CRONACHE DI GUERRA – Quella combattuta su Nebrodi, tra Tororici, Naso e Castell’Umberto
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CRONACHE DI GUERRA – Quella combattuta su Nebrodi, tra Tororici, Naso e Castell’Umberto

Una preziosa testimonianza di Enzo Caputo, giornalista e storico,per ricostruire quei giorni di guerra dell’agosto 1943, le mappe degli schieramenti e la storia ritorna cronaca dopo il ritrovamento di una bomba anticarro a Maida.

Proviamoci con una serie di contribuiti.

I FATTI: GLI ULTIMI FUOCHI DELLA “TORTORICI” – l’ MG 42 DI GIACCHETTO

 Dovevano essere le quindici del 12 agosto del 43 quando un’ottantina di “ragazzi” per lo più tedeschi, abbandonarono le ultime posizione della “Linea Tortorici” tra Naso e Castell’Umberto portandosi dietro oltre, all’armamento individuale, anche quello medio. La Linea che doveva sbarrare fino al 12 agosto la cuspide orientale della Sicilia aveva svolto al meglio il suo compito. Occupata dai nostri la notte del 7 agosto doveva contenere il preponderante esercito americano fino al 12 agosto e, fedeli alla consegna, i difensori, appoggiati dai cannoni del Gruppo “Lenzi”, posizionati sulla statale 116, avevano tenuto duro giusto fino all’alba del 12 dopo di che si erano gradualmente ritirati. Gli americani avevano occupato e tagliato in più punti la statale e le ultime retroguardie del 15° Reg. Granatieri corazzati rimaste intrappolate, tra la resa e l’improbabile sganciamento, scelsero quest’ultimo attraverso il territorio del Comune di Sinagra per cercare di filtrare verso la colonna tedesca in ritirata. Sgombrato l’ospedale da campo allestito nell’edificio delle Scuole Elementari nel Centro di Castell’Umberto, gli ultimi feriti, alcuni gravi, erano stati trasportati in un magazzino nella vicina Limari. Giusto il tempo di una sigaretta e via a cavallo della regia Trazzera Pizzo Corvo- San Pietro- Piano Monaci Sinagra.
(Alcuni che spirarono per le gravi ferite cantando “Lili Marlene”, furono sepolti un centinaio di metri sotto la chiesetta di Limari).
A Santo Pietro si congiunsero con un’ altra compagnia. Erano i superstiti di una sezione mitragliatrici posizionate nell’allora località “Forgia Vecchia”, poco sotto l’attuale Carrozzeria Sinagra. Persa una delle due armi rimaste assieme ai servienti, i superstiti erano prima “scivolati” lungo un viottolo nella sottostante zona “Bompilio” per proseguire poi lungo la “giacatata” per Piano Monaci che offriva, immersa nei noccioleti, un qualche riparo dai mitragliamenti aerei.
Stando ai ricordi degli anziani e ad alcuni elmetti tedeschi e altro materiale nella zona, le residue retroguardie sarebbero incappati in un pattuglione americano probabilmente del 30° Reg. di Fanteria americana che rastrellava il territorio procedendo a mezza costa tra la località Munidari di Naso e Sinagra.
A confermare lo scontro, oltre alle testimonianze, anche il racconto di Salvatore Russo: ”Mio nonno – dice- che abitava in zona, ha conservato per un certo tempo alcune canne di mitragliatrice”. Erano quelle bruciate cambiate all’arma durante il combattimento, tant’è – continua Russo – che non durarono a lungo. La pattuglia si era poi ritirata al crocevia delle mulattiere a San Pietro sopra Piano Monaci congiungendosi ai commilitoni provenienti da Limari.
Qui però aveva impattato di nuovo nel pattuglione americano che per aggirare l’ostacolo e chiudere il cerchio aveva imboccato la mulattiera Santa Venera – San Pietro. Lo scontro deve essere stato intenso anche se di breve durata come testimonia il piombo “segato” assieme ad un albero di castagno qualche anno fa dal sottoscritto. Defilatesi ancora una volta attraverso la fitta e aggrovigliata vegetazione del torrente “Pollicino”, che per la particolare consistenza rendeva quasi impossibile la salita. I superstiti infine si avviarono verso la S.S. 113 per unirsi alla ritirata verso Messina, del 71° Reg. Granatieri corazzati tedeschi.
Testimonianze: Fogliani Calogero, Fogliani Nunziato, Giglia Vincenzo, Giglia Giuseppe, Oriti Santa, Rubino Vincenzo, Russo Salvatore, Fogliani Vittoria, Oriti Francesco.
Enzo Caputo.

LE LINEE DIFENSIVE TEDESCHE IN SICILIA

di Armando Donato
Gli Italo tedeschi crearono in Sicilia 4 linee difensive principali più 3 finali di evacuazione, utili a proteggere lo sganciamento periodico di varie aliquote di truppe e mezzi in direzione dello Stretto. Il 17 si formò la prima vera e propria linea detta delle Madonie, che dal golfo di Termini Imerese proseguiva verso Cerda, Caltavuturo, Resuttano, Recattivo, Villarosa, Enna (perno della linea), Muglia, Sferro, Gerbini, Gornalunga, Simeto.
La difesa del settore occidentale era affidata alla 15ª divisione di fanteria meccanizzata tedesca nonché alle divisioni di fanteria italiane Aosta e Assietta, mentre quella orientale alla divisione di fanteria meccanizzata H. Goering, alla 1ª paracadutisti e i resti delle divisioni di fantera Livorno e Napoli. La conquista di Recattivo, Resuttano, Alimena il 18 luglio ed Enna il 20 insieme alle pressioni su Raddusa, Valguarnera e Villarosa, fecero si che il fronte difensivo orientale arretrasse per allinearsi a quello occidentale. A partire dal 21 luglio si era così formata la linea Santo Stefano che da ovest a est si attestava tra S. Stefano di Camastra, Mistretta, Nicosia (perno della linea), Assoro, Agira, Regalbuto, Centuripe, Catenanuova, Muglia, Simeto Lo stesso 22 caddero Assoro e Leonforte, il 23 Gangi e di conseguenza il 25 la linea arretrò su Finale, Pollina, Borello, S. Mauro Castelverde, Castel di Lucio, Sperlinga, Monte La Guardia a protezione di Nicosia e Agira.
Intanto il 24 luglio a rinforzo delle unità tedesche giunse sull’isola la 29ª panzegrenadier division (generalmajor Fries), dislocata a protezione del versante nord occidentale delle linee. Nissoria e Agira furono conquistate il 28 luglio, così il 29 il fronte arretrò nelle posizioni di San. Fratello, Monte Pelato, Troina, Adrano, Acireale, ovvero la nuova linea difensiva detta di San Fratello (o Hube) che sino al 5 agosto subì ulteriori arretramenti allo scopo di evitare la presa di Troina, perno centrale della linea Sul fronte orientale la caduta di Regalbuto il 2 agosto fece arretrare i reparti della divisione Goering sulla linea Pietralunga, Paternò, Misterbianco, Catania, mentre ovest la 45ª divisione americana aveva conquistato Caronia. Il giorno prima sul fronte settentrionale era già iniziata la battaglia di Troina e a sud quella di Centuripe. Il 3 agosto la caduta di quest’ultima posizione costrinse i tedeschi ad arretrare in zona Monte Pelato, Troina, Adrano, Belpasso, Catania nord. Giorno 5 l’intero fronte definitivo della linea San Fratello arretrava in zona Monte Pelato, Serra Castagna, Troina, Revisotto, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Catania Nord.
La situazione aggiornata alla prima settimana di agosto vedeva dunque le truppe angloamericane duramente impegnate nel tentativo spezzare o aggirare la linea San Fratello. Quelle tedesche e residue italiane invece stavano organizzando le utlime fasi della ritirata verso lo Stretto di Messina, nel frattempo munito di un poderoso ed efficace sistema costiero e contraereo utile a proteggere le operazioni di trasferimento sulla penisola. La linea Tortorici era già stata predisposta dai generali Guzzoni e Hube il 5 agosto.
Essa si attestava in zona Stazione di Zappulla, S. Salvatore di Fitalia, Galati Mamertino, Monte del Moro, Monte Cola, Randazzo (perno centrale), Monte Nero, Giarre, Torre Archirafi. La linea prese ufficialmente corpo il 10 agosto, quale risultato di ulteriori arretramenti dalle posizioni di San Fratello e Cesarò circa il fronte settentrionale e Belpasso, Adrano, Bronte e Acireale per quello meridionale.
L’11 agosto Randazzo perno centrale della linea Tortorici, veniva lasciata alle truppe americane e inglesi della 9ª e 78ª divisione. La presa di Randazzo dunque spezzò questa ultima imponente linea difensiva, provocando la notte del 12 il ripiegamento a sbalzi sulle posizioni arretrate relative alla prima linea di evacuazione: Furnari, S. Marco, Novara di Sicilia, Francavilla, Castiglione di Sicilia, Linguagossa e Fiumefreddo

Le tragiche foto dello sbarco di Brolo

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27 Giugno 2020

Autore:

redazione


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