

Al Direttore Trenitalia Sicilia

Dott. Stefano Carollo

Agli Organi di stampa

Oggetto: Sistema ferroviario in Sicilia

Ancora una volta assistiamo al balletto di competenze sulla questione del Contratto di Servizio in Sicilia.
Ci chiediamo: come mai l’Assessore ai Trasporti della Regione Sicilia non ha firmato il Contratto di Servizio il 7 Settembre a Roma insieme alle altre Regioni?
Forse perché prima, come si evince dalle nostre innumerevoli richieste, voleva convocarci per discutere i punti da noi proposti  per inserirli nel nuovo Contratto?
Tante promesse, ma nessun incontro con i Comitati dei Pendolari. Non si cerca di capire quali siano le nostre esigenze basilari, non si fa niente per cercare di costruire un sistema di trasporto migliore!!!
Tante parole, tanti proclami. Dall’annuncio del nuovo “Memorario” con insieme Regione e Trenitalia in pompa magna, alla denuncia di “sparizione dei Minuetti”, al confronto del nostro sistema ferroviario con  il povero, ma degno di rispetto, “Congo”.
Parole, proclami. Non ultimo l’attacco a Trenitalia, riportato dai giornali, da parte del nostro Governatore,nella lettera inviata al neo comitato Intercomunale, che si è riunito per la prima volta Sabato 19. Il Presidente della Regione, nel suo documento, ha espresso viva solidarietà per l’iniziativa del comitato popolare interpendolare, intrapresa a supporto delle necessità del territorio e che “rispecchia la volontà della Regione Siciliana per una rapida soluzione della vertenza che Trenitalia S.p.A. ha deciso di aprire con l’utenza siciliana e quindi col suo Governo”.
Belle dichiarazioni, ma i fatti dove sono?
Quando noi denunciavamo l’atteggiamento di Trenitalia, chiedendo supporto dalla Regione, dov’erano i nostri politici?
Come mai se c’é in atto una vertenza con Trenitalia, la Regione non ha prospettato un’alternativa, una gara, un servizio alternativo?
Siamo noi a dover collaborare con la Regione per un servizio migliore. Non la Regione a mostrare “solidarietà” nei nostri confronti. La Regione deve essere parte attiva.
Certo è comodo attuare lo “scaricabarile” tra Stato e Regione. Alla fine a pagare sono sempre pendolari.
E la prova è il nuovo orario ferroviario, che sta portando notevoli disagi a tutti.
Buchi paurosi nell’orario tra un treno ed il successivo. Fermate eliminate. Paesi tagliati fuori. Se prima per esempio la tratta da Palermo a Cefalù era servita da 23 corse giornaliere, oggi ne contiamo solo 16!!!
Come mai la Regione non si è attivata per attuare l’offerta A, proposta da Trenitalia? L’attuale offerta B prevede tagli, cercando di mantenere un servizio per lo meno essenziale, pur con le sue sbavature e le necessarie correzioni da apportare.
Cosa ci prospetta il mese di Febbraio? Ulteriori tagli…
I mesi passano ma musica è sempre la stessa. Latitanza della politica regionale, ma anche della politica locale.
Corriamo il rischio di perdere  anche il “treno” dell’acquisto dei nuovi treni per i pendolari promesso dall’ A.D. Trenitalia  Moretti.
E viaggeremo su treni sempre più vecchi, più inaffidabili, più fatiscenti.
Certo ci sono altri problemi, gravi, impellenti. Ma fa male vedere litigare i nostri politici per questioni che nulla hanno a che vedere con i problemi della gente comune.
Come detto in altre occasioni, spesso siamo viaggiatori “per forza”, ci spostiamo quotidianamente per lavoro o per studio, percorrendo centinaia di chilometri e passando parecchio tempo sui treni.
Per i pendolari la soppressione di una fermata, o il semplice mutamento di orario, anche di pochi minuti, vuol dire spesso, stravolgere la loro quotidianità, generando spiacevoli ripercussioni per loro e per i cari.
E’ ormai risaputo che il sistema ferroviario siciliano è obsoleto e non al passo con le potenzialità di sviluppo di questa bellissima terra.
Siamo pendolari per necessità. Ma l’essere pendolare potrebbe essere un piacere.
Il popolo dei pendolari è un popolo in viaggio, un popolo di donne e di uomini, di ragazze e ragazzi. Nei dondolii dei treni si nascondono tante emozioni, nascono tante cose, si riesce a parlare, quel parlare che ormai manca nelle nostre case, anche per colpa dei ritardi, perché si arriva già esausti a casa dopo una dura giornata di lavoro o studio e con l’aggravante dello stress che si subisce a causa dei treni.
Chi sale in treno viene catapultato nell’universo stanziale, fuori dal mondo vagante di gran parte degli italiani.
Il treno 1234 diventa il “mio” treno. Nasce il lessico del pendolare, sintetico, puntuale, sbrigativo, che contamina i discorsi di viaggio. Folle sui treni che intimidiscono quelle degli stadi. Caldo  e freddo diventano problemi che è difficile superare. Altro che adeguamento agli standard europei. I ritardi vengono inglobati nell’allungamento dei tempi di percorrenza… Un artificio che contraddistingue l’italico ingegno. A questo però si aggiungono i nuovi ritardi.
Ma noi pendolari chiediamo un servizio serio, a misura d’uomo.
Con mezzi di trasporti decenti si avrebbe la situazione ideale per “crescere senza dimenticare”. La ricchezza deriva dal vivere nel contesto familiare e lavorare nel contempo nel contesto di chi guarda avanti ed è in continua evoluzione, di chi arricchisce l’esistenza e cambia il significato della parola provincia. Andare e tornare rinvigorisce non solo i viaggiatori, anche la città che all’alba diventa matrigna. Problemi di affitto, crisi economica. Allora meglio il treno. Meglio di un terzo luogo dove sopravvivere. Due vite anziché una sola.  Due vite che potrebbero diventare piacevoli.
Per questo chiediamo che la firma del contratto di servizio non diventi l’ennesima occasione di “assistenzialismo” cui siamo abituati. Chiediamo una maggiore giustizia sociale.
La Regione deve aver garantito un servizio efficiente al di la delle penali. Non sono le penali che devono far paura. Ci devono essere, ma devono rappresentare un evento raro per un servizio ottimo.
Ma chiediamo anche che la politica sia presente al di la dei facili proclami, al di la delle facile promesse.
Siamo stanchi di illuderci.

Cogliamo  l’occasione per porgere

distinti saluti e auguri di Buon Natale

Giacomo Fazio

Comitato Pendolari Siciliano

23 Dicembre 2009

Autore:

admin


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