Code agli imbarcaderi nonostante i divieti
Una lunga coda di auto agli imbarcaderi a partire dalla tarda serata di ieri, bloccati i treni notturni, esauriti i voli, l’esodo verso il sud viaggia in auto.
La nuova fuga arriva dopo il Dpcm del Presidente del Consiglio con il quale si chiudono le attività non essenziali, una ulteriore stretta del Governo per contenere il contagio da coronavirus. E nel pomeriggio una nota del Viminale vietava di lasciare il comune di residenza. Per anticipare l’entrata in vigore dei provvedimenti restrittivi, centinaia di macchine hanno attraversato l’Italia dirette al sud suscitando le ire del Governatore siciliano Nello Musimeci che ieri notte scriveva: “Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!”.
Preoccupazione condivisa anche dal segretario generale Orsa, Mariano Massaro: “Ieri sera si è registrato un pericoloso afflusso di auto all’imbarcadero di Villa San Giovanni sui traghetti privati per Messina”.
Non si è fatta attendere la risposta della prefettura messinese, come lo stesso Musumeci racconta: “Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno”.