Le ragioni della denuncia “urlata” sembrano evidenti.
L’insulto è diretto, quasi sapendo chi è l’autore del gesto… (ma chi ruba fa un peccato chi è rubato ne fa cento recita un vecchio proverbio).
Chi ruba i fiori, nottetempo, passando casa per casa, è un personaggio irriverente, d’altri tempi, un folletto dispettoso.
Fa sorridere e la reazione -non di meno – è anche calzante.
Nota stonato quel “frocio”.
Violento, da propaganda omofoba.
Ed il sorriso immediato si smorza.
Ma ritorna, leggendo un commento su facebook, che consiglia l’uso del sostantivo qualificante “pedeRASTA”. Visto il contesto forse andava meglio?
Sicuramente da evitare….
E tornando al mezzo usato.. di certo, nel mondo della comunicazione globale, delle app, della rete, continua a funzionare questa pubblicità – meglio chiamarla propaganda – è più da movimento.