
E’ l’iniziativa nata in collaborazione tra l’Ufficio Turistico di Brolo e l’associazione dei carristi che organizza da anni il Carnevale. Ridare memoria alla “festa popolare”, raccogliendo, catalogando, mettendo in mostra le foto che negli anni l’hanno rappresentata.

Così nasce un appello a tura fuori dagli album dei ricordi e dai cassetti le foto di passate edizioni, di gruppi a piedi, bambini – ora cresciuti – in maschera, dei primi carri, delle sfilate che allora partivano anche da via Trieste, sede del circolo culturale “Leonardo Da Vinci” che raccoglieva giovani e idee.

Le foto potranno essere portate all’ufficio turistico di via Marina o consegnate ai responsabili dell’associazione carristi. Saranno immediatamente digitalizzate e riconsegnate ai proprietari e diventeranno patrimonio comune.
Oppure anche mandate via mail: uff.turisticobrolo@libero.it
Poi, ma la mostra sarà in costante work progress, saranno proiettati alla “multimediale, mostrate sui social, raccolti in un cd-rom. e serviranno anche a datare il carnevale brolese che una volta era anche espressione del folk internazionale, grazie al lavoro di Pippo Manganello, presidente di un ProLoco anni settanta, che riusciva ad intercettare i gruppi folk che provenivano dalla Festa del Mandorlo in Fiore e che poi a Brolo sfilavano tra maschere e coriandoli.
Quella di ricercare le vecchie foto per fare una mostra di quel che è stato il Carnevale brolese è sicuramente una belle scommessa, ed un grande apporto lo potranno fornire i fotografi storici di Brolo, prima di tutto i Pidonti, poi l’archivio di “Bacina” e quindi quello di Gammeri (qui detti in ordine anagrafico di presenza sul territorio).
Dai loro archivi verrebbe fuori volti e maschere, di quei primi piani che hanno fatto grande e crescere il carnevale brolese che oggi ha anche un simbolo “Broliandolo”.
Foto che potranno restituire, in quella che vorrebbe essere un grande mostra-amarcord, memorie e diventare la colonna sonora di un carnevale più volte scomposto e ricomposto che è stato sempre specchio dei “tempi” brolesi, diventando negli anni ottanta anche feroce satira politica.
Foto che comunque esaltano sempre, anche quelle sbiadite dal tempo, il desiderio di stupire, di ammaliare osando oltre il grigio quotidiano.











