CONGRESSO PD BROLO – In mancanza di comunicati ufficiali e certezza degli eletti, ci raccontiamo dell’altro
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CONGRESSO PD BROLO – In mancanza di comunicati ufficiali e certezza degli eletti, ci raccontiamo dell’altro

Nessuno ne ha voglia di parlare, forse per un ancor pur se velato senso di partito, per non esacerbare i toni, per evitar di far da apripista ad altri scenari, anche amministrativi, mentre si guarda alle nuove scadenze elettorali, alle nazionali e forse, se ci saranno, alle provinciali a Brolo domenica scorsa si è tenuto il congresso locale del PD e ancor poco si sa… almeno ufficialmente

Di fatto si sono avvertiti i limiti storici del partito in senso di partecipazione e d’attrattività.

Si parla di eletti in contumacia, di garanti non garanti, si avvertono, non dichiarate, all’interno spaccature, divisioni, non condivisioni, anche nel monolitico blocco del professor Giuseppe Laccoto, che ancor fa i conti con la débâcle elettorale, non a Brolo, ma nel suo scacchiere. E poi emergono tante verità non dette.

Un quadro clinico, anche se per la privacy la prognosi e la cura sono secretati, dove questa realtà politica locale importante e consistente sembra non sprizzare grande salute pubblica.

Ed intanto c’è attesa quando, fra qualche giorno verrà ufficializzato il nome del nuovo segretario.

Ma c’è un gran silenzio.

Qualcuno dice che nessuno vuol aprire le danze della polemica per evitar che “gli altri” si compattino.

E a questo punto diventano importanti, e lo spiegheremo dopo, i ruoli che svolgeranno i Giovani Democratici, oggi in amministrazione comunale,  e se l’azione di una sinistra fuori del Pd abbia forza aggregante in grado di crear diaspore.

Ma come si arriva a quest’attivo che si è svolto alla Sala Rita Atria e non, come spesso accaduto, in segreteria.

Si arriva dopo anni di segreterie provinciali “unitarie” per accordi a freddo (nell’ultima fase condotte da un sempre presente Basilio Ridolfo da tutti riconosciuto l’uomo giusto per la sua correttezza) e anni di commissariamento “romano” da parte di Ernesto Carbone – sterili e incapaci di produrre un minimo di risultati politici sul territorio messinese e che non sono riuscite nemmeno a far partire i tesseramenti annuali – che sono stati svolti, con una deleteria corsa all’impazzata.

Si arriva dopo il tesseramento per l’anno 2016. Per molti gonfiato e contestato, ma avallato dai garanti nazionali renziani;

Si arriva dopo le primarie Renzi/Orlando/Emiliano con una Brolo spaccata e dalle scelte non condivise, e poi in ultimo dopo il recente congresso provinciale Starvaggi vs Calanna (ritiratosi in fase congressuale che forse la luce del dopo ha reso più leggibile questa sua mossa).

Starvaggi (espressione politica di Laccoto) ha raccolto su di sé praticamente tutti, nonostante liti e lamentale sui numeri e sulle quote in assemblea provinciale ed esecutivo provinciale risolte dall’onorevole brolese alla sua maniera, con strategie politiche, tra forzature e rialzi, buone sempre nella prima fase, vincenti e rassicuranti ma che alla fine,  provocano mal di pancia, scontenti e musi lunghi. Quelle fratture – mai insanabili in questo Pd ma intestine e pericolose nel gestirle –  che i numeri delle regionali hanno fatto emergere .

Per intenderci  i congress si stanno svolgendo in 74 comuni della provincia, complici accorpamenti di piccoli circoli con circoli più numerosi, ma, come si vuol dimostrare, a Brolo è sempre un’altra storia.

Andiamo a noi, al CONGRESSO DI CIRCOLO PD DI BROLO

Questi i suoi punti fermi.

 I tre circoli brolesi esistenti fino al commissariamento Carbone erano ol circolo Brolo 1 (Laccoto), il circolo Berlinguer (Avena/Aricò), e il circolo Orizzonti Nuovi (Natoli e parte dei giovani del Pd).

Circoli da tempo azzerati, riuniti per costituire un unico circolo.

I GD in base alla cosiddetta “Carta di Cittadinanza” nazionale dei GD nel PD hanno diritto a partecipare (e votare ed essere eletti) nei congressi del PD a vario livello.

Far rispettare questa roba è una guerra che si ripete ogni volta.

Prima del congresso non c’è stata nessuna riunione preventiva e quindi nessuna discussione; né una chiamata di Starvaggi o altri per iniziare un percorso unitario, date le incancrenite posizioni brolesi e i problemi storici tra i protagonisti.

Nei fatti Orizzonti Nuovi e GD  – che sono autonomi e decidono da soli- non hanno partecipato al congresso, seppur riconoscendo il circolo unico come fatto positivo, perché considerano non ci siano, ad oggi,  le condizioni politiche minime di rispetto e fiducia, di metodo e di riconoscimento di ruolo politico per sostenere un segretario unico che rappresenti tutti. L’unico presente alla sala Rita Atria era Ciccio Natoli, che pur vicino ai Gd anagraficamente non lo è più.

Al congresso, al netto del dibattito (quasi inesistente) e dei passaggi formali – bizantinismi di partito – si è eletto un coordinamento a 11 + i componenti di diritto.

Giunge voce, autorevole, ma volutamente anonima che pur potendosi consegnare più liste o una unitaria con alternanza di genere, solo 24 ore prima dell’avvio dei lavori congressuali  sono arrivate proposte e ammiccamenti per entrare in questo coordinamento con (1/2/3 max componenti…il nulla cosmico). Insomma la forma si è salvata

Di certo se Orizzonti Nuovi ci avesse creduto, presentando una lista, con i numeri in campo e il clima che c’era sarebbe potuto venir fuori un congresso lacrime e sangue, ma un  4 su 24 sarebbe stato senza logica … viva il partito allora. Il gioco non valeva la candela.

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Per cui la lista presentata è stata unica e composta a quote dal gruppo Ziino/Magistro/Laccoto/Aricò.

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Silenzio sugli eletti  votati per acclamazione da un platea che doveva essere di circa 310 persone e nei fatti era di una 70ina (anche se i nomi circolano). A questi si ne aggiungeranno le  componenti di diritto: chi fa parte dell’assemblea nazionale PD (Laccoto), dell’assemblea regionale PD di quello provinciale,  i consiglieri comunali eletti con tessera PD quindi Murabito, Agnello – Ada e Manuel, Ricciardi e Amedeo Arasi ma qui potrebbe nascer qualche inghippo.

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Di fatto gli 11 eletti + quelli di diritto comporranno un coordinamento di circa 20 persone. Il regolamento ne fissa il tetto max a 25.

Questo coordinamento ha l’obbligo di riunirsi entro 15 gg dal congresso per eleggere al proprio interno il coordinatore o segretario che a sua volta sceglierà il suo organo fiduciario (esecutivo o segreteria ) potendo scegliere anche all’esterno del coordinamento sempre tra i tesserati.

Questo è quanto.

Da questo scenario potrebbe essere l’avvocato Carmelo Ziino il prossimo segretario. Sta bene ad Aricò, è presentabile a 360°, accreditato, buon mediatore, trasversalmente riconosciuto come un buon leader – c’è l’aria di famiglia. Ovviamente anche qui stiamo facendo i conti senza l’oste e a questo punto per Ziino sarebbe opportuno allargare il consenso puntando anche su quell’area giovanile evitando cervellotiche manovre tese a distruggere e non a costruire.

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Quando usciranno i nomi si vedrà.

Intanto auguri di buona politica.

 

 

23 Dicembre 2017

Autore:

redazione


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