A pochi giorni dalla presentazione del volume La difesa della cultura per la prima volta in traduzione italiana di Yukio Mishima, edito da “Idrovolante edizioni” da leggere anche quest’opera dello scrittore-samurai, anche perchè, altro buon motivo, siamo a ridosso della data del suo suicido tradizionale, il 25 novembre 1970
Dall’introduzione di Andrea Scarabelli
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Ma l’insieme di queste riforme, come appare sempre più chiaro ai membri della Lega, traduce un mutamento su scala ben più ampia, finalizzato a fare di una civiltà tradizionale una civilizzazione moderna (Spengler), livellando il culto a fattore del tutto privato, un’occupazione da tempo libero all’interno di un mondo ormai dedito alla venerazione di ben altre divinità. Gli dèi sarebbero stati ridotti al silenzio, tramutati in piccoli «oggetti effimeri, appena venerati al riparo di tetti di canna in luoghi appartati. E la spada doveva seguire un destino simile». Vietate le spade, il Paese avrebbe assistito alla dissoluzione della casta dei samurai, a cui era propria una specifica “metafisica della guerra”, e alla conseguente trasformazione – secondo il modello occidentale – del guerriero in soldato, vale a dire operaio della distruzione (Jünger), in ottemperanza ai principi di una “mobilitazione totale” estesa alla società nel suo insieme, a prescindere appunto dalle differenze di classe e casta: «La spada giapponese, all’essere cambiata con la sciabola, perdeva la sua anima. Come destino le rimaneva solo quello di trasformarsi in un mero elemento decorativo».
Com’è evidente, la dimensione politica innegabilmente presente nell’opera di Mishima non è mai cronachistica, né si appiattisce sulla mera attualità, ma tende sempre a spingersi oltre, abbracciando ciclicità più ampie e percorrendo tragitti imprevisti e meta-politici. Aspetti che emergono appieno proprio in questo volume, all’interno del quale la Lega del Vento Divino opera politicamente ma basandosi su punti di riferimento anzitutto spirituali. Basta considerare la sua divisione in tre parti: la prima consacrata alla consultazione degli dèi, la seconda all’azione e la terza al sanguinario epilogo, visto come apertura alla trascendenza, anticipazione della fatidica scelta compiuta da Mishima quel 25 novembre, nonché descrizione di uno scenario in cui uno sparuto gruppo di uomini si slancia al di là del presente, oltre e contro la Storia, decidendo di battersi in nome di una civiltà intera, oppressa dalla barbarie dei vincitori di ieri e di oggi.
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Il libro
“La Lega del vento divino” è un escamotage letterario di Yukio Mishima che con lo pseudonimo Tsunamori Yamao scrive un testo ambientato a fine 1800. Quella che con Tsunamori Yamao è una narrazione romanzata forse ispirata da una storia effettivamente accaduta ma di cui non è rimasta cronaca, con Yukio Mishima si trasforma in realtà attraverso la fondazione dell'”Associazione degli Scudi” (“Tate no kai”), una milizia di corpo e spirito che avrà come epilogo, nel novembre 1970, il seppuku dell’ultimo samurai: Yukio Mishima. Il presente libro, con una serie di introduzioni e appendici che fanno da cornice a “La lega del vento divino”, inquadra il senso dell’itinerario mishimiana ponendo il collegamento tra esperienza umana in epoca tradizionale e attuale “civiltà” moderna. Ovvero quale via può percorre un uomo della Tradizione nell’epoca moderna sulla via della disintegrazione post-moderna.
Editore: AGA (Cusano Milanino)
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 1 gennaio 2020
Pagine: 192 p., Brossura
EAN: 9788898809783
Da leggere
YUKIO MISHIMA – “E io non riesco a pensare ad altro che alla rinascita della forza”