– di Corrado Speziale –
Oggi per il nuoto di gran fondo siciliano è un anniversario speciale. Il 2 agosto del 1992 Cristina Scotto, nuotatrice messinese, compiva la traversata più lunga mai effettuata dalle Isole Eolie alla costa siciliana: Salina – Capo d’Orlando, una “favola” sportiva, densa di ricordi e significati, lunga 45 chilometri, durata 14 ore, 27 minuti e 3 secondi. È stata la sua seconda traversata con arrivo sul litorale orlandino, dopo la Vulcano – Capo d’Orlando dell’anno precedente e la terza su sette in totale dalle Eolie alla costa tirrenica. Cristina Scotto, autentica “regina” delle traversate di gran fondo, nel 1989 aveva già coperto la rotta Vulcano – Capo Calavà, impresa che ripeté nel 2005 in 5.37’02’’, allora record assoluto che ad oggi resiste come primato femminile, e nel 2016. Nel 1994 nuotò da Lipari a Milazzo, stessa località in cui approdò nel 2007 provenendo da Vulcano. Sette imprese scritte negli annali del nuoto e nella storia personale e sportiva di una donna, funzionaria pubblica, allora già mamma prima di Alessio, poi di Chiara, e poi ancora nonna di Sara ed Enea, che ha iniziato la carriera natatoria nel 1987, sotto la guida dell’indimenticato maestro Nino Musciumarra. A tali imprese, si aggiungono gli straordinari numeri della nuotatrice rispetto allo Stretto di Messina, che ha attraversato in forma ufficiale 7 volte in singola, l’ultima l’11 settembre 2020, e 2 in doppia: nel 1988 in gara e nel 1997 in solitaria. Ma il dato sensazionale riguarda la traversata tra Sicilia e Calabria in forma non ufficiale, ossia senza responso cronometrico federale: Cristina Scotto in 35 anni ha attraversato lo Stretto oltre 40 volte!
Forza, coraggio, determinazione, passione sportiva, voglia di misurarsi con se stessa e con la natura lungo un tratto di mare mai coperto a nuoto da nessun altro. Un “amarcord” di sole, sale, mare, fatica, affetti, gioie e applausi.
Il tutto, dentro un nobile messaggio di solidarietà: l’esempio da dare ai ragazzi disabili, che giornalmente Cristina allenava in piscina da volontaria con la Polisportiva Albatros di Messina. “Sacrificio e dedizione”, questo era il messaggio, per raggiungere gli obiettivi nello sport e nella vita.
Il 2 agosto del 1992 è una data che gli appassionati di sport, di nuoto, in particolare, gli addetti ai lavori e soprattutto gli abitanti di Capo d’Orlando ricorderanno sempre con grande piacere e interesse. È un giorno inciso nella storia: Cristina Scotto, nuotatrice messinese di gran fondo, allora ventiseienne, già madre e impiegata, quella prima domenica d’agosto, in 14 ore, 27 minuti e 3 secondi, compiva a nuoto la traversata in solitaria da Salina a Capo d’Orlando, 45 chilometri, tenendo conto del classico “scarroccio” dovuto alle correnti, calcolato per difetto.
È la distanza più lunga mai coperta a nuoto dalle Isole Eolie alla costa siciliana. Un record ancora “vivo”, come il ricordo che immortala quell’impresa straordinaria. Cristina, partita da Santa Marina di Salina alle 6,34, alle prime luci di un’alba che si rifletteva su un mare dalle onde lunghe, retaggio di intense giornate di maestrale, arrivò sulla spiaggia dell’Auletta, a Capo d’Orlando, quando era abbondantemente buio, accolta sul lungomare orlandino da migliaia di persone in tripudio. L’arrivo avvenne proprio sulla spiaggia cittadina per motivi logistici e organizzativi. Approdando sotto il faro, lato est, la distanza sarebbe stata inferiore. Il motivo: anche l’estate orlandina voleva la sua parte! “Si è trattato di un’impresa piena di difficoltà, perché il vento contrario e le onde lunghe hanno messo in difficoltà la Scotto…”, si leggeva l’indomani sull’ANSA. È stata una festa dal valore umano e sportivo senza precedenti da queste parti. In tutto il periodo di preparazione, durissimo, con allenamenti in mare e in piscina, un’intensa campagna di stampa ne aveva accresciuto l’interesse. La nuotatrice era stata, tra l’altro, ospite in studio della trasmissione Uno Mattina Estate, su Raiuno. La stampa regionale ne aveva parlato tanto. Non esistevano, allora, i giornali on line, né tantomeno i social. Figuriamoci cosa sarebbe successo se l’evento si fosse svolto al giorno d’oggi! Cristina Scotto, senza alcun ausilio, né pinne, né muta, vietate dal regolamento, ma solo con uno strato di lanolina cosparsa sul corpo dalle magiche mani di mamma Lucia, affinché si proteggesse dal freddo e dalle meduse, è stata accompagnata dalla motobarca “Serena” guidata da Vittorio Cannuci, esperto marinaio di San Giorgio di Gioiosa Marea. Sulla barca – appoggio (non tragga in inganno l’appellativo, in quanto, pena l’annullamento del risultato, al nuotatore in acqua è proibito appoggiarsi a qualsiasi elemento galleggiante, ndr), tra gli altri avevano preso posto il medico rianimatore Marcello Aricò, il fisioterapista Filippo Faillaci (prezioso il suo apporto in preparazione dell’evento), l’amico sportivo di tante avventure Roberto Raco, che ha fatto “compagnia” in acqua a Cristina per alcuni tratti, il cronometrista federale Fabio D’Arrigo, il presidente dell’Albatros e atleta Orazio Giovagnoli. Dalla barca, durante le soste, con cadenza approssimativamente oraria, alla nuotatrice sono stati forniti cibi e bevande che la stessa ha consumato in acqua. Sul lato opposto alla “Serena”, sempre a fianco della nuotatrice, faceva rotta la barca con giornalisti e cameramen presa in carico da Franco Perdichizzi e Radio Play per la lunghissima “maratona” in diretta che ha tenuto gli orlandini e gli abitanti dell’hinterland nebroideo incollati all’apparecchio radiofonico per tutta la giornata, avvolti nella suspense, fino al trionfo finale. Nel contempo, dalla postazione allestita in spiaggia, gli speaker della storica emittente orlandina si son dati il cambio per l’intera giornata. Lungo le miglia finali, alle due imbarcazioni si è aggiunta la motovedetta dei carabinieri, preziosa per garantire la sicurezza attraverso le segnalazioni radio e l’illuminazione con i fari in acqua nel corso delle ore serali. Un’altra barca, carica di storia e affetto, ha accolto Cristina a poche miglia dall’arrivo: quella che portava a bordo Nino Musciumarra, indimenticato grande maestro dei nuotatori messinesi, allora indomabile ultrasettantenne.
Cristina, a furia di bracciate pressocché costanti, circa 65 al minuto, cariche d’energia e di speranze, con fatica ed entusiasmo, sovrastando tratti di fondale profondi fino a 1400 metri, facendosi “accarezzare” (si fa per dire…) dalle onde, nuotando sempre in compagnia di piccoli “pesci ombra”, ha realizzato un sogno che coltivava da tempo: solcare a nuoto libero le acque del canale tra le Eolie e la costa tirrenica su una distanza record, misurandosi e migliorando principalmente se stessa.
All’evento sportivo, sere dopo, fece seguito una festa alla “Tartaruga” di San Gregorio, con tanto di premiazione da parte dell’allora sindaco di Capo d’Orlando, Nino Messina.
L’album dei ricordi di Cristina, composto da pagine preziose, prende il via nel 1987 con le gare del circuito nazionale, poi ampliato ed arricchito dalle sette splendide traversate lungo le rotte eoliane: Vulcano – Capo Calavà (1989, 2005, 2016), Vulcano – Capo d’Orlando (1991), Salina Capo d’Orlando (1992), Lipari – Milazzo (1994), Vulcano – Milazzo (2007).
Il tutto, costantemente accompagnato da “mitiche” bracciate attraverso le quali Cristina Scotto in 35 anni ha collegato le due sponde dello Stretto di Messina, attraversandolo in forma ufficiale 7 volte in singola, l’ultima l’11 settembre 2020, e 2 in doppia: nel 1988 in gara e nel 1997 in solitaria. Con un dato sensazionale: in forma non ufficiale, Cristina ha attraversato lo Stretto oltre 40 volte, facendone un “habitat” di avventure, suggestioni e ricordi unici al mondo, dentro una favola personale e sportiva sempre in divenire, che non finirà mai di stupire.