Una cittadina da giorni in preda alla paura e allo scetticismo, “abitata” solo da forze dell’ordine, nel pomeriggio di ieri, al di là di ogni aspettativa, ha “accolto” i manifestanti con interesse e curiosità. Il corteo con oltre tremila manifestanti, coloratissimo e motivato da tanti contenuti politici, ha attraversato le vie di Giardini contornato da tantissima gente affacciata ai balconi e disposta lungo i marciapiedi. Straordinaria l’esposizione mediatica dell’evento, alla presenza di operatori dell’informazione provenienti da tutta Europa. Imponenti i controlli preventivi di polizia a Villa S. Giovanni e nell’area di sosta di Tremestieri. Divieto per 12 manifestanti di Cosenza, costretti a rientrare. Spiegamento di forze operato a terra, in cielo e in mare senza precedenti. Non fosse stato per il lancio “cautelativo” di lacrimogeni da parte della polizia a fine corteo, si sarebbe parlato di una manifestazione perfetta. Alla fine, trattenute e subito rilasciate dalla polizia due ragazze di Palermo. L’ “odissea” di un giovane studente di Como, fermato a Villa S.G., che ha fatto di tutto per non mancare alla manifestazione.
“Eravamo terroristi, siamo meglio dei turisti…”. E’ questa la risposta, attraverso uno slogan ricorrente nel corteo, che i manifestanti hanno voluto dare a tutti coloro che non credevano in una manifestazione pacifica, senza danni e quant’altro.
Era a dir poco impressionante attraversare in mattinata le strade di Giardini Naxos: strade deserte, esercizi chiusi, vetrine blindate con lamiere d’acciaio, fogli di compensato, assi di legno e addirittura con precari e tristissimi cartoni. Non era possibile neppure prendere un caffè o, peggio ancora, potere soddisfare i più elementari bisogni fisiologici. Un paese blindato e desertificato, abitato solo dalla presenza imponente di forze dell’ordine, come non si era mai vista.
Elementi che hanno fatto sì che Giardini Naxos, ridente cittadina turistica “sorella” di Taormina, per l’occasione si imbruttisse, dimenticando le parole “bellezza” e “accoglienza”. Ma c’è il G7. E per la circostanza Taormina si è presa la “passerella”, mentre a Giardini il sindaco ha pensato bene di fare un’ordinanza con cui poter far chiudere tutto. Qualche “audace” turista, ha tuttavia pensato bene di distendersi in spiaggia a prendere il sole.
Unico segnale che restituiva a Giardini una dimensione totalmente persa. Anzi, no: lungo la SS114, a tergo della ferrovia, faceva capolino da un balcone una bandiera della Pace. Ma pomeriggio le risposte sono arrivate, chiare e decise, sia da parte dei manifestanti che dei cittadini: tutto è andato alla perfezione, o quasi. Non fosse stato per il lancio di sei lacrimogeni da parte della polizia a fine corteo per allontanare i manifestanti dal blocco, si sarebbe parlato di una manifestazione “perfetta”. Erano almeno in tremila a manifestare contro i “grandi” della Terra, che in quei momenti stavano concludendo il vertice del G7 a Taormina, summit con presidenza italiana e occhi puntati su Donald Trump e la moglie Melania: sarà questa l’immagine che resterà di questo G7.
Il corteo è partito in ritardo, causa i veementi controlli operati dalla polizia a Villa SG e all’interno dell’area di sosta autostradale di Tremestieri: ai manifestanti di Napoli per raggiungere Taormina è toccato fare un viaggio di oltre dodici ore.
Controllati, schedati e perquisiti a Tremestieri uno per uno, i giovani del centro sociale “Je’ so’ pazzo”, ex Opg di Napoli, all’arrivo al parcheggio di Giardini hanno inscenato un’originale protesta restando seminudi, in mutande…E’ andata anche peggio a dodici attivisti No G7 di Cosenza, costretti a rientrare con il classico “foglio di via” direttamente da Villa SG, trasformata in un vero e proprio checkpoint d’altri tempi. Ma dal ministero alla polizia, nell’ambito G7, erano arrivati ordini tassativi: controlli rigorosi e capillari.
A causa del blocco di Tremestieri hanno ritardato fortemente anche i due pullman provenienti da Messina, mentre a Palermo ai manifestanti sono stati sequestrati persino degli striscioni. L.B., giovane di Como, studente della Rete della conoscenza, ha subito una vera “odissea”. Bloccato in mattinata a Villa SG, è stato trattenuto 5 ore dalla polizia.
Dopodiché gli viene ordinato di presentarsi l’indomani mattina alla questura della sua città. Egli, tenendo particolarmente alla manifestazione, ha raggiunto comunque Giardini in pullman e stamani avrebbe preso un costoso aereo per rientrare a casa al posto del previsto treno. Al di là del numero, ben oltre le previsioni visti i preconcetti della vigilia, se ai partecipanti al corteo si quantificasse la paura che si palpava a Giardini, sarebbero numeri da record. Nonostante tutto la gente ha risposto benissimo: il corteo, partito dal parcheggio Salluzzo, percorsa la SS114, ha attraversato il lungomare contornato da tantissima gente incuriosita e interessata, affacciata ai balconi e disposta lungo i marciapiedi.
Le persone salutavano, fotografavano e applaudivano. I temi del corteo hanno ricalcato la protesta che da anni caratterizza la Sicilia: le basi militari, il Muos di Niscemi: “La Sicilia non è terra di guerra, le basi USA fuori dalla nostra terra”.
Le politiche neoliberiste con incidenza nel mondo del lavoro, l’immigrazione collegata all’escalation delle politiche securitarie, le conseguenze del G7 in questo ambito: contestata a gran voce l’inibizione dei porti siciliani agli sbarchi in questo drammatico momento. “No border, no nation, stop deportations” era uno degli slogan in tema migranti. Poi, riferito ai movimenti No G7: “Non potere fermare il vento…Ci fate solo perder tempo”. Si è dunque manifestato forte il sentimento d’accusa verso i partecipanti al vertice che stava per concludersi a poca distanza da lì: “La Sicilia è nostra. Oggi ce la riprendiamo!”.
La manifestazione è riuscita bene. Tuttavia, a percorso concluso, succede ciò che non ti aspetti: lo striscione che apriva il corteo devia verso piazza Municipio.
Chi stava dietro forma un fronte e prosegue il percorso fino al blocco della polizia, impossibile da violare, poiché imponenti mezzi e uomini serravano la parte finale del lungomare. Il fronte, a ridosso della polizia devia a destra, verso un’uscita che porta in spiaggia, coperta da altra polizia. Ai più sembra improbabile che i manifestanti vogliano andare “a fare un bagno”, ma data la vicinanza con le forze dell’ordine il gesto si configura come la forzatura del blocco.
Cosicché dopo qualche manganellata senza conseguenze, la polizia lancia sei lacrimogeni che creano scompiglio: la massa si riversa di corsa all’indietro e considerata la mancanza di adeguate vie di fuga si sono corsi rischi che potevano benissimo essere evitati, oltre, naturalmente ai problemi conseguenti al fumo sprigionatosi nell’aria. Ad un certo punto sulla scena è intervenuta anche un’ambulanza, tuttavia senza destare preoccupazioni. Si registra anche il breve fermo di due ragazze di Palermo, trattenute e subito rilasciate dalla polizia.
I motivi sono apparsi poco rilevanti. La manifestazione, pacifica, colorata e motivata sotto tanti aspetti, si è conclusa senza conseguenze. Motivo di grande soddisfazione per gli organizzatori del comitato No G7 di Messina.
Una sconfitta su cui riflettere per chi aveva manifestato e alimentato paura verso i “no global”. La fine di un incubo rivelatosi infondato per chi a questa “paura” si era adeguato.
Corrado Speziale
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