Dacia Maraini abbraccia Brolo da cittadina onoraria: “Un piccolo paese che darà l’esempio a tutta Europa”
Quando la bellezza della parola si fonde con la ricchezza dei contenuti che la stessa riesce a diffondere, in un contesto colto e maturo, ed al tempo stesso sobrio e fortemente ispirato, il risultato non può essere misurato né giudicato con semplicità.
Così come non è facile trovare aggettivi su una pagina scritta collettivamente a Brolo da tutta la cittadinanza che martedì 26 luglio è stata, con grandi meriti, consegnata alla storia.
Il conferimento della cittadinanza onoraria ad una personalità come Dacia Maraini, sia per l’altissimo profilo della protagonista, che per la risposta che la cittadinanza ha dato, è stato un evento indimenticabile.
La cerimonia si è svolta nella villa comunale di via Dante, tra l’interesse e l’orgoglio generale. Sul palco c’era schierato il Consiglio Comunale, assieme alla Giunta, con in testa il sindaco, Salvo Messina, affiancato dall’assessore alla cultura Maria Ricciardello. Accanto ai rappresentanti cittadini hanno trovato posto, oltre alla scrittrice, il prof. Michelangelo Gaglio, promotore dell’iniziativa, e Ornella Fanzone, che ha introdotto e coordinato il dibattito che ha fatto seguito alla cerimonia.
“Credo che in questo conferimento della cittadinanza onoraria ci sia tutto l’amore che Brolo dimostra per la cultura” ha detto Francesco Moscato, fiero di presiedere il Consiglio Comunale che all’unanimità ha votato la delibera che assegna la cittadinanza alla Maraini.
A seguire, hanno portato il loro rispettivo saluto i consiglieri comunali Pippo Raffaele e Nino Ricciardello.
Sicuramente degne del grande momento che ha vissuto Brolo, sono state le parole pronunciate dal sindaco, Salvo Messina: ”Dacia Maraini non è soltanto la grande scrittrice conosciuta e tradotta in tutto il mondo, autrice di romanzi, poesie e opere teatrali, ma anche una persona che con sensibilità e passione si è impegnata per i diritti civili, per la pace, la giustizia, la libertà. E’ una donna – prosegue il primo cittadino – che ha appoggiato le lotte del femminismo e che ha dimostrato più volte di avere il coraggio delle proprie idee”.
E cita, quindi, le motivazioni che hanno indotto il Comune di cui è a capo a manifestare tutto l’interesse verso la grande scrittrice, alla quale si rivolge così: “Oggi conferiamo la cittadinanza onoraria al suo presente, al suo impegno, alla sua umanità, all’attualità della sua azione, del suo dire, del suo scrivere, dell’essere donna, delle battaglie sociali che svolge in favore dell’integrazione, non solo quella dei migranti che giungono sulle nostre coste, ma tra i popoli”.
E proprio riguardo l’integrazione, Salvo Messina tiene ad evidenziare l’atteggiamento del proprio paese: ”L’integrazione a Brolo è ormai una realtà. Questo è il segno di questa cittadinanza, questo è l’esempio di Dacia Maraini, da oggi una di noi”.
“Sono commossa – gli risponde la scrittrice – queste sono le sorprese straordinarie di questa meravigliosa Isola, purtroppo spesso denigrata”. E prosegue sull’argomento, descrivendo Brolo come “una piccola città che riconosce i valori dell’accoglienza, una cosa straordinaria proprio in questo momento che in tutta Europa c’è crescita dell’intolleranza”.
A fare da sfondo ai commenti della Maraini c’è naturalmente la strage di Oslo, inquietante e pericolosa manifestazione di fanatismo religioso cristiano.
Ma la realtà di Brolo, seppur nella sua piccola dimensione, le ispira importanti sentimenti: ”Mi commuove il fatto che un piccolo paese vada in controtendenza con tanta sicurezza, energia e compattezza. E’ straordinario – prosegue la scrittrice – che una popolazione si metta intorno ai suoi rappresentanti per dimostrare di voler praticare l’accoglienza. Dire questo oggi non è facile, perché ciò che è in crescita è proprio l’intolleranza”.
Apprestandosi alla conclusione del proprio intervento, Dacia Maraini dispensa elogi nei confronti della cittadina che l’ha così bene accolta, precisando di apprezzare il grande gesto tanto per se stessa, quanto per i nobili principi ed ideali che hanno ispirato tutta l’operazione: “Questo è il più bel messaggio che in questo momento possa provenire da un angolo della Sicilia così consapevole, un grandissimo segno di civiltà, a prescindere da me”.
Riflessione di cui spiega il significato: ”Prendo tutto questo come un atto simbolico, di cui, in questo momento, io ne sono il simbolo, nel senso che voi attraverso me state premiando un’idea che è quella di un’accoglienza consapevole, giusta, un modo di capire le ragioni di chi fugge dalla propria terra”. E conclude con una frase da incorniciare:”Quella di stasera è una grande tenuta civile di un piccolo paese che darà l’esempio a tutta l’Europa”.
Conclusa la cerimonia, come previsto, Ornella Fanzone ha avviato la fase del dibattito con un’introduzione che ha scelto di strutturare attraverso due aforismi della scrittrice, che inducono alla trattazione dell’esperienza della lettura, a sua volta assimilabile ad altri dinamismi che la relatrice, come sua consuetudine, descrive magnificamente, partendo da sé come lettrice: ”L’esperienza della lettura per me è un momento affettivo, l’inizio di un rapporto d’amicizia e solidarietà.
Lettura come viaggio immaginario che pian piano si trasforma in viaggio reale, perché – e qui si rivolge alla Maraini in rappresentanza di tutti gli scrittori – il vostro sguardo è particolarmente sensibile, introverso, verticale, che scandaglia e indaga i sentimenti umani e le emozioni.
Questo viaggio che noi intraprendiamo è un viaggio meraviglioso perché ci consente di attingere a quello scrigno dell’immaginazione, inesauribile e preziosissimo da coltivare”. Compenetrandosi, poi, con passione e sentimento, nell’arte della Maraini e dei suoi colleghi, Ornella Fanzone ha espresso così le proprie sensazioni: ”Mi piace pensare alla scrittura come ad una testimonianza delicata, un gesto d’affetto che voi scrittori muovete nei nostri confronti e nei confronti del cuore di tutta l’umanità. Mi piace pensare a Dacia Maraini come ad una generosa dispensatrice di doni per l’anima di tutti noi, di carezze, di abbracci che ci aiutano, ci consolano e ci accompagnano nel corso della nostra vita”.
L’assessore Maria Ricciardello è l’attivissima responsabile comunale della cultura, che da anni ha intrapreso in paese un processo di sensibilizzazione e divulgazione di molteplici temi di carattere sociale e culturale: “Sono stati questi eventi che ci hanno indotto a continuare, perché hanno visto una forte partecipazione” ha detto la Ricciardello, consapevole d’aver raggiunto un grandissimo traguardo. “Iniziative a carattere culturale – ha detto tra l’altro l’assessore – possono anche essere occasione di aggregazioni sempre più ampie. In questo contesto si inserisce il conferimento della cittadinanza onoraria a Dacia Maraini”.
E cita i fattori, per lei fondamentali, che contraddistinguono l’operato della scrittrice: “La condizione della donna e la salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente”. Ed è proprio sul primo argomento che l’assessore si è soffermata in conclusione, rivolgendosi alla prestigiosa ospite: ”Io credo che noi donne abbiamo spesso una sensibilità diversa, particolare, e quindi possiamo indicare la strada, trovando la forza in noi stesse e l’esempio in donne come lei per diffondere i valori della condizione umana e della convivenza etica”.
Il promotore, l’esperto culturale che ha avuto un ruolo centrale in questa operazione d’eccellenza è stato il prof. Michelangelo Gaglio, al quale è, ovviamente, spettato il compito di tracciare il profilo della scrittrice e descrivere le tematiche essenziali che caratterizzano l’opera della stessa.
Ma al di là di qualunque analisi e osservazione, a tratti il suo intervento è stato uno sconfinato, appassionato atto d’amore verso la Maraini: “Noi amiamo Dacia Maraini perché lei per noi è stata sempre un punto di riferimento. L’amiamo per tutto quello che in questi anni ci ha trasmesso e per come ce l’ha trasmesso. L’amiamo perché lei è coscienza del nostro tempo, come deve essere un vero scrittore dotato di spirito profetico. Per Dacia Maraini – prosegue il professore – la letteratura non può essere ridotta ad un atto autonomo. L’impegno letterario fa rima con testimonianza e impegno civile e sancisce il ruolo dello scrittore come voce critica della società, una voce orientata verso la ricerca della verità in modo più possibile autonomo dal potere”.
E conclude riferendosi ai mali del mondo ed alle nefandezze della vita, adottando a simbolo una delle creature più significative della Maraini: “La tentazione di Marianna Ucria – dice Gaglio – è stata quella di rimuovere, addormentarsi, far finta di niente. In lei, però, alla fine, come ci dice la scrittrice, la voglia di riprendere il cammino è più forte. Stare, quindi, ad occhi aperti e camminare con gli altri, lottando contro l’ingiustizia. Lottando, dunque, per cambiare il mondo”.
La seconda parte del dibattito è stata dedicata alle domande rivolte alla scrittrice da parte degli intervenuti, la maggior parte dei quali hanno rispettato un apposito criterio, in base agli argomenti, al fine di evitare ripetizioni o sovrapposizioni.
Hanno così potuto manifestare il proprio interesse e liberare le proprie curiosità, attraverso domande ed osservazioni, varie lettrici e lettori come Marinella Speziale, Daniela Letizia, Luca Scaffidi, Maria Giovanna Ballato, Enzo Scaffidi, Antonio Papa, Marianna Chimenti, Ludovica Spanò, Greta Indaimo, Teresa Materia e Claudia Messina.
Le domande hanno riguardato molti argomenti e problematiche che la Maraini ha incrociato nel corso della sua straordinaria carriera letteraria fatta di impegno sociale ed i cui temi, più delle volte, hanno assunto connotati politici.
Tra queste, la condizione ed il futuro dei giovani e delle donne, per lei che con i suoi scritti unisce varie generazioni e richiama ai valori della libertà e della partecipazione; l’interesse volto alla ricerca della “verità”, in un concetto che contiene significati filosofici; il suo attuale rapporto con la Chiesa e la religione; i fattori su cui si basano gli argomenti ed i protagonisti dei suoi libri; il suo rapporto con la Sicilia; i modelli che ritiene opportuno imitare; la figura di Danilo Dolci; letture ed autori antichi e contemporanei che predilige; integrazione e multi-etnicità; la passione per il teatro nella sua dimensione di “agorà”.
In appendice, suor Claudia, che presta la propria opera presso l’oratorio di Brolo, riferendosi alla risposta della Maraini in tema di religione, ha ritenuto giusto fare delle osservazioni, citando Don Pino Puglisi, che la scrittrice ha accolto e condiviso pienamente.
Ed in un pomeriggio così, segnato dall’affetto e dalla condivisione generale, non poteva essere altrimenti.
Corrado Speziale